LAVROV E LE INTENZIONI DELL’OCCIDENTE

Il Ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov (2/2/2023) ha dichiarato che “L’Occidente punta a risolvere ‘la questione russa’ infliggendo a Mosca una tale sconfitta” che essa “non possa riprendersi per decenni”. Questa dichiarazione è significativa al di là delle intenzioni del ministro. Immaginate una lite fra parenti e che uno, andando fuori dai gangheri, gridi ad un altro: “La verità è che sei un miserabile, uno sporco spilorcio!” Naturalmente, così in astratto, non possiamo certo sapere se l’accusatore abbia ragione o torto, ma una cosa sappiamo: non reputa l’altro uno scialacquatore. Gli insulti hanno questo di caratteristico: che mentre condannano in una direzione, assolvono nella direzione opposta. Non si può essere contemporaneamente spilorci e scialacquatori, compagnoni e misantropi, bigotti e atei.
Ovviamente – come sempre – non prenderemo sul serio le parole di Lavrov. Ma in questo caso una cosa è certa: il ministro teme una volontà di annientamento da parte dell’Occidente più di quanto non preveda un ritiro della Nato dal teatro di operazioni. Non soltanto: è lui stesso a parlare della possibilità che la Russia “non possa riprendersi per decenni”, in seguito alle conseguenze di questa guerra. E questo in netto contrasto con la stampa (si spera) involontariamente putiniana dell’Occidente, che crede che solo l’Ucraina soffra, mentre per la Russia si tratta di una passeggiata. Le parole di Lavrov la dicono lunga sugli effetti delle sanzioni, delle morti in combattimento dei russi, delle spese per affrontare la guerra, e dello scontento sociale che potrebbe seguire a questa infelice avventura.
In realtà in Occidente a tutto si tende, salvo che a distruggere la Russia. Lo sappiamo bene perché in Occidente ci viviamo. Anche senza citare coloro che ad ogni costo devono trovare “buone ragioni” nel comportamento di Putin, gli stessi sostenitori dell’Ucraina sono tutti preoccupati di non far troppo male alla Russia. Non bisogna “infliggerle una sconfitta cocente”, perché ciò sarebbe di ostacolo ad una sua accettazione della pace. Noi non desideriamo che la Russia sia prostrata per decenni, desideriamo che accetti di liberare una buona parte del territorio ucraino (magari non tutto, perché noi, diversamente dagli ucraini, siamo generosi) e di sottoscrivere la pace. E mentre noi facciamo e diciamo tutto questo, Lavrov parla di una sconfitta da cui la Russia potrebbe non riprendersi, se non dopo decenni.
Per altro verso – paradossalmente – si può essere contenti delle parole di Lavrov perché – per la prima volta – vedo qualcuno che, ai più alti livelli, si preoccupa della sorte dei russi. Fino ad ora essi sono sempre stati considerati dei sudditi forzatamente obbedienti (“Se no sarai subito spedito in carcere”) e carne da cannone.
Magari fossero più numerosi, coloro che amano i russi! Magari li amasse Putin, invece di considerarli meri strumenti nelle sue mani. A volte ho pensato che il terrore che ispira l’avanzata dei russi – con i loro furti, i loro stupri, le loro violenze e le loro uccisioni – si comprende, anche se non si giustifica, con il modo come loro stessi sono trattati dai loro capi. Imbestialiti in quanto vittime, si comportano in modo bestiale con le loro proprie vittime. Ne sanno qualcosa i polacchi e i tedeschi dell’est. E noi occidentali vorremmo tanto che, invece, i russi fossero indotti a considerarsi cittadini, portatori di diritti e di civiltà, non di barbarie. Che non incutessero terrore ma fossero accolti dai battimani, come furono accolti inglesi e americani nell’Italia del 1943.
Purtroppo, dopo tutto quanto è avvenuto, non è che si riescano a nutrire molte speranze. Noi europei avremmo voluto poter amare i russi come amiamo i nostri fratelli – se non di sangue – di civiltà europea. Ma fino ad ora non ci è stato permesso. Pietro il Grande non è riuscito a far passare la Russia da questa parte degli Urali.
grifpardo@gmail.com

LAVROV E LE INTENZIONI DELL’OCCIDENTEultima modifica: 2023-02-19T10:02:03+01:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo

3 pensieri su “LAVROV E LE INTENZIONI DELL’OCCIDENTE

  1. Per quanto riguarda il piano di pace (eventuale) della Cina lo giudico inaccettabile a scatola chiusa. A giorni – se mantengono la parola – sapremo se avevo ragione o no, nel mio pregiudizio.
    Perché ho questo pregiudizio? Semplicemente perché nessuno piano di pace che sia accettabile per la Russia può essere accettabile per l’Ucraina, e viceversa.

  2. È plausibile che, Putin resosi conto dell’immane disastro ingenuamente provocato anche alla Russia e alla sua popolazione e trovandosi dopo un anno in un cul de sac abbia chiesto alla Cina di farsi promotrice di un piano di pace? Tra qualche giorno probabilmente lo sapremo.
    Però dopo la strabiliante affermazione del cav. Berlusconi di domenica scorsa fatta all’uscita dal seggio ( il poveretto sostiene che sia stato Zelensky ad aggredire i russi!) io mi vergogno di essere cittadino italiano.

I commenti sono chiusi.