CONSIGLI AGLI OBESI

Sono basso un metro e sessantatré (se l’età non mi ha ulteriormente rimpicciolito) e peso meno di 65 chili. Non sono un’acciuga ma difficilmente mi si definirebbe obeso. Eppure io mi sento obeso. Nell’anima. Al punto da poter dare dei consigli ai confratelli.
La prendo alla lontana. Una volta sostenevo che il rapporto con la sigaretta crea quattro categorie: non fumatori che non fumano; non fumatori che fumano e sono quelli che fumano una sigaretta a Natale o quando capita. E che fumano così, per solennizzare qualcosa in modo speciale, o soltanto perché la sigaretta gliel’hanno offerta insistentemente: ma loro ne avrebbero fatto a meno. Ad essere di manica larga ci possiamo pure mettere quelli che fumano una sigaretta al giorno; poi ci sono i fumatori che fumano: il solito pacchetto quotidiano. Infine ci sono i fumatori che non fumano.
Ma che dici – si stupirà qualcuno – che fumatori sarebbero quelli che non fumano? Sono fumatori che hanno smesso di fumare cinque o sei volte; che stavolta si direbbe ci siano riusciti, ma ancora oggi rimpiangono la sigaretta: che temono sempre di ricadere in tentazione e che nel loro cuore sentono ancora di far parte della categoria.
In fondo fumatori lo sono, e lo ridivengono se appena fumano una sigaretta perché è la vigilia di Natale. Già, e poi non vuoi fumarne un’altra col cenone di San Silvestro? Delusi da quelle due sigarette (un peccato così a lungo sognato che non dà soddisfazione che peccato è?) per la Befana sono già a dieci sigarette al giorno e prima che finisca gennaio sono di nuovo al pacchetto.
Ora finalmente tutti mi capiranno se dico che, anche se non peso molto, sono un obeso che sogna costantemente di mangiare. E badate, non sogno lauti banchetti, salivo al pensiero del pane caldo, con sale, pepe e olio d’oliva. Pane e gorgonzola. Un’intera pizza in pizzeria. Di solito mangio quelle surgelate, dividendole a metà con mia moglie: forse per un peso totale di cento o centocinquanta grammi. Ecco che cosa sogno. Io mangerei dalla mattina alla sera, cose estremamente caloriche e se possibile zuccherate. Dunque posso perfettamente capire gli obesi che vanno sui duecentocinquanta chili ed anche oltre. Perché, quando si è obesi, basta mangiare non molto, ma soltanto secondo la propria fame, per arrivare a quella stazza. E poi anche a morire.
Qual è il mio messaggio agli obesi? Se non volete morire di grasso, avete una sola via: non dovete diminuire il cibo, dovete eliminarlo. Odiarlo. Considerare benvenuto lo stomaco che vi minaccia il peggio se non mangiate, perché significa che state dimagrendo. L’obeso ha una sola strada, se vuole vincere la sua battaglia: rinunciare coscientemente e per sempre al piacere del cibo. E perfino alla semplice sensazione di non avere fame. Volete dimagrire? Condannatevi per sempre alla fame. Non si tratta di seguire una dieta per un certo tempo, si tratta di fare una sola dieta da oggi fino all’ultimo giorno in cui sarete vivi.
Se un poveraccio nasce cieco, che altro può fare se non rassegnarsi e cercare di vivere al meglio di come può vivere un cieco? Ebbene, l’obeso deve immaginare di avere una malattia chiamata fame che dovrà sopportare per tutto il tempo che sarà vivo. E se smette di essere obeso, può darsi che sia un tempo lungo.
Infine, a consolazione degli obesi, posso aggiungere una considerazione. Dal momento che la fame dell’obeso è in parte patologica, non è che mangiando gli passi veramente. Rimane sempre affamato. Prova ne sia che, quando ha finito, amerebbe ricominciare da capo. In altri termini, neanche mangiare troppo guarisce realmente dalla fame. E allora a che scopo suicidarsi col cibo, se in fin dei conti non si vince sulla fame?
Ora qualche obeso penserà: costui ci fa la lezione perché non sa di che parla. Lui non è obeso, forse occasionalmente ha avuto qualche chilo in più, ma ha soltanto un flebile appetito. Se fosse nei miei panni, vorrei vedere. Eh no, gli rispondo. Parlo per esperienza. Nel mio piccolo (e non arrivando al metro e 65 ho ben il diritto di dire “nel mio piccolo”) dopo avere fatto non so quante diete, ed essere arrivato a mangiare sempre al di sotto della mia fame, sono lo stesso arrivato a pesare oltre novanta chili. Di fatto sono riuscito a dimagrire solo quando ho detto: “Io non mangio più”.
È stato facile? Mi viene da sorridere. Ci ho messo dieci anni ad arrivare ad un peso ragionevole. E ci ho messo vent’anni per arrivare al peso attuale. Anche ora non mangio mai pane, pasta e formaggi (che adoro). La fame è la mia compagna di vita, e non mi abbandona mai. In compenso, se cerco di odiare il cibo, ho meno ragioni di odiare il mio corpo.
4 marzo 2023

