Gianni Pardo

CAPIRE I NO VAX

Da sempre mi sono dato come principio indefettibile quello di seguire il detto di Terenzio: Nihil humanum a me alienum puto, non reputo alieno da me niente che sia umano. Per quanto lontano un pensiero possa essere dalla mia mentalità, cerco di comprenderlo, o almeno di capire in che modo qualcun altro possa crederci, e magari battersi per esso. Poiché i no vax appartengono alle persone di cui non capisco il modo di pensare, per me comprendere la loro protesta diviene una sfida. Una sfida che è per me anche un’allarmante preoccupazione, perché anch’io tendo a dare più retta al buon senso che a ciò che dicono i giornali, le televisioni e perfino “i sacri testi”.
Di fronte alla politica del deficit spending (cioè all’idea da tutti riverita secondo cui lo Stato può spendere indefinitamente più di quanto incassa) mi ribello in base al semplice buon senso. Ragiono cioè come Bertoldo: “S’è mai visto qualcuno che s’è arricchito facendo debiti?” E per questo poi mi dico: “Se sulla base del semplice buon senso vado contro illustri economisti, come oso poi contestare i no vax, che hanno lo stesso tipo di atteggiamento nei confronti degli scienziati e degli epidemiologi?”
Il problema comincia a divenire complesso. Contro certe illusioni di massa il buon senso fa faville, ma contro altre può condurre a sragionare. Ecco un esempio tratto dalla letteratura minore.
Nino Martoglio (1870-1951) ebbe la colpa di scrivere le cose sue più saporite in dialetto siciliano e per questo, anche se degno di Trilussa, è ignoto ai più. Una sua raccolta di poesie, “La Centona”, fu per decenni la Bibbia degli intellettuali isolani che volevano sorridere. Martoglio aveva infatti uno spiccato senso dell’umorismo. Ecco un suo sonetto, nel siciliano di cent’anni fa (oggi chiunque direbbe “U suli e a luna”). La traduzione non è mia.
LU SULI E LA LUNA
IL SOLE E LA LUNA
Chi nni vuliti, caru amicu miu,
Cosa volete farci, caro amico mio,
a mia m’ha fattu sempri ‘sta ‘mprissioni:
mi ha fatto sempre questa impressione:
ca a pettu di lu suli su’ un schifiu,
che di fronte al sole sono una cosa trascurabile
la luna e tutti li costillazioni.
la luna e tutte le costellazioni.
Lu suli è fattu di ‘na costruzioni
Il sole è fatto di una costruzione
ca fa ‘n caluri, salaratu Diu,
che fa una calore, sia lodato Dio,
ca s’arristora ‘na pupulazioni…
che ristora una popolazione…
e inveci, ccu la luna, non quariu!
e invece con la luna non mi riscaldo!
‘N mumentu… Approvu zoccu aviti dittu:
Un momento … approvo quello che avete detto
lu suli ci la vinci, in questa classi;
il sole, in questa classe è vincitore:
ma… in quantu a lustru, mi pariti pazzu.
ma… in quanto a luce, mi nsembrate pazzo.
La luna nesci quann’è scuru fittu
La luna esce quando è buio fitto
e ju sparagnu supra l’ogghiu a gassi…
ed io risparmio sopra il petrolio…
 ‘u suli nesci a jornu; chi nni fazzu?
il sole esce di giorno: che me ne faccio?

Il sonetto è divertente ma chiediamoci qual è l’errore del difensore della Luna. Nel momento in cui sostiene che si ha luce anche senza Sole ha ragione, se si intende che il Sole non sia sopra l’orizzonte. Ma la luce che si ha all’alba è il Sole che ce la dà, prima di sorgere, illuminando gli strati alti dell’atmosfera. Dunque il buon senso dà buoni risultati se parte da una buona informazione. Se si manca delle nozioni necessarie per sapere perché l’alba è luminosa prima ancora del sorgere del Sole, si dicono le sciocchezze di cui sorride Martoglio.
Nei secoli il buon senso ha indotto in errore miriadi di persone, anche intelligenti. Quando sono stati scoperti i microbi, e si è anche scoperto che potevano indurre malattie mortali, molti sono stati scettici. “In primo luogo, perché devo credere all’esistenza di qualcosa che non ho mai visto? E poi perché dovrei credere che un esercito di esseri invisibili, talmente sono piccoli, possa uccidere un omone come me, che peso novanta chili?”
Altri hanno dubitato che il siero di una persona malata di rabbia canina potesse proteggere dalla rabbia una persona sana: e Dio sa quanto penò Louis Pasteur, per fare accettare il suo vaccino. Fra l’altro, partiva svantaggiato in quanto era facile coprirlo di disprezzo perché non era nemmeno medico.
Ma questo è niente rispetto alla millenaria battaglia che l’intelligenza e la scienza hanno dovuto combattere per convincere la gente che non è il Sole che si muove, benché tutti lo vediamo andare ogni giorno da est ad ovest, ma è la Terra che gira su sé stessa. Qui il buon senso e l’evidenza dei sensi non sono valsi a nulla, se non a sbagliare più a lungo del perdonabile.
Così mi sono ricordato di un bel proverbio arabo (ma forse, come spesso avviene, questa è una delle tante versioni): “Allah, dammi la forza di cambiare le cose che posso cambiare; Allah, dammi la forza di sopportare le cose che non posso cambiare; Allah, dammi la sapienza di distinguerle”. Eh sì, distinguerle: questo è il problema.
Io sono contro i debiti, ma a suo tempo Berlusconi, per espandersi, fece debiti, riuscì nell’impresa, rimborsò i debiti, ed ha ampiamente meritato il titolo di Cavaliere del Lavoro. In altre parole, i debiti fatti da qualcuno sono un affare, i debiti fatti dalla maggior parte della gente sono fonte di guai. Allah, come faccio a distinguerli? Ennio Doris si presentò a Berlusconi e gli propose di fondare una banca. Berlusconi l’aiutò mentre al suo posto io, cosciente dei miei limiti e diffidente, non gli avrei prestato un soldo. Allah, puoi dire che avrei fatto bene?
Ecco, la diffidenza è una qualità, ma non lo è la diffidenza che nasce dall’ignoranza. E così torniamo ai no vax. Costoro conoscono così poco il metodo scientifico, e conoscono così poco il metodo scientifico applicato alla medicina, che se vedono due virologi di parere diverso pensano che uno dei due è un imbroglione e che la virologia non è una scienza. Per loro non c’è differenza fra l’astronomia, la geometria e la medicina. E non avrebbero certo la pazienza di ascoltare con umiltà qualcuno che cercasse di spiegargliela. Sicché rimangono vittime dei loro pregiudizi, della loro diffidenza, dei ciarlatani, e di false prospettive. Per esempio non si rendono conto che se il Covid non li spaventa è perché tanta parte della popolazione si è vaccinata, e che i morti sono in numero insignificante. Senza quei vaccini che loro rifiutano la gente morirebbe a decine di migliaia e loro correrebbero dai farmacisti ad implorare qualunque rimedio disponibile. In primo luogo il vaccino.
Ma così si conclude il cerchio. Anche cercando di capire il punto di vista dei no vax, dovrei in primo luogo parlare con un no vax informato. Quelli che vedo in giro non lo sono.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
29 novembre 2021

CAPIRE I NO VAXultima modifica: 2021-11-30T09:02:32+01:00da
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