QUANTO DURERA’ QUESTO GOVERNO?

Questo governo durerà cinque anni? Dai discorsi ufficiali non potremmo mai saperlo. Probabilmente, quando stanno per parlare, i politici non si chiedono: “È vero ciò che sto per dire?“ ma: “Mi conviene dire ciò che sto per dire?” Non si vuol sostenere con questo che essi siano tutti disonesti, si vuole soltanto segnalare che il loro mondo è talmente sleale che mentire è meno grave che commettere una gaffe. La gaffe infatti offre alla controparte un’immediata arma per l’attacco e la calunnia; mentre la bugia, se mai sarà smentita, sarà smentita in futuro.
Proprio per questo, quando si tratta di politici, importanti sono soltanto gli atti. Sarebbe sciocco chiedere a qualunque compagine ministeriale, non appena costituita, quanto durerà. Nel discorso di insediamento il Presidente del Consiglio incaricato espone di solito un programma che – riuscendo a fare miracoli – richiederebbe una decina d’anni. Ecco perché le prospettive di durata di un esecutivo devono essere dedotte non dalle sue dichiarazioni, ma dai dati obiettivi e dai suoi comportamenti. Tanto più è spensierato, e si dà a spese pazze, tanto meno pensa di durare. E si comprende così perché, in un Paese come il nostro in cui per decenni i governi sono durati in media un anno, il debito pubblico abbia raggiunto cifre astronomiche. .
Il comportamento di quei governi è umanamente comprensibile: “Se faccio debiti e regalo soldi, il popolo sarà contento e forse durerò di più. E il conto? Che importa, il conto lo pagheranno i prossimi esecutivi”. È stato anche l’atteggiamento di Giuseppe Conte, col suo Reddito di Cittadinanza a pioggia e l’inverosimile Bonus del 110%.
L’attuale governo si reputa capace di durare cinque anni, innanzi tutto perché dispone di una solida maggioranza. Qui qualcuno potrebbe dire: “Ma anche Berlusconi ha avuto una solida maggioranzea, e lo stesso non è durato”. Vero. E infatti la forza di Giorgia Meloni – si direbbe per merito dell’opposizione – sta in un ulteriore elemento: nella netta polarizzazione; nella spaccatura; nella voragine tra destra e sinistra che non permette di ipotizzare nessun travaso.
Per la sinistra un governo di destra è talmente “contro natura” che l’idea di lasciare la sinistra per aderirvi è impensabile. E se un politico di destra lasciasse la sua parte per andare a bussare al portone della sinistra sarebbe scacciato come un cane in chiesa. Solo con più vigore. Dunque non solo la maggioranza è forte numericamente, è forte soprattutto perché chi vi partecipa non ha alternativa e ciò rende difficili i tradimenti.
Proprio a causa di tutto ciò, più che guardare al consenso immediato, Meloni mira a realizzare grandi progetti in modo da potersene vantare alle prossime elezioni politiche. Ecco alcuni esempi. Sono passati sei mesi dalle elezioni e già si è messa in cantiere la riforma del fisco. Dopo anni che il progetto sembrava sepolto, si riparla seriamente di Ponte sullo Stretto. Ancora non s’è posto mano alla riforma della Giustizia, ma il semplice fatto che si sia nominato un ministro come Carlo Nordio, che di questa riforma è da anni la bandiera, la dice lunga sulla serietà del progetto. Per avere la pace sociale e un minimo di consenso, Giancarlo Giorgetti, anche se il regalo di Conte assolutamente rovinoso e demenziale per i conti pubblici, avrebbe potuto mantenere il bonus del 110% o modificarlo solo un po’, Invece lo ha letteralmente stroncato dall’oggi al domani, senza guardare in faccia a nessuno. E il bello è che, salvo qualche protesta qui e là, nessuno ha fiatato, quasi come che gli italiani capissero le parole “conti pubblici”. Lo stesso avviene sotto i nostri occhi per il Reddito di Cittadinanza: toglierlo a molta gente, costringendo gli sfaticati a lavorare o perdere il sussidio, significa sentirsi capaci di affrontare qualunque contestazione. Non solo Giorgia Meloni sembra assolutamente impavida ma si direbbe voglia adottare i provvedimenti scomodi quanto più è possibile lontano dalle prossime elezioni politiche, pagando oggi il prezzo dell’impopolarità per poi passare, in futuro, a riscuotere i dividendi.
Il piano è razionale. Sappiamo bene che con un’orizzonte di un anno o due nulla di serio si può fare: e per questo i governi sono stati spesso costretti a vivacchiare. Addirittura nell’ultima legislatura i cambi di casacca sono stati talmente numerosi che si è seriamente parlato di impedirli per legge. Fu così che il Gruppo Misto (dove andavano ad iscriversi i transfughi) divenne uno dei partiti più importanti. E non stupisce che Conte (governo 2) abbia sperato di sopravvivere andando a chiedergli l’appoggio. Ora tutto ciò non dovrebbe più verificarsi. Gli unici travasi concepibili sono, in caso di bisogno, dal Terzo Polo alla maggioranza: e si tratterebbe di un semplice rimpasto. Comunque, se veramente Giorgia Meloni pensa di durare fino al 2027, sarà la prima volta che un governo può realmente programmare una politica da piano quinquennale
E tuttavia forse questi discorsi sono prematuri. Sono passati soltanto sei mesi dalle elezioni e dobbiamo sederci comodi, per assistere ai futuri sviluppi.

QUANTO DURERA’ QUESTO GOVERNO?ultima modifica: 2023-03-24T18:34:09+01:00da gianni.pardo
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