Gianni Pardo

RISPONDERE AL LUPO

Mi sono fatto una fama di inguaribile pessimista e me la tengo stretta. Il pessimismo mi ha dato troppe volte ragione e abbandonarlo, da parte mia, sarebbe pura ingratitudine.
Vladimir Putin, per ragioni che non ci interessano, ha progetti aggressivi nei confronti dell’intera Europa, fino – se possibile – al completo dominio del continente.
Molta gente si chiede: “Come ammansirlo? Come arrivare ad un negoziato? Come condurlo al tavolo della pace? Che cosa possiamo concedergli, pur di indurlo a più miti consigli?” Tutte domande sbagliate. L’unica giusta è: “Come possiamo fargli abbastanza paura perché la smetta?”
Il problema infatti va posto correttamente. Ha scritto Voltaire: “Non è vero che tutti gli uomini agiscono per interesse. Se così fosse, ci sarebbe modo di mettersi d’accordo”.
Se abbiamo di fronte qualcuno che vuole il nostro portafogli, e noi siamo in grado di difenderci, anche se non è sicuro che salveremo il portafogli e la vita, possiamo dire al rapinatore: “Nel portafogli ho duecento euro. Te ne do cento, se mi lasci andare. Se invece vuoi tutto, cercherò di non darti niente e di ammazzarti. Può darsi che non ci riesca, può darsi che riesca tu ad ammazzare me, ma ti chiedo se ne vale la pena. Fra l’altro, se mi ammazzi, poi ti cercherà la polizia e può darsi che tu finisca in carcere per decenni. Non è meglio se accetti cento euro?”
Ma se abbiamo di fronte un pazzo, o un jihadista islamico pronto a morire pur di ammazzare degli infedeli come noi, di quali argomenti disponiamo, per indurlo a non farci del male? Di nessuno, ovviamente. Se dunque possiamo sparargli prima che lui spari a noi, il problema sarà soltanto quello di avere una buona mira. Ecco il senso della frase di Voltaire.
La favola del Lupo e dell’Agnello è tragica perché l’Agnello cerca le ragioni per far desistere il Lupo dal mangiarlo, ma non è ovvio che sta perdendo il suo tempo? Il Lupo si sente più forte, è un carnivoro, e l’Agnello è il suo pasto di quel giorno. Discutere con Hitler perché non mangi l’Agnello è una perdita di tempo. L’unica risposta possibile è armarsi a sufficienza per impedirglielo con la forza e al limite uccidere lui prima che uccida l’Agnello.
Come stabilire la differenza fra il rapinatore ragionevole e Hitler? O Putin? Non è difficile. Nella favola di Esopo (ripresa da Fedro) il Lupo, per giustificare le sue intenzioni, allega argomentazioni assolutamente incredibili, fantastiche e patentemente bugiarde, come quelle di Putin. Ciò significa che neanche lui riesce a dare a sé stesso motivazioni sufficienti per la propria aggressione e che questa aggressione è stata decisa prima di formulare i motivi che la giustificano. Traduciamo, sempre seguendo il parallelo: il Lupo ha fame e intende mangiare l’agnello. È secondo natura e non c’è altro da dire. Le finte giustificazioni seguenti, nelle favole e nei discorsi di Hitler (oggi di Putin) hanno soltanto lo scopo – nella civiltà moderna – di influenzare l’opinione pubblica per avere il sostegno del popolo e, per chi fosse tanto pazzo da credere alle sue stesse parole – lo scopo segnalato da Nietzsche con questo principio (cito a memoria): “L’uomo è l’unico predatore che, oltre a soddisfare la sua fame uccidendo altre bestie, vuole anche avere motivi morali per farlo”. La carne + la buona coscienza.
In queste condizioni lo “spirito di Monaco” è soltanto una dimostrazione di imbecillità. Negli stessi giorni in cui Neville Chamberlain credeva di avere ammansito il predatore Hitler, Winston Churchill, che aveva un’esatta percezione della realtà, scriveva: “Dovevate scegliere fra la guerra e il disonore. Avete scelto il disonore. Avrete la guerra”. E l’ebbero.
Così veniamo all’attualità. Stante l’attuale comportamento di Putin, a cui sembra abbia dato di volta il cervello (fino a una decina d’anni fa era un altro uomo) siamo di fronte al lupo. Dunque l’unico comportamento è fargli capire che, in questo poker, non che posare le carte, noi rilanciamo. Lui ci minaccia perché mandiamo armi difensive agli ucraìni? Bisognerebbe rispondergli con ultimatum di questo tipo: “Se entri a Kiev interverremo personalmente e con armi non difensive ma aggressive. Se credi di poterci fare paura ventilando la Terza Guerra Mondiale, sappi che siamo disposti a dichiarartela per primi noi, se continui: tanto è chiaro che vuoi minacciarci di morte, e non ti lasceremo la scelta del momento in cui cominciare a mettere in atto il tuo progetto”. Chissà, forse la cosa migliore sarebbe effettivamente cominciare ad invadere l’Ucraina da ovest, e affrontare l’esercito russo in campo aperto. Tanto – prima o poi – a questo si arriverà. Ed anzi chissà che, vedendoci così decisi (sempre che militarmente ce lo possiamo permettere), Putin non la smetta, non si ritiri, e noi non riconquistiamo la pace. Per noi, per gli ucraìni, per i russi, per il mondo intero.
Ovviamente in tutto quanto detto possono esserci degli errori, ma non è questo che importa: è la mentalità che sottende questi comportamenti che volevo illustrare, e il modo come il buon senso comanda di comportarsi in casi simili. Al bullo che entra nel saloon e comincia a provocare tutti bisogna dare subito un tale pugno in faccia da mandarlo ko prima che estragga la pistola. E, se la estrae, bisogna ucciderlo. È così che si protegge la pace.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
4 marzo 2022

RISPONDERE AL LUPOultima modifica: 2022-03-04T08:48:27+01:00da
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