Gianni Pardo

GREEN DEAL

Green Deal, transizione ecologica, economia sostenibile, fonti rinnovabili, decarbonizzazione. Ci sono dei termini che ci girano intorno come mosconi o vespe, senza che riusciamo a difendercene. E, quel ch’è peggio, a capirli.
Partiamo da zero, cioè dal sogno. Immaginiamo un mondo in cui alcune centrali producano energia elettrica a volontà, senza un filo di fumo e senza il minimo inquinamento. Già soltanto questo cambierebbe il mondo. Non soltanto l’elettricità è la forma più nobile di energia, ma opera immediatamente, è adatta tanto a far funzionare minuscoli apparati come quelli per migliorare l’udito dei vecchi o giganteschi treni merci lunghi centinaia di metri. Può dare indifferentemente forza motrice, luce, calore e perfino acqua potabile, dissalando il mare. Se poi veramente fosse a costo praticamente zero, con l’acqua di mare dissalata si potrebbe mettere a coltivazione anche il deserto. Infine permetterebbe di risparmiare i preziosi idrocarburi – oggi assurdamente bruciati – e utilizzarli per le produzioni industriali, come la plastica e gli altri infiniti prodotti a base di petrolio. Sto parlando di un miracolo. Purtroppo, come i miracoli, è inverosimile.
Il mondo sognato dai verdi è altamente desiderabile. La discussione non è sul suo valore ma sulla sua fattibilità.
Per cominciare, segnalo una riprova elementare delle troppe illusioni che circolano su questo argomento. In questi giorni ci vengono annunciati rincari a due cifre della luce e del gas, e se non si arriva al previsto 40% non è perché l’allarme fosse infondato ed eccessivo, ma perché lo Stato corre a ripianare una parte del debito. E proprio questo è il punto: nel momento in cui si parla di rincari del 40%, quale occasione migliore per ricorrere alle energie alternative? Come mai nessuno propone questa brillante soluzione? La ragione è semplice: quelle energie o non esistono o economicamente non sono tali da potere competere con le fonti tradizionali nemmeno con un bonus del 40%!
Naturalmente i fanatici dell’ecologia obietteranno che, se ci avessimo pensato prima, potremmo già oggi avere sufficienti impianti per fare a meno delle energie tradizionali. Io personalmente non ci credo, ma la domanda è un’altra: quanto sarebbero costate queste pale eoliche e questi pannelli fotovoltaici? È vero che in passato avremmo potuto creare maggiori risorse da energie rinnovabili, ma appunto, perché non le abbiamo create? Semplicemente perché il saldo non sarebbe stato attivo. Cioè si spendeva più di quanto si otteneva. E infatti, se si fosse ottenuto più di quanto si spendeva, che cosa avrebbe frenato lo Stato e gli stessi privati?
Ricordiamo che l’idroelettrico è di fatto integralmente già sfruttato, da decenni, sicché è illusorio sperare incrementi da quella parte. E tolto l’idroelettrico il resto delle energie alternative è rimasto una costosa quantité négligeable.
Dunque attualmente, e per chissà quanto altro tempo ancora, la transizione ecologia è un’operazione che, in vista di un vantaggio futuro (e incerto), richiede un notevole esborso attuale. Ciò significa, traducendolo in numeri, che se ci intestardiamo a passare al “verde” in tutti i campi, dobbiamo mettere in conto un notevole impoverimento del Paese, dal momento che – come sopra dimostrato – per moltissimo tempo si spenderebbe più di quanto si incassa.
Ecco perché mi viene da sorridere quando gli imberbi (ma stavo per scrivere imbecilli) si entusiasmano a parlare di transizione ecologia come se si trattasse soltanto di entrare o non entrare nell’Eden. Accanto a quell’ingresso c’è il botteghino in cui acquistare il biglietto, ed è attualmente un biglietto il cui costo fa atterrire anche il ministro Cingolani. Fra l’altro ricordiamo che gli “ecologisti” sono anche contrari al nucleare, e che durante una notte buia e senza vento non c’è alcuna produzione di energie rinnovabili. E tuttavia la vita deve andare avanti, no?
Né mi consola sapere che le spese per la “transizione ecologica” saranno affrontate con i prestiti dell’Unione Europea. Prestiti significa che quei soldi vanno restituiti. E come? Le pale eoliche produrranno tanta energia non soltanto da alimentare il Paese, ma da venderla all’estero e cominciare a ripagare i debiti? Alzi la mano chi ci crede e poi esca dall’aula, in modo da diminuire la media della stupidità.
La sintesi è semplice: o si rinuncerà a questa famosa “transizione ecologica” o costerà tante lacrime e tanto sangue che non mi sento di augurarla a nessuno. Così ho aggiornato un mio vecchio principio. Prima scrivevo: “Ricordatevi che, per quanti mali possano soffrire gli italiani, non ce ne sarà uno che non avranno meritato”. Ora, con l’aggiornamento, non si parlerà più di italiani, ma di “cittadini dei Paesi sviluppati”. Naturalmente sviluppati economicamente soltanto, che avevate capito?
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
2 ottobre 2021

GREEN DEALultima modifica: 2021-10-02T10:46:31+02:00da
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