Gianni Pardo

IGNOTI NULLA CUPIDO

In questi mesi travagliati mi è capitato di criticare la Russia per certi suoi comportamenti e occasionalmente mi sono visto bacchettare da suoi difensori. Si può condannare un intero Paese? Certo che no. E tuttavia il problema merita una riflessione.
Indubbiamente è azzardato dire “i francesi sono così”, “gli spagnoli sono cosà”. Infatti la specie umana è unica. Quando la medicina studia il corpo umano non fa certo distinzione fra bianchi e neri. Ma queste affermazioni “provano troppo”: cioè sono giuste ma, prese alla lettera, divengono sbagliate.
La grande scoperta di Darwin fu che, nelle Galápagos, le condizioni ambientali avevano cambiato le specie. Gli uccelli, non avendo bisogno delle ali per sfuggire ai predatori (inesistenti) divenivano apteri. E non è modificazione dappoco. Nello stesso modo, ai giapponesi è stato inculcato un senso forse esagerato dell’onore, mentre agli italiani è stata inculcata un’eccessiva disinvoltura nel rispetto dei valori. Saremo uguali fisiologicamente, certo non lo siamo culturalmente e socialmente. I francesi passano il tempo a dire peste e corna del governo ma sono visceralmente patriottici. Dopo avere detto tutto il male possibile della Francia, guai a chi gliela tocca. I grognards erano i più devoti soldati di Napoleone, pronti anche a morire, per lui, ma “grognards” significa “brontoloni”. Mentre in Italia si è coniato il detto: “Franza o Spagna, purché se magna”. Un detto che non ci fa onore, ma la nazione italiana unita è un fatto storicamente recente e non può aver sviluppato le radici che hanno sviluppato la “francesità” o l’“inglesità”. La vera cittadinanza dell’italiano è il suo “io”.
È in questo senso che parlo di alcuni limiti dei russi. La Russia è un Paese immenso ma sfortunato. Pochi sbocchi sul mare. Fiumi in senso nord-sud piuttosto che est-ovest, per comunicare con l’Occidente. Mancanza di confini naturali (e dunque eterna paura dei vicini e loro oppressione preventiva), clima infame, storia infelice e “periferica” rispetto all’Europa. La piccola Olanda, incastonata al centro del Continente, è stata un gigante culturale; la Russia ha ignorato l’Europa fino a Pietro il Grande. Le dimensioni del Paese richiedono un forte governo centrale piuttosto che istituzioni democratiche decentrate, e dunque i russi hanno da sempre subito tremende autocrazie: il potere assoluto zarista e il potere criminale stalinista. E le hanno trovate “naturali”, come le api trovano naturale che le loro celle siano esagonali. Infatti, dopo avere brevemente assaggiato la democrazia, sono ricaduti nell’autocrazia di Putin.
Ecco perché coloro che, per difendere i russi, mi dicono che no, essi non si sentono oppressi e maltrattati, e non è vero che gli manca la libertà, non si accorgono di darsi con passione la zappa sui piedi. Quella difesa è infatti la peggiore accusa. Come direbbero a Padova: “Xe pèso el tacòn del buso”, la toppa è peggio del buco. Se non sentono che gli manca la libertà, ciò significa che non l’hanno mai avuta, anzi addirittura non la conoscono. E “ignoti nulla cupido”: non si può avere il desiderio di ciò di cui non si conosce nemmeno l’esistenza.
Putin chiude i giornali, chiude le televisioni, mette in galera chi protesta per strada, affama il Paese scatenando una guerra d’aggressione criminale, imperialistica, arcaica, e i russi considerano tutto questo in linea con la loro grandezza, col tentativo di ritrovare la loro gloria imperiale?
Anch’io, come tanti, ho avuto simpatia per Putin e anni fa l’ho difeso da chi lo criticava: non ci si poteva aspettare dalla Russia una “democrazia perfetta”. Ma, fossi stato russo, mai avrei potuto approvarlo (come sembra faccia l’80% dei russi) mentre spinge il Paese a comportarsi da “rogue country”, Paese indecente. Loro invece applaudono quando sentono che il loro Paese può ancora fare paura. Scambiano il teppismo con la gloria.
Se loro perdonano tutto a Putin non sono “patriottici”, sono fanatici. E del resto, non hanno forse trattato come Dio in terra un certo Stalin? Le pecore non discutono il diritto del cane di morderle, se si allontanano dal gregge, perché le pecore sono disarmate e il cane morde. Ma posso per questo scambiarle per leoni, quando si tratta di difendere la libertà?
L’amor di patria non può prevalere sull’amore della libertà e, se prevale, la verità è che non si ama la libertà. Esaù che vende la primogenitura per un piatto di lenticchie è un esempio terribile ma è ancora peggiore un Esaù che preferisce le lenticchie alla libertà, perché non sa che cos’è.
La Germania giustamente non si perdona la Shoah (anche se sul momento molti tedeschi non ne seppero niente) mentre i russi perdonano a Stalin il gulag e considerano il suo tempo come il più bello della loro storia. In materia di libertà, rispetto alla democrazia greca del V Secolo a.C., hanno ventisei secoli da risalire. Che colpa ne ho io se è così? Non mi nascondo e non nascondo le magagne del mio Paese, perché dovrei nascondere le loro?
giannipardo1@gmail.com

p.s. Ignoti nulla cupido → Non si può desiderare ciò che non si conosce.

IGNOTI NULLA CUPIDOultima modifica: 2022-09-08T17:17:44+02:00da
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