Gianni Pardo

PERCHÉ I NO VAX VIOLENTI

Domanda: “Perché tanti italiani sono contro i vaccini e il green pass?” Risposta: “Perché non hanno trovato di meglio contro cui protestare”.
Sembra una battuta sprezzante ed è invece un principio perfettamente serio. Ne è prova che si applica a tutti, incluso il sottoscritto.
Facciamo un esempio teorico. Immaginiamo un uomo che lavori in uno stabilimento a quattro chilometri da casa. Ogni mattina prende l’auto e va a lavorare. Finché un giorno, uscito dal portone, vede che la sua automobile non c’è più. Gliel’hanno rubata. E questo significa che se vorrà andare a lavorare dovrà alzarsi parecchio prima e poi pedalare per quattro chilometri, che faccia bello o nevichi. Ovviamente quell’uomo imprecherà contro la mala sorte e dirà che, se avesse sottomano il ladro, gli torcerebbe il collo.
Compare però l’Arcangelo Gabriele che gli dice: “Dio ha avuto pietà di te e ti dà un’alternativa. Potrai riavere la tua automobile ma sarai disoccupato. Ma puoi anche scegliere la situazione attuale”. Ovviamente qualunque uomo di buon senso si terrebbe stretto il lavoro. Nell’Italia d’oggi la perdita dell’automobile è grave, ma non quanto perdere il lavoro.
E c’è di più. Ammettiamo che quell’uomo abbia sia il lavoro sia l’automobile: pensate che in casa sua regnerà la pace? Nient’affatto. La tragedia del giorno è il rischio di bocciatura del figlio dodicenne. Prenderlo a sberle o rassegnarsi che perda l’anno? Pagare lezioni private o per caso l’umiliazione di dover ripetere l’anno potrebbe renderlo più diligente? Fra i coniugi la discussione infuria e forse l’unico tranquillo è il ragazzo, abituato a vedersi promuovere anche senza avere studiato.
Le dimensioni di qualunque problema dipendono dal contesto. Se il contesto è positivo, anche un problema piccolo sembra grande. Se il contesto è negativo, anche un grande problema diviene secondario. Se ci dicono che abbiamo il cancro qualunque altro problema diviene insignificante.
Il problema dei vaccini sembra enorme semplicemente perché non ce ne sono altri. Immaginate invece che fra un paio di mesi, per mancanza di gas, ne venga sospesa l’erogazione salvo un paio d’ore al giorno. E immaginate anche che faccia veramente freddo e non ci sia riscaldamento. Ed anzi che non possiate nemmeno cucinare, perché la cucina è a gas. Pensate che i giornali parlerebbero del green pass?
L’opposizione al vaccino dipende dal fatto che, a causa del vaccino, non sta morendo nessuno di pandemia. Se gli italiani cominciassero a morire a migliaia ogni giorno, i moti di piazza sarebbero contro il governo che non ci fa avere i vaccini. Anche a pagarli noi.
Insomma non chiedete perché dei giovani violenti rompono vetrine, bruciano automobili, vandalizzano negozi o feriscono carabinieri. La risposta è: “Perché sentono il bisogno di menar le mani”. E a questo scopo approfittano della scusa di oggi. Una scusa di cui in fondo non gli importa nulla, non più di quella di ieri né meno di quella di domani.
Questa tesi si dimostra facilmente, tenendo conto del grado di cultura degli interessati. La stessa Greta Thunberg, che sale in cattedra per bacchettare il mondo, era un’“asinella” nella scuola normale. Come mai dovrebbe essere esperta in una scienza in cui brancolano esperti ben più esperti di lei?
Vale anche in politica. Immaginate di fermare per strada un comunista medio e di fargli un esame di marxismo. Pensate che alla fine sareste ammirati della sua cultura? Nello stesso modo, se un giovane “combatte” con la violenza contro la globalizzazione, la Nato, la deforestazione o il salario minimo, pensate che sappia qualcosa, di tutti questi argomenti? Se va bene saprà snocciolarvi uno slogan o due, ma certo la sua informazione non va più lontano. Se è un ignorante (come la stragrande maggioranza dei giovani) lo è coscienziosamente a trecentosessanta gradi.
Lo stesso collegamento con i partiti – ideale o concreto che sia – è soltanto strumentale. Un semplice paravento. E gli stessi partiti a volte ne approfittano soltanto perché non gli costa niente mettere una firma sotto quello che altri hanno fatto.
La violenza di piazza non riguarda l’ideologia, riguarda la psichiatria. Ed è questo che la differenzia fondamentalmente dalla manifestazione politica.
La violenza è drammatizzazione esterna di conflitti interiori; la manifestazione, lo dice la stessa parola, rende palese che cosa pensa un gran numero di persone. E per questo non ha bisogno della violenza. Per esempio, nel 1980, contro gli eccessi dei sindacati si ebbe a Torino la cosiddetta “Marcia dei quarantamila”, nel corso della quale non fu torto un capello a nessuno. Sfilavano non degli operai qualunque ma dei “quadri Fiat”, e la tesi che sostenevano era che, se i sindacati avessero continuato ad esagerare, si sarebbe assassinata l’industria. Il fatto rappresentò una svolta nella storia italiana. Come si vede, una tesi valida, sostenuta da persone che normalmente non “scendono in piazza” fu più efficace (ed infatti è più ricordata) di autentiche battaglie campali in occasione dei vari “G”, come il “G20”, se non vado errato.
La Rivoluzione Francese non trionfò perché macellò migliaia di persone con la ghigliottina ma perché aveva idee nuove e feconde. Tanto valide da sopravvivere alla sconfitta di Waterloo e al patetico tentativo di restaurazione. I giovani violenti, invece, non hanno niente da dire e molto da imparare: e per cominciare, a non vivere a spese dei genitori.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
15 ottobre 2021

PERCHÉ I NO VAX VIOLENTIultima modifica: 2021-10-16T11:38:32+02:00da
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