Gianni Pardo

IL VACCINO? PAGATEVELO

Leggo sui giornali che il prezzo di una dose del vaccino “Pfizer-Biontech” costa quasi venti euro, e quasi ventisei una dose di “Moderna”. E ciò dà da pensare.
Il primo problema che viene naturale porsi è: ma quanto costano, al litro? Ammettendo che ogni dose sia di due centimetri cubi, in un litro ce ne sono cinquecento, che moltiplicato venti euro fa 10.000. 10.000€ al litro non sono piuttosto molti? Che diamine di profitto fa, la Pfizer, sul vaccino che produce? Nessuno ignora il costo dei mesi della ricerca, delle sperimentazioni, dell’enorme personale messo in moto e frustato perché corresse a perdifiato, ed anche le difficoltà di produzione, confezionamento, spedizione (sempre a temperatura da super-freezer) ma alla fine uno inevitabilmente torna da principio: sarà pure prodotto con una formula del tutto innovativa, basata sull’ingegneria genetica, e non sul principio dei vaccini di Pasteur, ma 10.000€ al litro non sono molti?
E tuttavia, se questo vaccino avessi dovuto procurarmelo a spese mie, sarei corso a procurarmelo e a farmelo iniettare. Da un lato 20€, dall’altro la certezza di non morire di Covid. Dove lo vendono?
Dunque è inutile tirare sul prezzo. Chi vende un medicinale salvavita può tirare sul prezzo quanto vuole e, se chiede troppo il torto è di chi non riesce a fargli concorrenza. Se noi italiani non siamo capaci di produrre quel medicinale, dobbiamo sottostare alla legge di chi può produrlo. Non è vero che tutti gli uomini sono uguali, alcuni producono il Pfizer, sono belli e forti, altri sono brutti, deboli e sanno produrre al massimo una gazosa.
Del resto, c’è di peggio. Noi non siamo stati capaci di produrre questo vaccino ma possiamo comprarcelo. Facendo ancora debiti, ma possiamo comprarcelo. Peggio va a quei popoli che non sono in grado né di produrlo né di comprarlo. C’è gente che con venti euro campa quattro giorni o più: come potrebbe spenderli, tutti in una volta, per due millilitri di prodotto? E questo dimostra quanto poco il mondo sia cambiato, dall’età della pietra. La legge più forte, del “fittest to survive”, è eterna.
Smettiamola con questa sciocca litania dell’uguaglianza. L’uguaglianza che dobbiamo perseguire è quella dinanzi alla legge (uguaglianza in base alla quale anche i magistrati dovrebbero essere responsabili almeno per colpa grave) ma per il resto non dimentichiamo che le differenze ci sono e ci saranno sempre. Non basterà esorcizzarle col linguaggio politically correct: chi è alto un metro e venti non è verticalmente svantaggiato, è un nano e basta. Del resto, come osano imporre la political correctness gli accoliti della sinistra che chiamano nano Berlusconi, alto 1m65, come tantissimi italiani nati negli Anni Trenta?
In conclusione, non soltanto noi uomini non siamo tutti uguali ed io, addirittura, sono un tantino meno bello di Clint Eastwood, ma a volte la differenza è fra potersi o no permettere un vaccino, fra vivere o morire. Ed ecco perché il corrente proclama: “Facciamo avere il vaccino gratuitamente ai Paesi poveri!” è stupido. Se parliamo del vaccino Pfizer, per due miliardi di poveri farebbero quaranta miliardi di euro. Un’elemosina che, francamente, non si può permettere neanche il Papa. Senza dire che moltissimi Paesi non avrebbero una catena del freddo tale da poter importare e utilizzare il vaccino Pfizer.
Ma se questi fatti dimostrano quanto dura sia la realtà rispetto ai sogni di chi, a parole, vorrebbe sanare i mali del mondo, una seconda considerazione riguarda la stupidità di coloro che rifiutano, gratis, un simile prezioso vaccino.
Secondo me una delle ragioni di questo rifiuto, in Italia, è la sua gratuità. Ciò che è di poco prezzo è disprezzabile. Ed anzi, i furbacchioni di casa nostra pensano che, se lo Stato lo fornisce gratuitamente, significa che ha un suo interesse ad iniettarlo alla gente, che forse mette in pericolo.
Lo Stato non avrebbe dovuto distribuirlo gratuitamente. Avrebbe dovuto richiedere quindici euro di ticket alle persone normali, e soltanto cinque euro ai poveri, in modo che fosse chiaro che, normalmente, tutti avrebbero dovuto pagarselo. Gratis non bisogna offrire nulla, perché gratis significa che ci guadagna chi l’offre, oppure che è una truffa. Senza dire che avrei permesso a qualche società tipo Amazon di praticare sconti, in modo che i furbi si sarebbero precipitati ad ottenerlo a “prezzo scontato”.
Al prossimo bisogna parlare nella lingua che conosce. Ho letto che l’introduzione della patata a suo tempo incontrò delle difficoltà, che furono infine risolte quando, invece di cercare di spiegare alla gente quanto fosse conveniente usarle nell’alimentazione, recintarono un campo coltivato a patate, lo munirono di ogni sorta di difesa, compresi dei guardiani giorno e notte, fino ad indurre i ladri a rubare un prodotto tanto prezioso, e a provarlo. Vero o non vero, l’aneddoto spiega che è più facile vincere contando sulla stupidità del prossimo che sulla sua intelligenza. Purtroppo, gli unici che l’hanno veramente capito sono i politici. Ma nemmeno questo sempre, come dimostra la storia dei vaccini.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
5 agosto 2021

IL VACCINO? PAGATEVELOultima modifica: 2021-08-05T13:51:46+02:00da
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