Gianni Pardo

LE ARMI ALL’UCRAINA, NEI FATTI E NEL DIRITTO

Una volta prima si dichiarava la guerra e poi si combatteva. Da molti decenni prima si combatte (Pearl Harbour) e poi si constata che si è in guerra. Prima la guerra era uno stato di diritto e di fatto, poi la guerra è divenuta soltanto uno stato di fatto.
Dal momento che l’essere o no in guerra non dipende dalla “Dichiarazione” ma dalla situazione concreta, con lo stesso criterio possiamo identificare chi sono i belligeranti. I terzi possono disinteressarsi completamente del conflitto, limitarsi a dire che uno ha ragione e l’altro torto, aiutare l’uno o l’altro. Infine il “terzo” può aiutare tanto concretamente uno dei due, che l’avversario non può che attaccare militarmente anche questo “terzo”. A questo punto è chiaro che è inutile chiedersi quale sia la soglia, oltrepassata la quale, il “terzo” diviene “belligerante”. La domanda è futile. Il terzo è belligerante quando lo è, di fatto, a giudizio di uno o di tutti gli interessati. Certo non lo decide qualche giudice o qualche trattato.
La guerra è uno stato di fatto che come tale viene considerato dagli interessati e poco importa se essi lo ammettano o no formalmente. Come poco importa se essi siano o no d’accordo nella definizione. Se C aiuta B contro A, A potrà considerare C “belligerante” ed attaccarlo anche se quello si dichiara ancora “neutrale”, sempre che creda di poter far fronte anche contro di lui; viceversa C può considerare sé stesso “belligerante” ed A negargli questa qualità, se preferisce subire l’interferenza che avere un nemico in più. Perché non ha i mezzi per battersi anche contro di lui. La questione è futile e giuridicamente insignificante. Quando si passa alla violenza, ognuno fa ciò che vuole fare. Punto.
Noi viviamo in questi giorni il problema delle armi all’Ucraina da parte degli Occidentali, e a molti questo sembra un problema giuridico. E invece non lo è affatto. Se il diritto avesse potere fra gli Stati, non ci sarebbero più guerre, esattamente come nei Palazzi di Giustizia si decidono controversie per miliardi, ma le risse sono rarissime. Viceversa nel mare, nella giungla, nel mitico West americano, dove non c’era il potere della Legge, imperava la legge del più forte. E nella politica internazionale è ancora così. Ecco perché l’Organizzazione delle Nazioni Unite è stata sin dalla fondazione un Ente totalmente inutile.
Gli Occidentali (e in particolare gli Stati Uniti e la Gran Bretagna) sono in guerra con la Russia? La Russia è in guerra contro la Nato e l’Occidente? Le armi che gli Occidentali forniscono all’Ucraina sono difensive od offensive? Se, con le armi “occidentali” l’Ucraina aggredisce la (o si difende dalla) Russia, gli Occidentali sono in guerra con la Russia o no? E la Russia ha sì o no il diritto di attaccare a sua volta gli Occidentali? Tutta una serie di domande sciocche.
Prendiamo – a campione – l’ultima domanda. “La Russia ha o non ha il ‘diritto’ di attaccare gli Occidentali? Ma già dobbiamo osservare che essa è mal posta. Eccola nei suoi giusti termini: “La Russia ha o non ha la forza di attaccare gli Occidentali, sempre tenendo presente che nessuno può usare le armi nucleari?” A mio parere la risposta, di fatto, è “No”. E se per la Russia fosse “Sì”, nessuno potrebbe impedirle di attaccare l’Occidente. Potrebbe addirittura farlo soltanto perché l’Occidente accoglie i profughi e così, fornendo a costoro vitto e alloggio, toglie potere all’assedio russo alle città ucraine. In guerra la validità dei ragionamenti è misurata dalla forza delle armi.
In realtà tutto dipende dal giudizio che la Russia dà della Nato. Se reputa che la Nato, se attaccata, schiaccerebbe la Russia, Mosca farà bene a subire qualunque cosa, pur di tenere la Nato fuori dalla guerra. Contra, contra, come si diceva nel Medio Evo.
Analogamente, se gli Occidentali reputano che la Russia non ha la forza di reagire contro di loro possono inondare l’Ucraina con armi di ogni genere, e non avranno nulla da temere. E questo è del resto l’atteggiamento in primo luogo degli Stati Uniti. Sul campo la Russia si è dimostrata debole perfino contro l’Ucraina e la conclusione è stata che è una tigre di carta, per quanto reboanti siano le sue parole ed apocalittiche le sue minacce. Se invece giudicasse di doverla temere, dovrebbe smettere subito l’invio di armi.
La guerra è una situazione in cui si combatte, non in cui si discute. E quando ha l’aria di una discussione, poi la storia dice che aveva ragione chi ha vinto.
giannipardo1@gmail.com

LE ARMI ALL’UCRAINA, NEI FATTI E NEL DIRITTOultima modifica: 2022-04-27T08:42:36+02:00da
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