ISCRIVETEMI FRA I RICCHI

Leggo di un progetto, presentato all’Europarlamento, di tassare i ricchi per finanziare la transizione ecologica. Gli eurodeputati proponenti sostengono che Elon Musk, nel 2018 “non ha pagato un centesimo di tasse federali” e che in Francia “le 370 famiglie più ricche sono effettivamente tassate solo del 2 o 3% circa”.
La cosa è effettivamente scandalosa, ma la legge è legge, e per questo mi permetto di approfittarne. Io non appartengo alla schiera dei ricchi ma, dal momento che pago parecchio di più del 2-3%, vorrei iscrivermi alla categoria. Qual è la procedura? A questo scopo sono anche disposto ad andare in giro in Rolls Royce, se lo Stato me la fornisce, e perfino a sopportare in silenzio gli strali, gli insulti e le condanne delle persone perbene che scrivono sui giornali di sinistra. Cedo gratis perfino il mio posto in Paradiso dal momento che, da ricco, non mi farebbero entrare. Insisto: qual è la procedura?
Purtroppo – lo so – i ricchi amano l’aggettivo: “esclusivo” e quando parlano di escludere qualcuno, parlano di escludere i pezzenti come me. Così come, a Capalbio, non mi risulta che amino i clochard. Dunque sono costretto a passare, come dicono gli avvocati penalisti, a una richiesta “in subordine”.
Innanzi tutto, per vendicarmi di non essere stato ammesso allo scaglione del 2-3% di imposte, mi associo alla richiesta di stangare i ricchi. Che paghino il dovuto, una buona volta. Ma prima vorrei sapere chi sono, per essere assolutamente sicuro che, pagando (non lo so esattamente) il 20% di imposte, io non mi trovi malauguratamente nella fascia di reddito dei ricchi. Dunque, come li identifichiamo?
Infatti, passando dalla teoria alla pratica le cose si complicano. Ogni volta che si parla di tassare di più i ricchi, colui che avanza la proposta guadagna meno dei pretesi ricchi. E comunque ha un patrimonio inferiore al loro. Se guadagna mille euro al mese, e non sempre riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, dirà che ricchi sono coloro che guadagnano duemila euro al mese. Ma costoro gli riderebbero in faccia, sciorinandogli le difficoltà in cui si dibattono. E allora chi sono ricchi? “Quelli che guadagnano cinque o diecimila euro al mese”, risponderanno. Ma anche costoro si mostrerebbero scandalizzati. Ricco, io? Tutto quello che guadagno è frutto del mio lavoro e spesso, quando io ancora lavoro, un qualunque operaio ha smesso da almeno molte ore. E poi ho un mare di spese fisse, che posso descrivervi subito, se volete. Ricchi sono quelli che guadagnano…
Facciamola breve: “Ricchi sono quelli che guadagnano più di me”. Solo che, con questo criterio, forse potremmo tassare soltanto l’uomo più ricco del mondo: e ciò perché lui non potrebbe indicare nessuno che guadagni di più. Ma come sapere in quale paradiso fiscale vive l’uomo più ricco del mondo?
La verità è che “Il socialismo finisce quando finiscono i soldi degli altri”, come ha detto Margaret Thatcher. Tutti i mille progetti mirabolanti delle anime belle di sinistra hanno in comune che sono a spese dello Stato. Cioè dei contribuenti. E chi sono i contribuenti che dovrebbero contribuire ? Semplice, ve l’ho già detto: “quelli che guadagnano più di me”. “Gli altri”, come diceva la Thatcher. Ed io, che non arrivo a duemila euro al mese, posso essere d’accordo. Soprattutto pensando a quanto guadagnano ogni mese gli eurodeputati. Perché in fondo sono un’anima bella anch’io.

Dino Panigra

ISCRIVETEMI FRA I RICCHIultima modifica: 2023-03-16T07:23:52+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “ISCRIVETEMI FRA I RICCHI

  1. Fuori tema, ma potrebbe interessare:

    https://www.marcelloveneziani.com/articoli/il-freddo-decennale-di-bergoglio/

    Assolutamente condivisibile. Il primo papa gesuita della Chiesa è il suo liquidatore.
    Ma non è colpa sua in fondo: il problema, il vero problema di cui nessuno parla nel mare di chiacchiere su questo papato e la Chiesa è la fede. La fede (in che cosa poi precisamente?) è semplicemente assurda. Senza il leggendario peccato originale (commesso poi quando? all’apparire dell’h. sapiens sapiens circa 50’000 anni fa?) tutto il resto non ha senso.
    Veneziani è un filosofo, ma anche un nostalgico. Sicuramente non è cattolico o credente, ma Dio patria e famiglia è ancora stranamente il suo motto. Caro Marcello, e se invece di Dio dicessimo Senso, come suggeriva persino un prete?
    Su questo Senso o ultimo senso possono dire la loro tutti, non solo teologi, filosofi e filosofastri.

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