Gianni Pardo

A CHI CONVIENE VELTRONI

A CHI CONVIENE VELTRONI

Peppino Caldarola ha scritto un sapido articolo sulla rivalità fra D’Alema e Veltroni. “Si detestano, dice. L’uno pensa che l’altro sia un incapace gonfiato dai media (tesi di Massimo), l’altro racconta che il suo rivale è un politico di vecchio conio (tesi di Walter)”. Inoltre, il primo teme che il secondo lo voglia eliminare dalla scena politica e, come se non bastasse: “Pensa che la strategia di Veltroni, dissipatore degli alleati, conflittuale oltre ogni soglia con Berlusconi, fomentatore di agitazioni scomposte, può portare la sinistra oltre ogni sconfitta immaginabile. D’Alema si è fatto due conti e ha capito che con il partito veltroniano la sinistra non andrà mai più al governo”.

Si tratta di opinioni e ognuno ha il diritto di diffidarne. Tuttavia l’idea del politico di Gallipoli è molto condivisa. Al punto che il problema è: Veltroni conviene più al centro-sinistra o al centro-destra?

Se infatti fosse vera la previsione negativa; se Walter fosse veramente il mutevole e inconsistente sprovveduto che sembra, se fosse il “sognatore con gli artigli” di cui parla Caldarola, il centro-destra potrebbe dormire fra due guanciali. Quegli artigli mollicci fino ad ora hanno straziato più la sinistra che la destra. Ma sarebbe veramente un vantaggio?

La situazione del Pd sarebbe confortante per gli avversari se non fosse che nulla è eterno in politica. Il potere logora chi non ce l’ha, diceva Andreotti, ed aveva ragione. Ma esso logora i governi. Se sono al comando per molto tempo, perfino quando si comportano bene, provocano una crisi di rigetto. E bisogna sempre pensare al ritorno dell’opposizione.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’alternanza è divenuta la regola anche in paesi di recente tradizione democratica come la Germania, la Spagna e l’Italia. Nemmeno De Gaulle, che pure è stato un autentico salvatore della patria (due volte), è sfuggito alla regola. Alla fine i francesi hanno votato contro un provvedimento da lui proposto pur sapendo che, se dicevano no, il Generale sarebbe andato via.

Qualcuno potrebbe obiettare che proprio gli italiani hanno subito la Democrazia Cristiana per un’eternità. Dunque potrebbero sopportare per decenni il berlusconismo. Ma questo è inverosimile. A parte l’insostituibilità di un personaggio come il Cavaliere, la Dc ha avuto una vita così lunga solo perché, senza di essa, avrebbero vinto i comunisti. Oggi invece essi non costituiscono più una minaccia. Prova ne sia che, una volta ottenuta la vera libertà di voto, gli italiani l’hanno esercitata con voluttà. Si sono  stancati velocemente di qualunque governo e addirittura hanno fatto cadere prima della scadenza naturale il primo governo Berlusconi e il secondo governo Prodi. Dunque non è realistico sognare che la sinistra non vada più al potere. Si può solo – e si deve – cercare di capire come sarà. Se, pure avendo programmi discutibili, fosse rappresentata da persone intelligenti, potrebbe fare in concreto il bene del paese. Se invece si incarnasse in persone sciocche o inconsistenti non potrebbe che far male, anche ad avere ottime idee ed ottime intenzioni. E tornerebbe subito all’opposizione.

Chi ama l’Italia non può desiderare che il Pd continui ad essere guidato da Veltroni. Per giunta da un Veltroni ipnotizzato da un Masaniello caricaturale. La sua presenza conviene solo al centro-destra, ma solo nell’immediato. In prospettiva c’è invece da sperare che l’opposizione sia guidata da un politico più efficace, perfino più cinico, persino più irritante, come D’Alema che, a dirla tutta, è un uomo odioso: ma è un uomo.

Anche se rimane lecito sperare che l’alternativa non sia secca. Che appaia un leader nuovo, capace di coagulare intorno a sé un partito rinnovato, veramente moderno e veramente democratico. E di condurlo alla vittoria.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

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3 dicembre 2008

A CHI CONVIENE VELTRONIultima modifica: 2008-12-03T10:13:40+01:00da
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