Gianni Pardo

IL MISCREDENTE INSALVABILE

Quando il Don Giovanni di Molière dice di non credere in Dio, il suo “scudiero” Sganarelle gli chiede, pressoché scandalizzato: “Ma allora non crede nemmeno in Padre Pio?” Ovviamente dice l’equivalente francese del tempo di “Padre Pio”, e la gag merita seria riflessione.
È molto facile aderire ad un pregiudizio o ad una leggenda, mentre è difficile elaborare un’idea grandiosa come quella di Dio, o della sua inesistenza. Queste due ultime concezioni sono così difficili, ed hanno tante di quelle implicazioni esistenziali, che la maggior parte delle persone preferisce non pensarci. Un po’ come avviene con la morte. E infatti i veri credenti e i veri miscredenti sono delle vere eccezioni. Come direbbe Sganarelle, molti non credono in Dio ma poi invocano Padre Pio.
I pregiudizi facilitano la comprensione della realtà e spesso permettono di dominarla. Come spiegare la crisi economica? Domanda difficilissima per un economista, facilissima per un antisemita: colpa degli ebrei. Come difendersi dal malocchio, tanto pericoloso? Gettatevi un pizzico di sale dietro le spalle, ed ecco tutto risolto. Del resto i botti tremendi dei fuochi d’artificio servono a spaventare e far fuggire via gli spiriti maligni. Non andate a cercare i selvaggi in Amazzonia, li abbiamo già qui.
Quanto a me, ho vissuto la mia prima infanzia sentendo dire tutto il bene possibile di Mussolini. Per poi sentirmi rivelare, da quando avevo otto o dieci anni (e per i settantacinque successivi) che quello stesso uomo era stato la rovina dell’Italia. Questo mi ha insegnato che, quand’anche mi si dica tre volte al giorno che il Tizio è l’Uomo della Provvidenza o il Diavolo in persona, non devo credere né l’una né l’altra cosa. La mia pelle è divenuta impermeabile alla persuasione ottenuta con la ripetizione. Ché anzi il martellamento, per me, rischia di essere controproducente. Che Mussolini fosse migliore di come si dice?
La politica è un campo in cui è particolarmente difficile orientarsi. Soprattutto in un Paese tendente al pensiero unico. Gli italiani o sono dichiaratamente di sinistra o della sinistra adottano le idee, i buonismi, i programmi. Come per mezzo secolo hanno fatto i democristiani. Io invece sono stato un “estremista liberale e l’universale sinistrismo, non che farmi dubitare della mia posizione, mi ha dimostrato soltanto lo spirito gregario dell’umanità. Nietzsche chiedeva: “Fin dove osi pensare?” La gente non osa molto e si rifugia nel mezzo del gregge.
Ma riprendiamo la storia dall’inizio. Quando ero ragazzo, l’essere cristiani era un dato di fatto talmente ovvio che metterlo in dubbio sarebbe apparso sconveniente. Gli stessi comunisti sottacevano il loro inevitabile ateismo e avrebbero dato la tessera del Pci a Gesù. I democristiani, dal canto loro, erano filocomunisti e compivano il miracolo di mettere insieme Dio e Marx, dimostrando così di non comprendere né l’uno né l’altro. O di prescindere da ambedue in nome dell’interesse. I due grandi partiti erano degni l’uno dell’altro.
Poi il sinistrismo ha prevalso sul Cristianesimo. Abbiamo cancellato Dio dal nostro orizzonte e abbiamo avuto soltanto una religione: il comunismo. Negli Anni Settanta è sembrato così imminente che l’Italia divenisse compiutamente sovietica che nessuno (salvo Indro Montanelli) ha osato mettersi di traverso. Molti addirittura, considerando ormai inutile la resistenza, teorizzavano che era meglio arrendersi subito e passare al più presto al regime comunista.
Purtroppo per loro, circa un decennio dopo, non fu l’Italia a divenire sovietica, ma la Russia a cessare di esserlo. Così, il mito dell’estrema sinistra si è sgretolato come un golem di fango sciolto dalla pioggia e l’Italia si è ritrovata senza religione e dunque senza bussola.
