Gianni Pardo

IL SENATO AMERICANO DECIDE

Il Senato americano ha raggiunto l’accordo sui 110 miliardi da destinare all’Ucraina, a Israele e a Taiwan, oltre che per la pressione migratoria. E questa decisione conferma – contrariamente a quanto Mosca aveva sperato e in parecchi avevamo temuto – che nulla è cambiato in politica estera. Il timore era giustificato. I finanziamenti erano assolutamente necessari ma nulla di ciò che è futuro si può dare per certo. Infatti i popoli capiscono molto meglio una minaccia diretta che una minaccia indiretta, un concetto troppo difficile per i simil-cervelli dei pacifisti. Se i carri armati russi fossero con i motori accesi a un chilometro dalla frontiera tedesca, tutta l’Europa capirebbe il pericolo che si profila, e nessuno direbbe che la cosa riguarda la Germania. Se invece quegli stessi carri armati fossero dinanzi alla frontiera orientale della Polonia, molti si chiederebbero se val la pena di mobilitarsi per Varsavia. «Morire per Danzica?», ci si chiedeva nel 1939. La minaccia alla Germania sarebbe diretta, quella alla Polonia indiretta. Ma ai governanti, soprattutto dopo l’esperienza della Seconda Guerra Mondiale, è chiaro che chi oggi non si batte per la Polonia domani dovrà battersi per la Germania. E magari già sul suolo tedesco. I disinformati considerano l’attuale guerra una questione russo-ucraina, le teste pensanti sanno bene che si combatte per decidere se debba averla vinta l’espansionismo russo o la protezione delle frontiere occidentali e della democrazia. Con le potenze aggressive l’appeasement non serve a niente. Serve a rinviare e peggiorare il problema. Come avvenne con i Sudeti e la Cecoslovacchia nel secolo scorso, ed è avvenuto con la Crimea. Putin non avrebbe attaccato nel 2022, se fosse stato fortemente contrato nel 2014. L’Occidente va a rimorchio degli avvenimenti, invece di anticiparli, ma la sua forza sostanziale non promette nulla di buono alla Russia.

IL SENATO AMERICANO DECIDEultima modifica: 2024-02-05T09:40:20+01:00da
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