LA SORTE DEL GOVERNO DI CDX

Quando un governo di coalizione è composto da partiti diversi ma compatibili, è concepibile un rimpasto. O anche un nuovo governo: basta che esca un partito compatibile e ne entri un altro. Se invece una coalizione – come l’attuale – è incompatibile con tutti gli altri partiti, o rimane al governo o va a casa.
Il futuro è imprevedibile ma le profezie attirano talmente che la nostra società le produce in serie, chiamandole oroscopi. Naturalmente la realtà questi oroscopi li smentisce regolarmente, ma che importa? Da un lato la gente ricorda l’unica previsione riuscita e dimentica le novantanove che non si sono realizzate; dall’altro, quando proprio non può negare che le profezie non esistono, dice che sono scherzi, giochi, che li legge ma non li prende sul serio. Del resto, la parola profezia in origine non significa “annuncio di fatti futuri”, ma “parlare per conto di”. Presumibilmente un dio. E se poi quel dio mente? Se nemmeno esiste e il profeta è un imbroglione? Una volta un prete disse a un dongiovanni: “Dio vuole che tu sia casto” E il dongiovanni: “Può darsi, ma perché non me lo chiede personalmente?”
Dunque giochiamo con le profezie (o gli oroscopi) in materia di politica. Per la prima volta da una dozzina d’anni, abbiamo un governo designato dal voto popolare, con una chiara maggioranza alla Camera e un’accettabile maggioranza al Senato. È un governo di coalizione e, come avviene in tutte le coalizioni, ci sono contrasti al suo interno; ma i partiti che la compongono sono meno disomogenei di quanto siano stati in altre coalizioni. Soprattutto – novità assoluta – è un governo più di destracentro che di centrodestra.
Questa inedita situazione comporta uno sbarramento: nessuno potrà avere la tentazione di mettere in crisi questa maggioranza alleandosi con qualche partito dell’opposizione. Il solco fra destra e sinistra è troppo largo per poterlo scavalcare. Addirittura oggi i partiti di sinistra in tanto giustificano la loro esistenza in quanto si dichiarano incompatibili con qualunque destra. Lo si è visto nella povertà della campagna elettorale: il capo del più grande partito di sinistra, Enrico Letta, ha soltanto promesso insistentemente di fermare “le destre”. E questo, secondo lui, doveva bastare. Non è bastato.
Detto di passaggio: perché “le destre” e non “la destra”? Perché Letta e tutti gli altri non sono contro la destra estrema (se ne avessimo una) ma contro qualunque partito che non sia di sinistra. In altri termini: la sinistra è legittimata a governare e tutti gli altri partiti no.
Ma facciamo tutte le ipotesi. Immaginiamo che Silvio Berlusconi minacci di passare all’opposizione se non si adotta la tale legge, e che Fratelli d’Italia e Lega si mettano d’accordo per mandarlo al diavolo accogliendo nel governo Giuseppe Conte. In tanto lo farebbero, in quanto manterrebbero il potere. Insomma un “reshuffle”, un rimpasto, è sempre possibile; viceversa , andare direttamente a nuove elezioni, correndo un inutile rischio, per la destra sarebbe un suicidio; e non molti politici ne hanno la tentazione. Un governo di destracentro o rimane al potere o sparisce. E proprio questo vincolo potrebbe tenerlo incollato al potere fino alla scadenza della legislatura.
Un momento, dirà qualcuno: poco fa si è fatta l’ipotesi di sostituire Forza Italia col partito di Conte, ma ovviamente volevate parlare del Terzo Polo. Nient’affatto. Parlavamo proprio di Conte, perché ricordavamo la scena di un vecchio film. Un tizio, per ottenere un certo favore, propone ad un ministro russo l’equivalente di ventimila euro attuali. E quello si offende a morte: “Come si permette di tentare di corrompere un ministro dello Zar con soli ventimila euro?” Ecco, nel caso del Partito di Conte non ci sono impedimenti teorici o dottrinali. È soltanto questione di prezzo.
Questo governo sembra destinato a durare cinque anni. Ciò significa che potrà fare molti più danni del solito, o realizzare prodezze che a nessuno, avendo un orizzonte molto incerto, sono mai state possibili. Inoltre abbiamo il vantaggio di un Presidente del Consiglio donna, e dunque la garanzia di una guida forte, determinata, imperterrita, e insomma virile. Già, perché in Italia per arrivare a quella carica un uomo deve essere di ferro; ma per una donna è necessario che sia d’acciaio.
16 dicembre 2022

LA SORTE DEL GOVERNO DI CDXultima modifica: 2023-02-06T09:52:38+01:00da gianni.pardo
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