Gianni Pardo

PUTIN AMMETTE GLI ERRORI ALTRUI

Le autorità ungheresi e ceche si erano lamentate che “l’Urss si è comportata come un colonizzatore quando ha portato i carri armati a Budapest e a Praga”, e Valdimir Putin – uomo indubbiamente coraggioso – durante l’Eastern Economic Forum ha detto che: “La Russia ammette l’errore della politica estera dell’Urss per i carri armati in Ungheria e Cecoslovacchia”. “Questa parte della politica dell’Unione Sovietica era sbagliata e ha portato solo all’escalation delle tensioni”. Insomma ha il coraggio di ammettere gli errori altrui. Se tali sono.
Poi ha proseguito dicendo che – secondo quanto riferisce l’Ansa – “L’Occidente, in primo luogo gli Stati Uniti, nella sua politica estera si muove sullo stesso binario dell’Unione Sovietica, mentre non bisogna mai fare nulla che sia in netta contraddizione con gli interessi di altre nazioni”. “Si dovrebbe evitare – ha poi detto testualmente, di fare qualcosa nella politica estera che sia in netta contraddizione con gli interessi di altre nazioni. Dunque, oltre ad avere il coraggio di ammettere gli errori altrui ha anche il coraggio del bue che dà del cornuto all’asino. Esaminiamo le sue parole.
Putin – che è sempre stato ed ancora oggi è comunista – finge di ignorare che tutti i regimi comunisti, e in particolare l’Unione Sovietica, non sono stati al potere perché sostenuti dal consenso popolare, ma dalle forze armate e di polizia. Di tutte le Repubbliche Democratiche, dalla Germania Est agli Stati Baltici, dalla Polonia alla Bulgaria, non una sarebbe rimasta con Mosca, se avesse avuto la possibilità di sciogliere quella sudditanza. Dunque quando Khrushchev mandò i carri armati a Budapest – pur commettendo un’azione ignobile dal punto di vista morale e democratico – si comportò da realista. Perché pensò che, se la si fosse data vinta ai rivoltosi ungheresi, presto l’incendio sarebbe divampato in tutta l’Europa, e la Russia avrebbe perso il suo impero europeo. Dunque ben poco gli importava del parere altrui, e perfino dell’eventuale escalation (che non aveva ragione di temere, e infatti nulla successe): il pericolo reale era il crollo del comunismo. Infatti, che ne sarebbe stato se, forte dell’esempio dell’Europa, perfino la Russia si fosse rivoltata contro il comunismo? E lo stesso timore spinse Breznev a schiacciare la “Primavera di Praga”: perché un comunismo “nazionale” era un pericolo per Mosca, e perché un comunismo edulcorato non può esistere, e presto cede il passo alla democrazia. Dunque, ancora una volta, pur sapendo di dover affrontare il discredito e la più vivace riprovazione internazionale, il Cremlino decise che i carri armati a Praga erano ancora il male minore. Tutto orrendo, dal punto di vista occidentale, ma possiamo onestamente dire che sia stato un errore, dal punto di vista moscovita? Una dittatura o si mantiene con la forza o crolla, e i dirigenti del Cremlino (come Putin oggi) erano disposti a tutto, pur di non perdere il potere. Dunque Putin ha il coraggio di ammettere un errore della Russia, che però non fu un errore ma il frutto di un calcolo, mentre nega le colpe della Russia attuale, peggiori di quelle di Khrushchev e Brezev.
Infatti l’Ungheria e la Cecoslovacchia in quel tempo erano colonie russe, mentre nel 2022 l’Ucraina non era affatto una colonia russa, ma uno Stato indipendente, come consentito perfino alla Russia, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. E chi può negare che lì’invasione armata del territorio di uno Stato vicino sia “qualcosa nella politica estera che è in netta contraddizione con gli interessi di altre nazioni”? Stiamo usando le sue stesse parole. L’abbiamo detto, Putin è veramente un uomo coraggioso. Per sostenere ciò che gli conviene sarebbe disposto a dire che il Teorema di Pitagora prova che la Terra è piatta.
Quanto agli occidentali, Putin dimentica che gli Stati Uniti non solo non hanno invaso nessun Paese, se non temporaneamente, ma non hanno mai voluto delle colonie, e questo anche in conseguenza della loro storia. Ancora oggi, se potessero, si libererebbero volentieri di Porto Rico. Purtroppo i portoricani vogliono rimanere legati agli Stati Uniti.
Ma forse tutto dipende dalla stima che si ha del proprio uditorio. Putin deve essere convinto che il mondo è popolato da tre categorie di persone: gli stupidi, gli analfabeti, e gli stupidi analfabeti. Di fronte ad un uditorio di persone colte non posso chiamare Stalin “il dittatore di origine armena” perché tutti sanno che era di origine georgiana. Ma di fronte ad un uditorio di totali cretini disinformati posso anche dire che: “Giulio Cesare è stato vittima di un attentato dei terroristi islamici. Per fortuna è sopravvissuto, ma le sue ferite sono talmente gravi che è stato trasportato in aereo a Houston, nel Texas”.
E Putin quelle cose le ha dette in pubblico, dinanzi a dei microfoni, tanto che le ha riportate la Tass. È proprio un eroe, come quel generale di cui si diceva che non si sarebbe arreso mai: neanche di fronte all’evidenza.

PUTIN AMMETTE GLI ERRORI ALTRUIultima modifica: 2023-09-13T10:46:09+02:00da
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