Ma come la Natura ha orrore del vuoto, l’umanità non riesce a vivere senza qualche verità sulla base della quale battersi il petto e che le prospetti qualche speranza di riscatto. La risposta, per il Cristianesimo, era stata che la nostra anima era in pericolo di perdizione, ma ormai nessuno credeva all’Inferno e per il comunismo il nocciolo della fede era stato la battaglia per l’equità sociale ma, visti i risultati in Russia, il messaggio era appannato. Così è nata una nuova religione per la quale il dogma centrale è che la Terra – mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa – , è in pericolo e il nostro dovere, se vogliamo avere qualche speranza, è quello di preservare il nostro habitat. L’uomo che, a differenza delle zanzare e dei coccodrilli, ha tutta l’aria di essere un abusivo sul pianeta, può e deve produrre meno anidride carbonica, non deve toccare un filo d’erba, non deve tagliare un albero e soprattutto deve comprare automobili elettriche.
Io, come al solito, rimango scettico. Anche perché l’intera umanità non risponde a questa domanda: “Ammesso che ci siano cambiamenti climatici, come dimostrate che sia colpa dell’uomo? E come dimostrate che l’uomo possa metterci rimedio? E soprattutto come spiegate che analoghi ed anche più violenti episodi si siano verificati in passato, quando l’uomo influenzava il clima meno dei peti dei bisonti americani?”
Certo, esistono fenomeni negativi. Per esempio la deforestazione. Ma dal momento che questo fenomeno è prodotto dall’iperantropizzazione della Terra, perché non si lotta contro il proliferare dell’umanità, piuttosto che contro il benemerito motore a benzina?
E a proposito, come mai non si dice in giro che le automobili elettriche producono più CO2 di quelle Diesel? È facile dimostrarlo. L’energia per fare andare avanti un’automobile è sempre la stessa. Se è prodotta in loco, con un motore a combustione interna, è x; se è prodotta in una centrale elettrica a carbone o a gas, è x,5 o giù di lì. Perché prima bisogna produrre l’energia elettrica, e questa sarà molto meno di quella che, con pari carburante, avrebbe prodotto il motore di un’automobile; poi bisogna trasferirla con cavi e trasformatori, e anche questo implica uno sfrido, e così l’automobile elettrica non emette CO2 ma, per farla andare avanti, abbiamo immesso nell’atmosfera più anidride carbonica della normale auto a benzina. L’abbiamo emessa altrove, ma non so se la Terra faccia caso alla differenza. Solo se le centrali elettriche fossero a combustibile nucleare produrremmo meno CO2, ma per l’attuale religione il nucleare è come la bestemmia per il Cristianesimo.
E c’è dell’altro. Dal momento che le auto elettriche sono costose, lo Stato ne incentiva l’acquisto da parte dei ricchi offrendosi di pagare una parte del prezzo, e mette quella spesa a carico dei contribuenti, anche dei poveri, perché anche i poveri pagano le tasse.
Infine si dimentica di dire al felice possessore dell’auto silenziosa che le batterie non sono eterne. All’acquisto, incidono per circa la metà sul costo dell’auto ma dopo una decina d’anni d’uso vanno buttate via e ricomprate. Se vi dicessero la stessa cosa di un’auto a benzina vi informereste sul prezzo dei cavalli da sella.
Ma non c’è niente da fare. Tutti i media, tutti i giorni, in tutte le occasioni e a tutte le ore, ci ripetono che siamo colpevoli di rovinare il clima della Terra; che dovremmo pentirci, fare penitenza e divenire anacoreti. A volte si direbbe che il Savonarola non è ancora morto.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
26 luglio 2021

IL MISCREDENTE INSALVABILEultima modifica: 2021-07-26T14:12:46+02:00da
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