Gianni Pardo

TESTE DI TURCO

Ci sono argomenti che mi annoiano, ed è normale. Ma ci sono argomenti che mi fanno schifo. Almeno, il tipo di schifo che può fare un argomento.
Comincio con uno dei casi meno gravi. Se da qualche parte vedo un articolo che parla di una lettera privata di cui si è avuta conoscenza contro la volontà dell’autore o del destinatario, e che dimostrerebbe che Tizio è una carogna, per principio non lo leggo. Perché chi ruba un documento destinato ad essere riservato mi fa più orrore di chi si comporta male. Certe cose, per quanto mi riguarda, “non si fanno”.
Poi ci sono argomenti che mi disturbano perché mi affliggono da qualunque angolatura li osservi. Prendiamo la morte del piccolo Samuele, il figlio di Anna Maria Franzoni. Sul momento di questo delitto si è parlato e discusso talmente che, se appena capivo che l’argomento era quello, cambiavo canale. Con quel problema avevo superato il limite di sopportazione per due motivi: il primo, che se ne era parlato troppo; il secondo, che ero più afflitto dalle dimensioni della tragedia di quanto fossi interessato a sapere chi era il colpevole. L’ipotesi che potesse essere colpevole la madre, e una madre tanto demente da essersi dimenticata di avere ucciso, era straziante. Lei poteva dunque soffrire come se quel bambino gliel’avesse assassinato un altro, e soggettivamente il fatto che potesse essere “fuori di testa” non attenuava il suo dolore. Infine lei e la sua famiglia ebbero l’idea balorda di affidarsi ad un avvocato “fiammeggiante” come Carlo Taormina il quale si intestardì a “farla totalmente assolvere” al punto da non chiedere nemmeno una perizia psichiatrica. E infatti il giudice, per tenere conto delle condizioni mentali dell’imputata, e toglierle qualche anno da scontare, dovette letteralmente contorcersi nella motivazione della sentenza.
L’argomento che ora mi fa scappare è il vaccino. Non perché sia contro le vaccinazioni (ho già avuto anche la terza dose) ma perché non è sopportabile che si parli di un solo argomento, da mane a sera, su tutti i mezzi di comunicazione, per due anni di seguito. E non abbiamo ancora finito. Gli altri saranno buoni e pazienti, io sono stufo. Ed è col credito acquisito non parlando della pandemia (o parlandone raramente) che mi accingo a dire quel che penso del vaccino.
Benché ci fosse la guerra, sono stato vaccinato sin da bambino. E poiché alcuni degli altri bambini avevano paura, per dare l’esempio mi sono fatto vaccinare per primo. E sono ancora qui. Poi, per anni, ho sempre chiesto di essere vaccinato contro l’influenza. E sono ancora qui. In passato una volta sono stato vaccinato contro la rabbia, e sono certo che da allora è morto il cane, non io. Insomma non so quanti vaccini ho avuto, in vita mia, e questo per la buona ragione che, se ho dato importanza a qualcosa, è stato alla malattia, non al vaccino.
Dal punto di vista storico, avrei detto che le paure riguardanti il vaccino fossero finite già al tempo di Pasteur, che ebbe a soffrirne personalmente. E credevo che questo rimedio fosse ormai acquisito. Magari direte che mi sbagliavo, ma come me, per decenni, si sono comportati tutti gli altri. Il vaccino era una cosa banale ma utile, e tutti i bambini erano vaccinati. Se dei genitori non avessero fatto immunizzare i piccoli contro la polio, li avremmo considerati dei criminali.
Per decenni è andata così e nessuno si è lamentato. Ogni anno i media ci hanno ricordato che si tornava all’ora solare e che era tempo di farsi inoculare il vaccino antinfluenzale. E naturalmente in molti siamo corsi dal medico. E quest’anno che cosa è successo?
Ecco la mia teoria. Gli uomini non sanno vivere senza un pensiero che nel cervello gli riempia la casella “preoccupazione”. E se non l’hanno se l’inventano. Moltissimi hanno anche bisogno di una fobia collettiva, ad esempio quella delle sofisticazioni alimentari. Quando fu il loro momento tutti se ne preoccuparono così vivamente, da rasentare la follia. La ricerca dei cibi genuini, non adulterati, non inquinati da conservanti e schifezze varie, divenne un dovere nazionale, a costo di salire in montagna per trovare un formaggio sicuramente “fatto col latte”, meglio se non pastorizzato. Io ridevo, sapendo che quei prodotti erano sempre stati usati, e lo sarebbero stati appena passata la bufera, e dunque aspettavo pazientemente la fine della “psicosi”.
Ma finita una, ne cominciava un’altra. Così ci furono la mucca pazza, gli additivi, i coloranti, l’olio di palma e, soprattutto, la fobia degli ogm; dimenticando che senza di essi non avremmo grano abbastanza. Addirittura, non avremmo il bassotto e l’alano, e – forse – non avremo nemmeno il vaccino Pfizer, quello che mi sono fatto tre volte. Chissà, ormai sono anch’io un ogm.
L’umanità somiglia a un vecchio svanito che ogni tanto dà i numeri. Come ha fatto in negativo con l’olio di palma, colpevole di non so che cosa, e in positivo con i prodotti bio. Come se con l’agricoltura tradizionale non fossimo già arrivati a sette miliardi e passa. Forse bisogna rassegnarsi: “Sapete, è anziano, non vi preoccupate, poi gli passa”.
Alla mania collettiva si accoppia la voglia di protestare. Non importa contro che cosa, tanto il fenomeno infatti è costante. Ogni autunno gli studenti scioperano, forse per attenuare lo shock del ritorno a scuola. Le scuse cambiano sempre, ma non hanno importanza. Tanto sono semplicemente delle scuse. E i giovani adulti non sono migliori. Anche loro hanno bisogno di una rogna da grattarsi, se possibile menando le mani contro la polizia, contro i fascisti, e sfasciando roba altrui. Ora hanno scoperto che possono protestare contro il vaccino (come fosse un veleno per topi) e sono soddisfatti. Anche perché possono protestare a rate, ogni fine settimana.
Per giunta i no vax sono divenuti tutti virologi, e saprebbero spiegarvi perché protestano. Ma temo che la vera spiegazione sia la mia: hanno bisogno della testa di turco per divertirsi alla fiera del villaggio. Finché quella testa di turco non passerà di moda e ce ne metteranno un’altra.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
16 novembre 2021

TESTE DI TURCOultima modifica: 2021-11-16T14:09:27+01:00da
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