Gianni Pardo

NON UMILIARE PUTIN

Da molte parti si sente proclamare il dovere di non umiliare Putin. Lasciamo stare coloro che consigliano questo atteggiamento per simpatia per quel pover’uomo, al quale una sconfitta completa infliggerebbe un dolore. Questo è un punto di vista troppo stupido per essere contestato.
Parliamo di cose più serie. Credo sia stato Sun Tsu a dire che, in battaglia, è bene lasciare al nemico una possibilità di uscirne senza troppi danni. E mille considerazioni di questo genere ha sparso Tucidide ne “La Guerra del Peloponneso” riguardo all’interesse che si può avere alla durezza e persino alla crudeltà da un lato, e alla magnanimità e persino all’umanità dall’altro. Si badi: tutte queste considerazioni non mirano all’interesse dello sconfitto ma del vincitore. Se per arrendersi lo sconfitto sostanziale chiede l’onore delle armi, perché negarglielo? Un saluto e un “Attenti!” non valgono la vita di un solo soldato. Se tratto bene lo sconfitto e riesco a farmene un amico, ho ottenuto una doppia vittoria. Se – viceversa – il nemico è irriducibile ed eternamente risorgente, come nel caso di Cartagine, si capisce il punto di vista di Catone, quando diceva: “Ceterum censeo, Carthaginem esse delendam”, e per concludere reputo che bisogna distruggere Cartagine. In guerra ogni comportamento non deve essere inteso a massimizzare i danni e le sofferenze del nemico, ma a massimizzare il nostro utile e la limitazione delle nostre sofferenze. Prima che un crimine contro l’umanità, la violenza indiscriminata, crudele e gratuita, è un errore tecnico.
Dunque, se potessimo abbreviare la guerra senza danno per l’Ucraina, pagando un qualche prezzo a Putin, dovremmo pensarci seriamente. Ma è possibile, nella specie? La situazione non è la migliore, per intavolare un negoziato. La guerra è cominciata con un’invasione a fini di annessione realizzata dalla Russia a danno dell’Ucraina, tanto che ancora oggi si combatte sul suolo ucraino. Oggi, se si ipotizzasse un compromesso del tipo “un po’ a te e un po’ a me”, si tratterebbe di cedere “un po’” di territorio dell’aggredito e il negoziato sarebbe tutto sulla sua pelle. Come se, avendo Tizio cercato di rapinare Caio, invece di metterlo in galera, gli promettessimo una parte della refurtiva.
Più normale sarebbe ipotizzare che non soltanto Tizio restituisca a Caio il suo denaro, ma gli faccia anche riparare lo strappo nella giacca che gli ha provocato nel tentativo di rapinarlo. Giuridicamente, per quel nulla che vale il diritto quando c’è una guerra, l’Ucraina avrebbe diritto alla restituzione di tutto il suo territorio e alla riparazione dei danni. Al massimo gli Occidentali che vogliono ad ogni costo la pace potrebbero aiutare l’Ucraina nella ricostruzione. E sarebbe grasso che cola, per Putin, se fosse razionale.
Infatti una simile proposta sarà possibile finché saremo nell’attuale situazione militare di stallo. Ma Putin non prende neppure in considerazione l’idea di ritirarsi dal territorio dell’Ucraina che considera suo. E in questo è sconsiderato. Se fino ad ora non è riuscito ad annettersi quel territorio, se non è arrivato ad Odessa, se non ha il sostegno della popolazione nemmeno nel Donbass (dove infatti si combatte) come pensa di riuscirci quando dall’America arriveranno montagne di armi modernissime e letali? Per giorni e giorni si è parlato di trentatré miliardi di dollari in provenienza dall’America ed è di ieri la notizia che la somma votata sarà di quaranta miliardi di dollari. Una somma sbalorditiva, all’incirca dieci volte ciò che l’Europa occidentale ha dato fin ad ora all’Ucraina e che è tuttavia bastata a bloccare i russi. Figurarsi come potrebbe andare in futuro.
Oggi è Putin che si oppone al negoziato, in futuro potrebbe essere la realtà. Se, avendo ricevuto molte ottime armi, l’Ucraina riuscirà a buttare i russi fuori dal suo territorio, perché mai non dovrebbe riprendersi anche la Crimea? E perché non dovrebbe chiedere i danni?
Attualmente non c’è nessuno spazio per il negoziato perché Putin non si è reso conto che questa guerra non la può vincere. Se gli ucraini hanno resistito nell’ora più buia, come potrebbero arrendersi quando avranno qualche reale possibilità di vittoria? Il leader del Cremlino si dispone ad un lungo conflitto, ma così rischia una disfatta effettivamente ignominiosa. Sotto la coperta del pacifismo, parecchi europei occidentali sono sostanzialmente dei cacasotto ma non sono cacasotto né gli ucraini né gli americani. E poiché è con loro che Putin ha da fare, ha fatto male i suoi conti. Quand’anche l’Europa si disinteressasse totalmente del conflitto, Putin perderebbe lo stesso.
Così non gli rimane che pagare il conto, quando gli sarà presentato. E quel conto sarà, come dicevano una volta i mafiosi americani, “una proposta che non può rifiutare”.
giannipardo1@gmail.com

NON UMILIARE PUTINultima modifica: 2022-05-11T09:43:02+02:00da
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