Gianni Pardo

ABBIAMO DORMITO PER 77 ANNI

Si legge in giro che la guerra in Ucraina ha dato la sveglia all’Europa. Dunque dobbiamo chiederci quando ci siamo addormentati, che cosa abbiamo sognato, e che cosa dobbiamo fare ora. Ci siamo addormentati dopo la Prima Guerra Mondiale. L’orrore per quell’immane conflitto fu tale che da più parti si giurò che non doveva più ripetersi: infatti i francesi chiamarono quella guerra “la der des ders”, cioè la dernière des dernières, l’ultima delle ultime. Né diversamente la pensava il Presidente Wilson, quando si batté per creare la Società della Nazioni: non più la savana dove domina il più forte e dove ci si sbrana a vicenda, ma un mondo in cui si è soci e in cui la violenza è bandita.
L’illusione fu di breve durata. All’incirca un ventennio dopo l’Europa si ritrovò ancora in guerra. La stessa Francia, quella della “der des ders”, era occupata da Hitler, e l’orrore culminò con la strage non soltanto dei nemici ma con la strage dei civili, degli innocenti, degli zingari e degli ebrei. L’Europa uscì da quegli anni traumatizzata, sconvolta e perfino vergognosa di sé ancor più che dopo il 1918. Per questo si lanciò a capofitto in una possibile riscrittura della storia, fino a rinnegare la natura umana. Dichiarò la guerra fuorilegge (l’Italia addirittura scrisse questa sciocchezza nella Costituzione); Adenauer e De Gaulle si strinsero la mano, fondando un’amicizia franco-tedesca che dura ancora; il processo di Norimberga dichiarò un crimine la “guerra di aggressione; si rifondò la Società delle Nazioni chiamandola Organizzazione delle Nazioni Unite e le si conferì il compito impossibile di gendarme del mondo. Fu tutto un pullulare di “internazionalismo pacifico”, incarnato in Corti aventi autorità soprannazionale, e in organismi come la Fao o l’Unesco che avevano il compito di nutrire ed educare il mondo. Le connessioni fra le nazioni, soprattutto nell’Europa Occidentale, annacquarono le frontiere al punto che si considerò possibile qualche divergenza, ma assurda la guerra.
In campo economico la globalizzazione riuscì a far sentire il pianeta un posto in cui si collaborava per il benessere di tutti. Fino – per dare un esempio – alla stupidità della Germania che chiuse le proprie centrali nucleari, tanto per l’energia bastava il gas russo. E se qualcuno avesse chiesto: “Ma se la Russia sospendesse la fornitura?” si sarebbe visto ridere in faccia. Perché non c’era ragione di diffidare di quello Stato, dopo tutto un buon amico e un buon cliente. Chi giudicasse i dirigenti tedeschi degli incoscienti commetterebbe un’ingiustizia. Questo disarmo morale non è stato solo loro. Nessuno – salvo Francia e Inghilterra – ha sentito la minima necessità di proteggersi contro gli imprevisti. Tutti hanno considerato uno spreco (il 2% del pil) le spese militari, fino a non spendere neanche quel 2%. “Armarsi? E per combattere contro chi? I conflitti appartengono al passato e noi non vogliamo arricchire i fabbricanti di armi”. Qualcuno addirittura pensa che in caso di guerra avremmo la pace semplicemente arrendendoci.
Non c’è da stupirsi di questo delirio. Ognuno è figlio della propria storia personale. Tutti coloro che vivono nell’Europa Occidentale non hanno mai conosciuto la guerra, la fame, l’oppressione, i bombardamenti. Dovrebbero avere cent’anni, per averne l’esperienza. Non conoscono la storia perché non l’hanno vissuta e non l’hanno studiata. Così finalmente possiamo rispondere alla domanda iniziale. Che cosa ci dice il trillo della sveglia? Ci dice innanzi tutto che l’Europa ha dormito per 77 anni; che quello che credevamo verità erano sogni; che eravamo disorientati e dunque in pericolo. E soprattutto che l’uomo non cambierà mai: anche in futuro mancherà di parola, violerà i patti sottoscritti, cercherà di prevalere sul diritto e occasionalmente si comporterà come una belva. E noi potremo difenderci – se ci riusciremo – soltanto con la forza. La guerra in Ucraina – che per tutti è una rivelazione – per lo storico è un fatto banale. L’Onu ovviamente ha condannato a grande maggioranza l’invasione dell’Ucraina ma questo non ha fatto tacere il cannone nemmeno un solo giorno. Quell’organizzazione può servire a solenni parate internazionali ma non preserverà mai la pace.
La guerra in Ucraina non ci ha rivelato una nuova realtà, ci ha semplicemente ricordato una realtà eterna e che gli uomini dell’età del bronzo sono nostri contemporanei. È cambiata soltanto l’arma che teniamo in mano.
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ABBIAMO DORMITO PER 77 ANNIultima modifica: 2022-11-05T08:26:34+01:00da
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