Gianni Pardo

MINACCE (E RISULTATI)

Un giorno sì e l’altro pure Dmitrij Peskov, Dmitrij Medvedev e lo stesso Vladimir Putin ci minacciano di tutto: la Terza Guerra Mondiale (WW3), l’uso dell’arma nucleare, l’annientamento dell’Ucraina e, visto che ci siamo, la fine dell’Occidente. Hanno l’Apocalisse in tasca e ci ricordano quotidianamente che potrebbero usarla. Ovviamente non conoscono la favola di Esopo sul ragazzino che gridava tutti i giorni “Al lupo!” ma lo stesso si pone un serio problema: che conto dobbiamo tenere di quelle minacce?
È vero che la Russia ha la possibilità di scatenare la WW3 e di usare l’arma atomica contro l’Ucraina e ovviamente non c’è modo di difendersi da un singolo che è disposto a morire pur di far morire tutti insieme con lui: ma proprio per evitare questa evenienza le procedure di tutte le potenze atomiche prevedono che, per usare la bomba, sia necessario l’assenso di più responsabili. Se uno impazzisce, o si vuole suicidare, non è detto che anche gli altri vogliano fare altrettanto. Dunque la Russia ha l’arma nucleare ma non può usarla e per questo la “bomba” è in larga misura un’arma spuntata.
In realtà il Cremlino potrebbe risparmiarsi le minacce. L’Occidente sa già che Putin farà assolutamente tutto ciò che è in suo potere per vincere questa guerra: non perché sia importante per la Russia, ma perché è importante per la sua sopravvivenza politica e fisica. È dunque inutile che minacci cose tremende “per il futuro”: sta già facendo tutto il possibile. E se è in atto un’escalation anche da parte occidentale è proprio perché Putin, vedendo che non riesce con le tecniche usate fino ad ora, ne prova altre, costringendo la coalizione ad alzare anch’essa la posta.
Se nel marzo del 2022 l’Occidente avesse spedito dei missili con una gittata di 150 km, come gli attuali GLSDB, Putin avrebbe fieramente protestato dichiarando che gli Stati Uniti volevano la WW3. E forse avrebbe commesso qualche grave imprudenza. Altrettanto avrebbe fatto se allora avesse visto arrivare i Leopard 2 e gli Abrams. Invece l’aumento dell’aiuto occidentale si è avuto a poco a poco, perché ogni volta gli occidentali hanno reagito alla pressione russa e con ciò stesso hanno tolto a Mosca l’arma propagandistica. I missili GLSDB, con gittata pressoché doppia dei precedenti, si giustificano con l’esigenza di difendere le centrali elettriche ucraine, colpendo i siti da cui partono i missili. Putin voleva lasciare al freddo e al buio tutti gli ucraini? Può darsi che il risultato finale sia che siano distrutti tutti i missili a lunga gittata che i russi invieranno verso l’Ucraina.
Infierendo sui civili, Mosca ha commesso un grave errore: ha dimenticato che l’Occidente è mite finché l’opinione pubblica non si mobilita. Forse la guerra fra Giappone e Stati Uniti poteva essere evitata, senza Pearl Harbour. Ma dopo Pearl Harbour, il Giappone è stato fortunato a subire solo due bombardamenti atomici: senza le bombe atomiche il Giappone sarebbe stato prima raso al suolo dall’aviazione, poi tutte le città sarebbero state bruciate (spesso le case erano fatte di legno) e infine almeno la metà dei giapponesi, uomini e donne, sarebbero stati uccisi. Gli Stati Uniti non si sarebbero comunque fermati prima della totale vittoria. Dopo Pearl Harbour il popolo americano era assetato di vendetta.
Il caso ucraino nasce dall’imprevisto avvitamento degli eventi che ha trascinato Putin in un vortice infernale. In un primo momento egli sperò in un’adesione volontaria dell’Ucraina a far parte della Russia. Quando questa adesione non ci fu, provò ad ottenere il risultato con la minaccia: ed ecco le parate militari lungo i confini. Poi, dal momento che neanche questo funzionò, l’invasione: anche stavolta egli sperava che sarebbero bastate le parate di carri armati e la presenza di un esercito simbolico di coscritti impreparati e poco numerosi: 180.000 soldati. Ma dal momento che neanche questo produsse la vittoria aumentò la pressione, sperando che l’Occidente non si muovesse. Purtroppo per lui l’Occidente si mosse, e da quel momento, superando ogni volta una soglia, la Russia ha costretto l’Occidente a rincarare la dose, fino ad arrivare ad una strana guerra est-ovest. È così che Putin si è trovato in un guaio senza uscita.
La Russia fa la voce sempre più grossa, ma le guerre non si vincono con le parole. Solo i giornali riferiscono quelle inutili minacce, tanto per terrorizzare la gente. Sul terreno l’Armata russa non si astiene nemmeno dai crimini di guerra ma il suo comportamento ottiene soltanto che l’Occidente alzi la posta. Così ogni giorno la vittoria russa è resa più cara, più difficile, più improbabile.
Il fatto è che il corso degli eventi ha costretto l’Occidente ad agire in condizioni di legittima difesa: meglio combattere per l’Ucraina che per la Polonia; meglio combattere per la Polonia che per la Germania o per gli stessi Stati Uniti. L’espansionismo militare non può avere che una risposta militare. Ed anzi, fino ad ora, Putin è stato fortunato. Se veramente la Nato fosse entrata in guerra, come dicono a Mosca, l’Occidente non avrebbe combattuto con un braccio legato dietro la schiena. Mosca dovrebbe approfittare di questa moderazione per ottenere quello che può ottenere, comprendendo che non sarà molto. Purtroppo, come dicevano nell’antichità, gli dei rendono pazzo colui che vogliono perdere.

MINACCE (E RISULTATI)ultima modifica: 2023-02-11T09:32:19+01:00da
Reposta per primo quest’articolo