Gianni Pardo

PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE

Non ho mai fatto mistero della poca stima che ho di Giuseppe Conte. Ma non è colpa sua se gli hanno dato cariche e compiti tanto superiori alle sue forze. Se un Presidente di Sezione della Cassazione è un incompetente in diritto, meriterà la più severa delle condanne. Ma se si ferma per la strada un onesto otorinolaringoiatra, gli si mette sulle spalle l’ermellino e lo si invia a presiedere un’udienza, sarebbe onesto rimproverargli l’ignoranza giuridica?
Ma non può non stupire il caso di Conte che reclama il posto di Grillo, che è come se si vedesse l’otorinolaringoiatra reclamare la carica di Primo Presidente della Cassazione. La domanda che sorge spontanea è: “Ma chi si crede di essere?”
E tuttavia, dal momento che la cosa non è impossibile, è più utile cercare la spiegazione del fenomeno. Cosa che forse non è nemmeno difficile.
Non so se mai Beppe Grillo abbia immaginato, negli scorsi anni, di vincere un giorno strepitosamente le elezioni, fino ad avere dietro di sé il partito di maggioranza relativa. Certo la struttura politica da lui caldeggiata è sempre sembrata del tutto inadatta a governare. La missione essenziale del Movimento non è mai sembrata quella di gestire il potere quanto quella di “mandare a casa” quelli che lo hanno gestito fino ad ora. Si è molto discettato sull’insulto “Vaffanculo”, facendo notare con sarcasmo come la politologia “grillina” non andasse molto oltre. Ma in realtà c’era poco da scherzare, se soltanto, invece di ricorrere alla volgarità, Grillo avesse detto in buon italiano: “Vogliamo una nuova classe politica”. Segue dimostrazione.
Chiunque si dia alla politica ha in mente una carriera che dura tutta la vita: e invece nel suo “programma” Grillo non concedeva ai suoi eletti più di due legislature, proprio per non avere a che fare con professionisti della politica. Poi chiunque si dia alla politica cerca di rendersi riconoscibile agli elettori inalberando una bandiera: l’essere di sinistra, l’essere di destra, l’essere ecologista o quello che sia. E invece Grillo dichiarava orgogliosamente, sin da principio, che il Movimento non era né di destra né di sinistra, ma “contro”. Contro tutti indistintamente, al punto da non potersi alleare con nessuno. Se il Movimento non si strapazzava a formulare un vero programma, è perché esso non mirava a governare l’Italia, ma esclusivamente ad un “ricambio umano” della classe dirigente. Per questo i suoi adepti insistevano tanto sull’onestà. Gli intellettuali avevano un bel ripetergli che l’onestà è un presupposto, non uno strumento di governo, i “grillini” non davano retta: loro erano “diversi”. Loro erano “onesti”. E non intendevano governare l’Italia. Semmai, l’avrebbero fatto se fossero potuti andare da soli al governo, in modo da non essere “contaminati” dalla vecchia classe politica. Ma non avendo ottenuto il 51%, perché mai avrebbero dovuto governare con Bersani?
Del resto, questo atteggiamento di totale disinteresse per il potere, per il governo e per il denaro, si è visto proprio nel comportamento di Beppe Grillo che, pur avendo in mano un partito che aveva in mano il Paese, non ha preteso per sé una carica nel Movimento, non ha preteso una carica pubblica, non ha preteso uno stipendio, non ha preteso assolutamente nulla. Si è soltanto riservato di intervenire, quando necessario, per il perseguimento degli scopi primi del Movimento.
Ma proprio qui è nato il problema. Grillo aveva ben chiare le idee che abbiamo detto, e le aveva da uomo che nella vita ha avuto un mestiere, in cui per giunta ha avuto un grande successo. Gli altri invece erano prevalentemente ragazzi incompetenti (i famosi “scappati di casa”) sedotti dalla veemenza di Grillo, dall’atteggiamento eroico di chi dice “Basta!” e nulla chiede per sé. Però, non appena un po’ più vicini al potere, non appena in possesso di un lauto stipendio mensile, da un giorno all’altro sono cambiati. E perché due soli mandati parlamentari? Loro non hanno demeritato, hanno obbedito fedelmente, sono stati onesti e, soprattutto, non hanno né un mestiere né un reddito. Dunque perché andarsene, soltanto per far posto ad altri, non migliori? Soltanto perché lo diceva Grillo e perché gli ha fatto firmare un pezzo di carta, a suo tempo? E comunque, quanto valgono in politica in pezzi di carta?
Tutto il comportamento dei parlamentari Cinque Stelle è stato improntato all’interesse. La prima diatriba interna al Movimento è nata perché gli eletti si rifiutavano di pagare l’obolo mensile di trecento euro alla Casaleggio Associati. Poi ci si è battuti per i posti di governo, e infine è cresciuta esponenzialmente la rabbia contro Grillo che, non contento di comandarli a bacchetta, fino ad imporgli l’alleanza con la Lega e il Pd, (ed ora perfino l’appoggio al governo Draghi) gli vuol togliere lo scranno da sotto il sedere. Soprattutto pensando che, degli attuali parlamentari pentastellati, secondo le intenzioni di voto, sarà grasso che cola se ne rimarrà uno su tre.
E allora ecco finalmente la spiegazione del fenomeno Conte. Non è Conte che è alla ricerca di un partito, è un partito – quello della protesta contro Grillo – che è alla ricerca di un leader. Conte non è certo carismatico (poi, con quella disgustosa voce “di testa”!) ma è una figura conosciuta. Una persona che, nell’immaginario comune (non in quello degli addetti ai lavori) può essere adeguato al ruolo di comandante. Dunque molti pentastellati sono disposti a sopportarlo, a far finta che sia il loro capo, purché prometta loro di aiutarli a non perdere stipendio e posti di sottogoverno.
Probabilmente in seguito, realizzato lo scopo, si cercheranno un altro capo, uno “vero”. O un capo verrà fuori da sé. Attualmente si tratta soltanto di reagire alla testardaggine di Grillo che on vuole prendere atto del cambiamento della situazione obiettiva, cioè dal gridare nelle piazze a sedere in Parlamento.
Sono convinto che se la smettesse di fare il “superpuro” del Movimento, Grillo sarebbe di nuovo ben accetto. Ma i pazzi riescono in grandi imprese proprio perché sono pazzi. E allora, se Grillo era pazzo quando fondava il Movimento, perché dovrebbe essere rinsavito oggi?
Signori parlamentari del Movimento Cinque Stelle, non è cambiato Grillo, siete cambiati voi. Se vi siete accorti soltanto ora di quanto irrealistico fosse ciò che predicava, è colpa vostra. Oggi potete stramaledirlo, potete andarvene seguendo il signor Zelig Conte ma, per favore, non emettete né giudizi politici né giudizi morali. Nel campo in cui avete giocato non hanno corso legale.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
3 luglio 2021

PERSONAGGI IN CERCA D’AUTOREultima modifica: 2021-07-03T17:26:00+02:00da
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