Gianni Pardo

ZAKI: DIO CI GUARDI DALL’OVVIETA’

Dio ci guardi dall’ovvietà. L’ovvietà è che il Sole gira intorno alla Terra, la verità è che la Terra gira su sé stessa. Le parole: “Lo dicono tutti” non dimostrano nulla perché “tutti” potrebbero anche avere torto. E non è principio dappoco.
Un esempio è il famoso climate change, il cambiamento climatico. Può darsi che ci sia realmente un cambiamento climatico (di solito i tempi della terra si misurano a millenni), ma non si può dirlo sicuro. E non lo dimostra certo il fatto che “ne parlano tutti”. Può darsi che sia colpa dell’uomo, ma non è dimostrato. Può darsi che l’Europa possa fare qualcosa ma, se non fa niente la Cina, ci saremo soltanto danneggiati a favore di quel grande Paese. Il fatto che in televisione diano tutti per sicuri i dati nient’affatto sicuri sopraccennati non vale niente, se non a dimostrare la superficialità di chi parla.
Attualmente abbiamo una vicenda simile, fortunatamente a lieto fine. Il giovane egiziano Patrick Zaki – ora graziato dal Presidente Abdel Fattah Al-Sisi – tempo fa è stato accusato nel suo Paese di non so che reati. Immediatamente, per l’unico merito di essere stato uno studente dell’Università di Bologna, l’Italia intera ha stabilito che Patrick Zaki era innocente, che era illegalmente detenuto per mesi in attesa del processo, ed infine che era stato ingiustamente condannato a tre anni di galera. Dimostrazione? “Lo dicono tutti”.
Assolutamente non ci siamo. Il garantista non considera l’accusa una prova di colpevolezza perché sono innumerevoli i casi in cui ad un’imputazione segue poi un’assoluzione; ma lo stesso garantista non commette l’errore inverso di considerare un’accusa una prova di innocenza, solo perché si tratta di un determinato Paese, o perché un Paese ha un determinato colore politico. La Russia non è certo un Paese affidabile, come amministrazione della giustizia, soprattutto se c’entra la politica, ma ciò non vuol dire che un russo accusato di furto, e condannato dai giudici del suo Paese, sia per ciò stesso innocente. Se ha rubato è un ladro, e bene ha fatto il giudice russo a condannarlo. Se invece è un maturo intellettuale che ha blandamente criticato il governo, allora i dubbi sono più che giustificati. Insomma, non possiamo essere sicuri che Zaki sia Solzenicyn, e non mi basta che tutti dicano che è innocente ed esultino perché è stato graziato.
Questa sicurezza fondata sul “si dice” non vi ricorda la certezza degli intellettuali francesi di sinistra, convinti che tutti i terroristi italiani rifugiati in Francia (a cominciare da Cesare Battisti) erano (e sono, quelli rimasti) delle vittime di una giustizia italiana ingiusta? Che non hanno avuto un “giusto processo”? Per Battisti si son dovuti ricredere quando, recentemente, lui stesso si è dichiarato colpevole, ma il principio rimane inconcusso: la giustizia italiana ha condannato i brigatisti perché è fascista. Vogliamo prendere esempio da loro?
Attenzione, tutto questo non significa che Patrick Zaki sia colpevole. Significa soltanto che, come per ogni condanna e per ogni assoluzione, non sappiamo se l’imputato sia colpevole o innocente, e dunque faremmo bene a stare zitti. E quanto ad essere contenti che Patrick sia stato graziato, va benissimo. Purché poi lo si sia per chiunque ha rischiato una condanna. E tuttavia in Italia non ho visto nessuno felice perché Berlusconi era stato prosciolto per prescrizione (per prescrizione, un suo diritto, e non la grazia, che è un regalo).
“Fermate il mondo, voglio scendere”, diceva qualcuno. Ed anch’io, quando penso a vicende del genere, non sono contento di essere italiano. Purtroppo l’esperienza è che, uscendo da questo Paese potrei cadere dalla padella nella brace. Se mi dessero la cittadinanza francese – e la Francia è una dei più grandi nazioni del mondo – poi dovrei vergognarmi dalla mattina alla sera della giustizia e di molti intellettuali francesi. Anche se, per quanto riguarda certa giustizia, sono molto ben allenato.

ZAKI: DIO CI GUARDI DALL’OVVIETA’ultima modifica: 2023-07-20T10:31:02+02:00da
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