Gianni Pardo

ALCUNI EFFETTI DEI SESSANTA MILIARDI

Gli aiuti e gli armamenti recentemente consegnati o in via di consegna all’Ucraina potrebbero avere molteplici effetti. Sullo stato d’animo dei combattenti ucraini, ma anche e soprattutto sullo stato d’animo scoraggiato dei russi. Contrariamente alla versione trionfalistica di regime, questi combattono controvoglia, su un terreno che non gli appartiene, ed hanno già visto morire troppi dei loro commilitoni. Il numero dei propri morti, secondo le abitudini russe, lascia completamente indifferenti gli alti gradi dell’Armata. Si è visto durante la Prima Guerra Mondiale, fino ad essere una delle molle fondamentali della Rivoluzione d’Ottobre. E si è visto nella Seconda Guerra Mondiale. Chissà che anche in questa i soldati non si sentano piuttosto mandati a morire che mandati a combattere.

Molto più serio è comunque l’effetto sul campo di battaglia. Già sono arrivati gli Atacsm a medio raggio (non più 160 km ma quasi il doppio, 300 km). E questi missili, molto perfezionati, rappresentano una serissima minaccia per le strutture militari che prima si credevano in posizioni invulnerabili. Un aumento di 150 km significa mettere in grave pericolo le strutture militari: depositi di armi, linee ferroviarie, concentramenti di truppe e via dicendo. Tutte cose che gli ucraini fino ad ora avranno potuto studiare, senza poterle colpire, e da domani saranno un bersaglio prima che possano essere evacuate. Per non parlare delle forzate irregolarità nel collegamento e nei rifornimenti con le prime linee.

La storia di questi Atacms a medio raggio è interessante. Gli Ucraini li hanno richiesti infinite volte e infinite volte sono stati negati. Poi i russi hanno detto che avrebbero dispiegato analoghi missili di fattura nordcoreana, e gli Stati Uniti hanno fatto pressione perché Mosca non lo facesse. Ma Mosca, come sempre altezzosa, li ha comprati e portati in zona di operazioni. Questo ha tolto ogni scrupolo agli americani, che hanno ribattuto con gli Atacms di medio raggio. E ci sarà poco da stare allegri per i russi, perché questi prodotti sono sofisticatissimi e precisissimi.

Qualcuno potrebbe pensare che questo sia ottimismo pro-americano, ma la ragione di questo punto di vista è molto più semplice. Se un’industria bellica deve progettare e fabbricare un cannone, un aeroplano o un missile, si concentra ovviamente su ciò che è fondamentale nel cannone, nell’aeroplano o nel missile. Ma se in quell’arma sarà necessaria una maniglia, un interruttore di corrente o una lampadina, li comprerà sul mercato. E questo fa la differenza. Tutti i prodotti di un Paese sviluppato sono di alta qualità, perché devono combattere contro un’agguerrita concorrenza e soddisfare dei compratori esigenti. Mentre i Paesi poveri o dittatoriali producono pressoché sempre merce di scarsa qualità. Vale – credo – dalle spille da balia alle portaerei. Dunque c’è da pensare che faranno più danni i missili americani che quelli coreani. Ma staremo a vedere.

Qualcosa di analogo si avvererà se le promesse saranno mantenute in altri campi. Se l’Ucraina disporrà di un’adeguata difesa antiaerea (in particolare sistemi anti-missile Patriot) i russi potranno dire addio all’attuale monopolio dell’aria. Non potranno più attaccare dai cieli ucraini, ma soltanto con i missili e i droni. Anche perché il costo degli aeroplani è proibitivo in ogni caso, e non vale la pena di sprecare aerei e piloti per colpire obiettivi di modesto valore. Né le cose sono più facili per gli obiettivi di grande valore, perché sono i primi che gli ucraini cercheranno di difendere al meglio.

Tutto ciò però – salvo imprevisti – non lascia prevedere controffensive ucraine fulminanti, e la ragione l’abbiamo vista in questo inverno. Quando l’Ucraina è stata sostanzialmente abbandonata al suo destino, invece di crollare e arrendersi, si è difesa valorosamente, cedendo al nemico soltanto qualche chilometro quadrato. Ciò perché, si dice, la ratio giusta in caso di attacco, è di 4/6 attaccanti per ogni difensore. Tanto la difesa è più facile dell’offesa. Ma la regola vale anche per l’Ucraina che, se domani dovesse attaccare, scoprirebbe dovunque le difficoltà che ha incontrato a sud, quando ha cercato di sfondare fino ad arrivare al Mar d’Azov e si è invece impantanata a Robotyne. Se ancora la tiene.

L’effetto dei sessanta miliardi americani e degli altri aiuti si vedrà nel tempo ma a naso, oggi, a non voler parlare di vittoria, c’è da pensare che l’Ucraina avrà ottenuto almeno un altro anno di ossigeno.

Il seguito della storia non è scritto da nessuna parte. Se gli Stati Uniti e l’Europa Occidentale aiuteranno seriamente l’Ucraina, questa potrebbe anche vincere. Ma le democrazie seguono forzatamente il parere dei popoli, e la storia ha ampiamente dimostrato che la voce del popolo non è affatto la voce di Dio. È su questo versante che è lecito esprimere i più grandi dubbi.

ALCUNI EFFETTI DEI SESSANTA MILIARDIultima modifica: 2024-05-11T16:53:09+02:00da
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