Gianni Pardo

IL PRESUNTUOSO

IL PRESUNTUOSO

Se qualcuno si chiede se esista una vita dopo la morte, o se dopo la morte non ci sia che il nulla, l’ascolto cortesemente. Se prosegue dicendomi che in fondo siamo immersi nel mistero, che non si può essere sicuri di niente, che il futuro ci potrebbe rivelare cose che nemmeno immaginiamo, continuo ad ascoltarlo. L’impressione sarebbe quella di una conversazione pensosa, ad alto livello. Se però il mio interlocutore si accorge di come la penso io, è presto urtato dalla mia negativa sicurezza: molti infatti si considerano profondi proprio perché esprimono quei dubbi e non si capacitano che questo dannato vecchio, che pure loro prima stimavano, personalmente non ne abbia. In realtà è solo che la coerenza delle idee può far apparire rigidi.

Qualcuno dice: “Non è che io creda in tutto ciò che sostengono il Papa e la Chiesa! Sono cattolico, sì, ma a modo mio”. Questa affermazione è assurda: non si può essere “cattolici a modo proprio”. A modo proprio si può solo essere eretici. Oppure protestanti. Ma chi lo fa notare appare terribilmente rigido.

Analogamente, se si crede nella scienza e non si crede in Dio, non si può credere ai miracoli. Il miracolo è infatti una sospensione delle leggi naturali che solo Dio può attuare. Per questo, se vediamo un uomo galleggiare nell’aria, dobbiamo credere di star sognando. Oppure che c’è un trucco. In nessun caso si può credere che quell’uomo stia contraddicendo la legge di gravità.

Una mentalità di questo genere si estende a molti campi. Non credendo allo spirito, non si può credere all’anima immortale. Dunque non si può ipotizzare una vita dopo la morte e diviene obbligatorio escludere metempsicosi, fantasmi, Poltergeist e ogni fenomeno che si riporta a cause soprannaturali. Se si incontra un fantasma bisogna dirgli: “Non mi fare perdere tempo, lo sai bene che non esisti”.

La scienza può essere contraddetta da una migliore scienza, non dalla fantasia o da una credenza immotivata. Per questo l’intera parapsicologia, di cui non s’è avuta una sola prova scientifica, è qualcosa di cui non val la pena di occuparsi. Oltre tutti i fenomeni ondulatori, oltre l’elettricità e il magnetismo non è che ci sia molto altro: se dunque si parla di trasmissione del pensiero, si parla di una favola. Il cervello ha un’attività elettrica percettibile solo da appositi, sensibilissimi strumenti e non ha una tale forza da emettere radiazioni come una stazione radio. Se le emettesse, magari fino solo ad un metro di distanza, queste radiazioni sarebbero comunque captabili dagli strumenti, e dal momento che ciò non avviene è chiaro che la trasmissione del pensiero è impossibile. Se dunque ce ne mostrano un esempio, bisogna levarsi il cappello dinanzi all’illusionista, ma non per questo credere l’incredibile.

Certe idee-caposaldo – quelle che fanno apparire presuntuosi – hanno conseguenze in molti campi. Fino a dare l’impressione di un corpus fideistico, mentre in realtà si tratta di corollari. E proprio per questo, in caso di discussione, non bisognerebbe contestare i corollari, bisognerebbe contestare i principi da cui essi dipendono. Non è il miracolo che dimostra l’esistenza di Dio (gli stessi Vangeli parlano di falsi miracoli), è l’esistenza di Dio che dimostra la possibilità dei miracoli.

La mentalità scientifica si piega ai fatti. Dal momento che durante l’anestesia, anche ad essere fatto a fette dal chirurgo, l’interessato non ha sensazioni, si può presumere che chi è in coma profondo (situazione più grave di quella dell’anestesia totale) non sa di esistere. Non soffre, non sente nulla e non sentirà mai nulla. Tutto ciò che si dice intorno a questo problema, a base di “chissà?” e di “che ne sappiamo?”, è una perdita di tempo. E poi, chi ha di questi dubbi, come mai al bisogno si fa operare? Non teme il dolore?

Da questo atteggiamento nasce una mentalità che crede solo a ciò che è evidente e non a ciò che appassiona la fantasia. Oswald ha ucciso Kennedy ed è stato solo lui: perché è tutto ciò che sappiamo per certo. Non si può credere alla maledizione del faraone, perché le maledizioni sono parole vane. L’Atlantide, con buona pace di Platone, è solo una fantasia, perché non c’è nulla che la dimostri. Insomma si può chiudere il libro delle favole per adulti. Del resto, siamo tanto ignoranti e abbiamo tante cose da imparare, fra quelle sicure, che la vita è troppo breve per occuparsi di quelle ipotetiche.

Qualcuno a questo punto obietta: “Ma per te esiste solo quello che si vede, come lo si vede? Ti rendi conto di quanto è triste, tutto questo? La vita sarebbe solo questa vicenda banale, insulsa e vagamente zoologica che tu descrivi? Non è possibile. Sarebbe troppo brutto.”

Purtroppo per alcuni la verità non è tale se bella o brutta: è tale se provata o no.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

6 febbraio 2009

 

IL PRESUNTUOSOultima modifica: 2009-02-08T16:15:33+01:00da
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