Gianni Pardo

UN BRACCIO LEGATO DIETRO LA SCHIENA

A volte un titolo di giornale è sufficiente per avere il polso di un mondo politico. Eccolo: «I raid americani non piegano gli Houti». Uno lo legge e pensa, inevitabilmente, che gli Houthi stiano vincendo e gli americani stiano perdendo. Anzi, pensa che gli americani stiano perdendo dopo avere già fatto il massimo sforzo per piegare un grande popolo che tiene in scacco l’esercito e la flotta degli Stati Uniti. Poi invece, se qualcuno ci dà di gomito mentre sonnecchiavamo, apriamo gli occhi e ci rendiamo conto che qualcuno ci sta prendendo per i fondelli. Oppure che gli anglo-americani sono pazzi. «La seconda che hai detto», risponderebbe Corrado Guzzanti.
Gli alleati potrebbero radere al suolo l’intero Yemen, senza nemmeno sporcarsi le mani, in un giorno o due. La sproporzione delle forze è tale che una vittoria anglo-americana suonerebbe sleale, come quella di un supermassimo contro un peso mosca. E allora come si spiega, quel titolo? Si spiega con la suggestione. Se un gigante è talmente stupido da lasciarsi maltrattare da un ragazzino di dodici anni, mingherlino per giunta, gli spettatori ne deducono che il ragazzino è forte e il gigante è debole. Prova ne sia che ha paura.
In realtà si tratta soltanto di timidezza, complessi, scrupoli o, come avrebbe detto Bertoldo, stupidità. Americani e inglesi prima, ed ora l’Unione Europea, tutti in coro dicono che bisogna ristabilire la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso ma senza nessuna operazione di terra in Yemen. E perché mai, di grazia? Che cosa vieta le operazioni di terra? Quel Paese non ha forse dichiarato guerra (sostanzialmente) a tutti i Paesi contro le cui navi vengono lanciati razzi? Se dell’operazione di terra si poteva fare a meno, bene. Se non basta, come dice il titolo di quel giornalone, perché non fare il necessario perché cessi lo sconcio? Quale follia ottenebra le menti dei dirigenti occidentali?

UN BRACCIO LEGATO DIETRO LA SCHIENAultima modifica: 2024-01-26T07:51:12+01:00da
Reposta per primo quest’articolo