Gianni Pardo

LA LEGITTIMA DIFESA ISTITUZIONALE

LA LEGITTIMA DIFESA ISTITUZIONALE

 

 

Nel sistema della separazione dei poteri, il più debole è quello giudiziario. Esso infatti non dispone né del potere di fare le leggi – che deve solo applicare – né della forza bruta costituita dall’esercito o dalla polizia. La sua legittimazione nasce dal rispetto che si guadagna con la sua competenza e la sua terzietà: il popolo deve sempre poter credere al suo più totale disinteresse e alla sua più totale, spassionata sottomissione al diritto. E così è stato per lunghi decenni.

 

Qualcosa ha cominciato a guastarsi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando in Italia si sono adottate leggi ed istituzioni che, piuttosto che mirare ad una migliore governabilità, tendevano a negare tutto ciò che era stato fatto prima. Il Paese era potuto entrare in guerra perché l’aveva deciso un uomo solo? Da quel momento il Primo Ministro e addirittura l’intero esecutivo avrebbero avuto un potere minimo, ai limiti della paralisi. Il fascismo aveva pressoché eliminato la libera espressione delle idee? Il nuovo regime avrebbe permesso tutto, con una netta tendenza a cedere alla piazza e all’assemblearismo. Infine si è tollerato che nelle scuole si predicasse l’antifascismo, o addirittura il comunismo, che i sindacati su comportassero come partiti, che i consigli comunali adottassero delibere per condannare la guerra nel Vietnam ed altre amenità. Si è accettato il principio che tutto è politica.

 

Il massimo danno è stato però fatto nell’ambito giudiziario. Non solo si è permesso che i magistrati si riunissero in “partiti” (con tanto di elezioni interne), ma si è accettato che essi non fossero mai puniti per l’eventuale mal fatto e che, comportandosi come un centro politico, giudicassero addirittura le leggi prima ancora della loro votazione: è avvenuto molte volte, l’ultima in questi giorni. Infine si è tollerato che prendessero apertamente posizione a favore di una parte (normalmente la sinistra) contro la parte avversa, prima la Democrazia Cristiana e il Psi, poi Berlusconi. Si è addirittura tentato di escludere quest’ultimo dalla politica per via giudiziaria, perseguitandolo con un numero strabiliante di accuse.

 

Questo comportamento non è stato né opportunamente valutato né adeguatamente sanzionato dalla pubblica opinione. Ci si è abituati a questo andazzo abnorme anche perché la maggior parte della pubblicistica, essendo di sinistra, ha considerato i magistrati degli utili alleati. Non si è voluto vedere che tutto questo, a parte il discredito della magistratura dimostrato dal fatto che gli italiani hanno continuato a votare per il Cavaliere, metteva in forse lo schema della democrazia e della divisione dei poteri. Che Berlusconi sia stato vittima di un’aggressione giudiziaria è provato dal fatto che il Cavaliere ha collezionato solo assoluzioni o prescrizioni. Che la magistratura inquirente sbagli obiettivo una volta può anche avvenire; se invece sbaglia troppe volte, accusando sempre lo stesso uomo, c’è qualcosa di peggio di un errore. Ma nessuno ha voluto rendersene conto e si è continuato ad insistere fino all’inverosimile. È notizia di oggi che Berlusconi ha presentato istanza di ricusazione per la Presidente del Tribunale di Milano, e i commenti della stampa – e dei magistrati di Milano, e dell’Anm, e del Csm! sono stati asperrimi. Questa mossa processuale – regolarmente prevista dal Codice di Procedura Penale – è stata descritta come un attacco all’indipendenza della magistratura, come un affronto alla sua rispettabilità e chissà che altro ancora. Se Berlusconi, rivolgendosi alla stessa magistratura, si serve legittimamente di uno strumento previsto dal codice, è un prevaricatore. Non ci rende conto che così lo si invita a prevaricare sul serio?

 

Se un ordine travalica le sue competenze, il rischio è la reazione del potere attaccato. Se oggi ci si pente dell’abolizione dell’immunità parlamentare, se si parla di leggi per limitare le intercettazioni, o la celebrazione dei processi a carico delle massime autorità dello Stato, è perché l’esecutivo non ha più nessuna fiducia nel potere giudiziario. Questo è spiacevole. Ma ha tutta l’aria di una legittima difesa.

 

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

 

18 giugno 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA LEGITTIMA DIFESA ISTITUZIONALEultima modifica: 2008-06-18T10:14:48+02:00da
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