Gianni Pardo

SCONTRO NAPOLITANO-BERLUSCONI

SCONTRO NAPOLITANO-BERLUSCONI

C’è chi ci accusa di avere una preconcetta simpatia per Berlusconi, e certo lo reputiamo il meno peggio, per l’Italia; c’è chi ci accusa di severità per il Presidente Napolitano, e certo non gli abbiamo mai perdonato il suo atteggiamento durante la rivoluzione ungherese del 1956. Cionondimeno, se Napolitano ha ragione e il governo Berlusconi torto, bisogna dare ragione a Napolitano e torto a Berlusconi. Non sulla base di giudizi politici ma esclusivamente giuridici.

I fatti in sintesi. La Cassazione ha stabilito che si può sospendere l’alimentazione di Eluana Englaro. La decisione non piace al governo Berlusconi, che emette un decreto per impedire che si dia attuazione alla sentenza della Cassazione. Il Presidente della Repubblica rifiuta di firmare il decreto.

Come è noto, la funzione del governo è quella di applicare le leggi approvate dall’organo legislativo. Poiché però può avvenire che i tempi del Parlamento siano troppo lenti per una data necessità, il governo può provvedere con decreto e a volte perfino con decreto-catenaccio, cioè con un provvedimento d’immediata attuazione. Per questo genere di decisione il requisito, previsto dalla Costituzione (art.77) è che si tratti di “casi di straordinaria necessità e d’urgenza”.

Nel caso Englaro, ammesso pure che la preservazione della vita di quella povera donna in coma irreversibile rappresenti un caso di straordinaria necessità – la necessità di salvarla da una decisione della Corte di Cassazione! – non si può ravvisare il requisito dell’urgenza, sia perché la donna è in coma da diciassette anni, sia perché la sentenza della Cassazione non è che sia stata emessa ieri o avant’ieri. Il Parlamento, se avesse voluto emanare una legge per disciplinare questo genere di casi, ben avrebbe potuto farlo nelle settimane scorse. Se non l’ha fatto, significa che non c’era urgenza. E questa urgenza non è certo nata ieri. Per queste ragioni, come giustamente si legge nella lettera che il Presidente ha inviato a Berlusconi, il decreto sarebbe incostituzionale, in quanto non emesso nelle condizioni previste dall’art.77. Noi potremmo aggiungere che sarebbe anche stato inopportuno nel contenuto, in quanto tendente a non dare attuazione ad una sentenza del supremo organo giurisdizionale.

Berlusconi pare abbia esclamato che, se le cose stanno così, bisognerebbe modificare la Costituzione. Per dire una cosa del genere, doveva essere proprio in preda all’ira e aver dimenticato la sua laurea in giurisprudenza.  Se fosse permesso al governo di emanare decreti ogni volta che gliene viene l’uzzolo, verrebbe meno l’essenziale distinzione fra il potere che approva le leggi (il Parlamento) e il potere che le attua (il governo). Né ci si può far forti di una “maggioranza automatica”: sia perché gli imprevisti in aula sono sempre possibili, sia perché, quando si tratta di materia dai riflessi etici, si possono anche avere travasi trasversali di voti.

Sarà pur vero che altre volte si sono emessi dei decreti privi dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza, ma questo significa soltanto che si è sbagliato quelle altre volte, non stavolta.

Come è chiaro, in tutto questo non entra affatto ciò che si crede sia opportuno fare nel caso Englaro. Se il Paese fosse così risoluto nel ritenere che la vita vegetativa va mantenuta a tempo indeterminato, anche quando non ci sono speranze (scientifiche) e anche quando l’interessato/a ha manifestato la propria volontà contraria (come ha stabilito in questo caso la Cassazione), non avrebbe che da emanare una legge. Non l’ha fatto ed oggi non può certo prendersela né con la Costituzione né col Presidente della Repubblica che la salvaguarda.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

6 febbraio 2009

 

SCONTRO NAPOLITANO-BERLUSCONIultima modifica: 2009-02-07T17:45:39+01:00da
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