CONSIGLI AGLI OBESIultima modifica: 2023-03-06T10:59:18+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “CONSIGLI AGLI OBESI

  1. caro Pardo, sono un fumatore obeso.

    sono stato un non fumatore obeso, un non fumatore snello, un fumatore snello.

    non sono mai stato felice come adesso (e ove non fossi “felice” non dipenderebbe certo dal fumo o dall’adipe).

    domani – in senso lato – morirò, come chiunque altro. amen.

    se consigliassi* a qualcuno di negarsi quel supplì, proprio quello, che potrebbe essere l’ultimo… mi sentirei un nemico dell’Umanità.

    * non oso dare** consigli a nessuno, in realtà.

    ** e men che meno a Lei che mi pare già abbastanza saggio, o quantomeno “cogitato” di suo; ma davvero mi chiedo se dieci anni nei dintorni dei novanta valgano la rinuncia a dieci scaglie di parmigiano ben stagionato.

  2. Caro Nicola,
    i suoi familiari, se credevano di non avere altra possibilità, hanno fatto bene a ricorrere alla resezione gastrica. E soprattutto lo hanno fatto prima che il grasso renda impossibile anche l’operazione.
    Riguardo a questa – anche se dico grazie alla chirurgia per tutti i miracoli che fa – preferisco non interferire con la natura ogni volta che posso evitarlo. Se posso, evito persino un analgesico.
    La resezione gastrica potrebbe avere delle controindicazioni, la forza di volontà non ne ha. Anche se – lo riconosco – in alcuni casi il costo è altissimo.
    Ma uno dei bonus di questo genere di battaglie vinte, è che quell’arma, come hai potuto usarla contro la fame, puoi usarla anche in altri casi.

  3. Caro Gianni, ci sono altre vie. Mia moglie, sette o otto anni fa era obesa, pesava circa 140 chili. Aveva provato un bel po’ di diete, tutte fallite. Al che decise di sottoportsi ad un bypass dello stomaco. Lo stomaco, cioe’ venne chirurgicamente diviso in due parti, e l’esofago venne messo in comunicazione solo con la parte inferiore.
    Oggi pesa circa 70 chili, mangia tutto cio’ che vuole, ed e’ felice.
    E la stessa cosa l’ha fatta David, mio figlio, il quale per eredita’ genetica (dalla madre) era arrivato ai 150 kg, venne operato allo stomaco, e oggi e’ un figurino, 75 kg per 1.80 m di altezza.
    Certo, e’ sempre possible fare come ha fatto lei, dieta per forza di volonta’. E rimane la soddisfazione di poter dire “Ce l’ho fatta solo con le mie forze”. Ma non tutti ce la fanno.

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