Gianni Pardo

RITRATTO DI PUTIN

Validimir Putin non è affatto pazzo, come molti pensano. È un uomo normale, come tanti vittima del suo imprinting. Quando lui è nato Stalin era ancora vivo e durante tutta la sua infanzia la carta geografica gli ha mostrato che il suo Paese confinava con la Germania da un lato, e col Pacifico dall’altro. Con l’Artico in alto e col Caucaso in basso. Una superficie sconfinata, di gran lunga la massima del mondo. Inoltre la Santa Madre Russia, se pure con milioni e milioni di morti e grandissimi sacrifici, aveva vinto sul campo una delle più grandi macchine militari della storia. Sono cose che non si dimenticano. Così l’unica forma di governo concepibile era la dittatura e l’unica religione possibile era il comunismo. Come volete che un simile uomo si adatti ad una Russia che è soltanto la Russia, povera come sempre, periferica e priva di un’ideologia? Come accodarsi a quell’Occidente che la Leningrado della sua infanzia dominava e insieme disprezzava?
Il sogno di Vladimir è stato sempre quello di correggere la storia. La Russia non poteva impossessarsi di nuovo di tutti i suoi ex protettorati perché essi si erano abituati all’indipendenza e soprattutto – ecco la spina nel fianco – erano protetti dalla Nato. Ma almeno qualche territorio nel Caucaso? L’Occidente non avrebbe rischiato la guerra per qualche staterello periferico. Putin ci ha provato e nella lista ha smarcato un piccolo traguardo, scrivendo accanto a Caucaso: “Fatto”. Procurarsi un porto nel Mediterraneo? Bastava intervenire in Siria per avere Tartus: “Fatto”. E magari mettere un piede in Libia? “Fatto”. E poi, perché non prendersi la Crimea? Era russa, no? Lo sapevano tutti. Bastava mascherare la riconquista con la foglia di fico dell’autodeterminazione dei popoli, cui tanto tengono gli Occidentali. Ancora un “item” da smarcare: “Fatto”. Certo, qualcuno avrebbe protestato, ma – si sa – gli Occidentali basta lasciarli sfogare. E infatti dal 2014 al 2022 non è successo niente. Infine il Donbass. Qui due “auto-proclamate”, microscopiche repubbliche volevano essere russe. Bastava incoraggiarle, organizzare un referendum (al bisogno truccandolo) ed il gioco sarebbe stato fatto. Ma perché fermarsi qui? Perché non prendersi l’intera Ucraina? Essa è stata Russia prima ancora della Russia, e che ora non ne faccia parte è un assurdo. Fatto? Ma a questo punto la penna non scriveva più.
Tutta la vita di Putin è stata all’insegna della sua infanzia e del rimpianto. Per questo, mentre i suoi “maggiori” si erano giocata la grandezza russa, lui sarebbe stato l’uomo della ricostruzione, della “Reconquista”. E come dopo la Reconquista la Spagna non era mai più stata musulmana, così la Russia non sarebbe più stata una nazione di seconda categoria. Il suo posto era fra le grandi potenze mondiali. Nel Consiglio di Sicurezza erano forse abusivi due staterelli come la Francia e l’Inghilterra, non la Russia. I Grandi erano soltanto tre: la Russia, la Cina e – purtroppo – gli Stati Uniti. Ma bastava allearsi con la Cina per rintuzzare anche le velleità degli Stati Uniti.
Se questo è stato il suo quadro mentale, immaginate come debba sentirsi oggi che non soltanto la Russia non conquista il mondo ma addirittura probabilmente perderà la guerra contro l’Ucraina. Lui pensava di riappropriarsela con le buone o le cattiva e ora quella lo ridicolizza.
La realtà è venuta a sconvolgere i piani della “Reconquista” con una crudeltà indicibile. Forse per questo il quasi-amore che Putin sentiva per l’Ucraina – fino a volerla all’interno della Russia – si è trasformato in un odio implacabile. Ora non sogna più di conquistarla ma di distruggerla e di uccidere tutti i suoi abitanti, imperdonabilmente colpevoli di averlo riportato alla realtà. Come accettare l’assurdità di quattro contadini che si mettono di traverso, umiliando l’Armata russa? E non solo. Già una settimana dopo il 25 febbraio, con la loro resistenza, gli ucraini hanno mostrato agli Occidentali che la vittoria russa poteva essere rimandata. Poi, appena hanno avuto buone armi anticarro, i resistenti hanno fatto strage dei carri russi, spesso obsoleti. Così gli invasori hanno avuto dei problemi e, cambiando lo stato d’animo generale, la cosa ha fatto valanga. L’Occidente ha accolto milioni di profughi, ha imposto pesanti sanzioni, ha moltiplicato gli aiuti e infine sono intervenuti, con tutta la potenza del loro ricco ed immenso Paese, gli Stati Uniti. A questo punto la Russia non ha più avuto molte speranze di vittoria.
A Putin è andata come a Napoleone, anch’egli partito con un progetto di proporzioni mitologiche. Ma mentre il Corso ha perso contro la Russia, Putin ha perso contro l’Ucraina. Qualcuno ha scritto questa tremenda massima: “Conosco poche cose più crudeli della verità, ma non riesco a ricordarmele”. Vladimir Putin ha incontrato la verità.
giannipardo1@gmail.com

RITRATTO DI PUTINultima modifica: 2022-05-03T10:30:56+02:00da
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