Gianni Pardo

IL FICODINDIA ASIATICO

Che cos’è un’indiscutibile verità? Un’affermazione che nessuno smentisce. Ma che cos’è la verità? In questo personalmente sono d’accordo con Tommaso d’Aquino: la verità è la corrispondenza fra un’affermazione e la realtà concreta. Se qualcuno dice: “Piove”, la parola sarà vera se realmente dal cielo sta cadendo acqua, e falsa in caso contrario. Attenzione, non importa che tutti dicano “piove”: perché sia vero che piove, deve esserci la riprova dell’acqua. E analogamente piove anche se tutti dicono che non piove, nel caso dal cielo cada acqua. Dunque il fatto che un’affermazione (“I partigiani hanno liberato dai tedeschi l’Italia del Nord”) non sia posta in discussione da nessuno non impedisce che sia falsa. Mentre l’affermazione che nessuno accetta (“L’azione dei partigiani è stata del tutto ininfluente, sulle sorti della guerra”) non per questo è falsa.
A proposito: questo argomento è stato usato contro di me per i vaccini. I no-vax che mi hanno scritto mi hanno accusato di essere in contraddizione col mio passato. “Come, lei tante volte ci ha insegnato a dubitare di ciò che dicono tutti, e oggi che tutti dicono bene dei vaccini, lei si allinea con loro?” La domanda mi è sembrata fuor di luogo. Qualunque persona di buon senso non deve credere o non credere a ciò che dicono tutti “a prescindere”. Deve esaminare i fatti. E i fatti dicono che la Terra è tonda, che il comunismo ha provocato disastri economici e i vaccini, se non hanno evitato tutti i guai, hanno in generale evitato la morte per Covid-19. Checché ne dicano le persone. Almeno per me. Non è più difficile di così.
Oggi abbiamo sul tavolo un’affermazione che nessuno contesta: “In Afghanistan i Taliban hanno vinto”. Ed io ne dubito. Vincere significa “piegare il nemico con la forza”, e questo in Afghanistan non si è verificato. Nemmeno ad Herat, di cui si occupavano i soldati italiani. Forse che i nostri soldati sono stati sconfitti? E non si è verificato neppure in Vietnam. L’idea che il Vietnam del Nord possa piegare in guerra gli Stati Uniti è assolutamente balorda. Se non ce l’hanno fatta la Germania e il Giappone insieme, figurarsi Hanoi, che molti non sanno neppure dov’è.
Prendiamo due casi del passato. Spinta da quello spiritaccio di Alcibiade, Atene cercò di battere (e depredare) Siracusa. E per questo mandò da quelle parti una tale quantità di navi e soldati da potersi parlare di una “Armada Invencible” dell’antichità che, diversamente da quella spagnola, non fu distrutta da nessuna tempesta e arrivò a destinazione. Soltanto che lì le cose cominciarono a non andare come previsto e, a conti fatti, la spedizione si concluse con un totale disastro: morti quasi tutti quelli che erano partiti (incluso Nicia, il capo degli ateniesi) e resi schiavi i sopravvissuti. Ecco, quella fu una guerra perduta.
Ora andiamo ad un caso diverso. I romani invasero la Britannia e la sottomisero. Poi, a nord, si scontrarono con gli Scoti, o i Pitti, o comunque si chiamassero allora e, dopo parecchie vicende, facendo un bilancio fra ciò che poteva offrire quella terra e i fastidi che procuravano gli autoctoni, decisero che la cosa migliore era tenerli alla larga, e per questo costruirono il “Muro di Adriano”. Si può dire che i romani furono sconfitti dagli scozzesi? Non direi. Ed anzi, non è neppure pensabile.
Nello stesso modo, la prima arma dell’Afghanistan è il fatto di essere un ficodindia non maturo. Il suo territorio è grande più di due volte l’Italia, ma il suo prodotto interno lordo è insignificante, perché il territorio soffre di tanti svantaggi, da essere condannato alla miseria. Ecco perché, pur essendo adatto alla resistenza e alla guerriglia, non è sufficientemente appetibile perché qualcuno lo conquisti e lo domini permanentemente. E se non l’ha fatto Stalin, che non avrebbe avuto scrupoli a farlo nella maniera più brutale, chi altri avrebbe potuto farlo? Basti ricordarsi questo: chi ha mai saputo di problemi dell’Unione Sovietica con tutti gli “stan” della zona, Kirghisistan, Turkmenistan e via dicendo? Breshnev (se non vado errato), dopo dieci anni di colonizzazione, si è ritirato dall’Afghanistan non perché i Taliban abbiano vinto sull’Armata Rossa (un’altra inconcepibile baggianata) ma perché, con dieci anni di anticipo sui tempi statunitensi, i sovietici si sono accorti che era meglio lasciare quei selvaggi al loro destino. Il gioco non valeva la candela.
Gli americani hanno gravemente sbagliato – molto più dei sovietici – perché hanno pervicacemente creduto che, offrendo l’occasione di assaggiare lo stile di vita occidentale, gli afghani avrebbero abbandonato l’Islàm e il terrorismo per la democrazia. Ci sono riusciti a Kàbul, non ci sono riusciti nelle campagne.
E tuttavia il futuro rimane incerto. Secondo la Bibbia, la sorte dell’umanità cambiò soltanto perché Adamo ed Eva assaggiarono un frutto. Gli afghani hanno assaggiato la vita all’occidentale e la democrazia, e se a questo punto è possibile che i Taliban rimettano l’orologio a vent’anni fa, o alla Fuga dalla Medina, è anche possibile che il tarlo della democrazia, del cinema, della musica occidentale, della libertà, provochino in molti una nostalgia che potrebbe essere il seme di un rinnovamento. Non lo sappiamo. I tempi della storia non sono quelli del giornalismo. Per il momento, come dicono, “i Taliban hanno vinto”. Poi sta a vedere quanto durerà la loro vittoria.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
6 settembre 2021

IL FICODINDIA ASIATICOultima modifica: 2021-09-07T10:07:47+02:00da
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