TRE MILIONI, VITTO E ALLOGGIO

In questi giorni si parla molto di corruzione. E allora ne approfitto per presentarvi un racconto contenuto in uno dei due libri digitali accanto al titolo del blog. Solo per ironizzare sui tanti che si stupiscono del fatto che tanta gente sia disposta a vendersi per soldi.
Gianni Pardo

TRE MILIONI DI LIRE, VITTO E ALLOGGIO

Tre milioni di lire al mese più vitto e alloggio? si stupì la ragazza, prima di rendersi conto che, invece di meravigliarsi del compenso, avrebbe dovuto offendersi per la propo­sta.
– Sì, insistette lo sceicco. Avresti il diritto di vivere su questo yacht e i tre milioni ti servirebbero per i capricci, per i vestiti, per metterli da parte, per tutto quello che vuoi tu. Dovresti solo essere sessualmente disponibile per me ogni volta che te lo chiederò. E mi stupirebbe fosse più di una volta al giorno.
Con un bicchiere di long drink in mano sedevano lo sceicco, lo scultore Carhaix, la ragazza e il suo amico. Il cameriere coreano, appoggiato con aria indolente alla battagliola, li ascoltava con la più totale indiffe­renza, e badava soltanto agli eventuali bisogni del suo padrone.
Fino a quel momento lo sceicco aveva lasciato intendere la sua simpatia per la ragazza in vari modi, ma non era mai stato tanto esplicito. Esplicito fino all’indecenza, dal punto di vista occidentale: ed era forse questa la causa dell’improvviso silenzio che si era fatto.
– Tre milioni ti sembrano pochi?
– Ma che pochi e pochi!, sbottò il giovanotto. Come si permette? Cosa crede, che Silva sia una prostituta, una che si vende a peso, una puttana a stipendio mensile? Si vede proprio che non è un occidentale. Andiamocene, concluse alzandosi.
– Si sieda, gli disse calmo lo sceicco, appoggiando nel frattempo due dita sul ginocchio della ragazza. Che cosa c’è da riscaldarsi tanto? Fra le altre cose, Silva è occidentale quanto lei e può sempre dire di no personalmente. Non mi appartiene, non è mia, certo, ma appartiene forse a lei?
– Visto che lo vuole sapere, io ne sono innamorato. Se lei non avesse almeno vent’anni più di me, le romperei il muso solo per aver detto quello che ha detto.
– Proverebbe, a rompermi il muso, sorrise sereno lo sceicco. Ma non questo è il punto. Sentiamo Silva: questo Freddy è innamorato di te?
– Sì.
– E tu sei innamorata di lui?
– Gli voglio bene, dichiarò la giovane con uno smagliante sorriso.
– Ma vuoi bene anche a me, se è per questo. Diversamente ieri sera non mi avresti baciato come mi hai baciato.
– Lo hai baciato? scattò Freddy.
– Si vuol risedere, una buona volta?
Il cameriere coreano gli appoggiò con dolce fermezza le mani sulle spalle e lo incoraggiò a farlo. Poi, compita­mente, gli sistemò meglio i cuscini dietro la schiena, gli fece un sorriso e un piccolo inchino. Sembrò un’incar­nazione dell’ironia dello sceicco.
– Silva è stata cara e affettuosa con me, che male c’è? Non sono vecchio, anche se sono grasso, e soprattutto non mi puzza l’alito. È stato un bel bacio in piena regola, all’occidenta­le. Da giovane ero un sub abituato all’apnea, ma me la cavo ancora benissi­mo.
Freddy guardava smarrito la giova­ne, che era arrossita fino alla radice dei capelli.
– Dopo tutto quello che ha fatto per noi in questi giorni, mi è sembrato scortese non permettergli neanche di baciarmi, disse lei abbassando gli occhi.
– Insomma, Freddy, credo di poter riassumere. Lei è interessato a Silva perché ne è innamorato, io perché mi piace sessualmente e anche il signor Carhaix, qui presente, non credo sia indifferente a lei.
– Il signor Carhaix?, chiese Freddy, indicandolo con un dito. Ma se ha sessant’anni!
– E con questo? saltò su il france­se.
– Non solo l’età non significa nulla, intervenne lo sceicco, ma il signor Carhaix è innanzi tutto innamo­rato di Silva come modella. Per lui potrebbe anche essere muta e scema, gli basta che sia bella e stia ferma.
– Non esageriamo, si difese lo scul­tore. La trovo bella e dolce, è una presenza molto gradevole ed io non ho ancora deposto le armi, sessualmente, se è questo che voleva dire Freddy. Anzi, visto che parliamo tutti a ruota libera, chiederò subito a Silva una cosa: Sei disposta a sposar­mi?
– Ma insomma! gridò quasi Freddy, e che è, questa, un’asta?
– Ben detto, ben detto! rise lo sceicco, dandosi una manata sulla coscia. Lo vedi, Yves, il giovane non è un fesso, ha veramente capito. Facciamo un’asta. Oppure facciamo un carosello medievale per conquistare la mano della giovane castellana. Oppure organizziamo una competi­zione di maschi, magari a cornate come i mufloni, per conquistare la femmina del branco. Che importa? Comunque, caro Yves, non sapevo la ragazza ti interessasse tanto.
Lo scultore si accomodò meglio nella sua poltrona. Forse si rendeva conto di essersi spinto piuttosto lontano, ma era rimasto troppo urtato nel vedersi considerare fuori gara:
– È vero, ho sessant’anni, sono piuttosto malandato e in crisi d’ispirazione. Ma perché non dovrei mettermi con una bella ragazza come Silva? Non ho eredi, non devo rendere conto a nessuno di quello che faccio, e solo io posso immortalarne la bellezza, darle la sensa­zione che lontano, in Argentina o in Pakistan, c’è qualcuno che si innamora della linea del suo seno. Inoltre le darei lo status di moglie: e questo nessuno glielo offre, per il momento.
– Ma nessuno di voi è innamorato di lei, obiettò Freddy, quasi avesse posseduto l’asso di briscola.
Lo sceicco scosse la testa diverti­to.
– E Silva ama me, insistette il giova­ne.
Lo sceicco stavolta rise brevemen­te, ma continuò a non dir nulla.
– Che ha da sghignazzare?
– Kwang, riempi i bicchieri di tutti, devo fare un discorsetto. Lei mi consente di esprimere la mia opinione, caro Freddy?
Questi fece spallucce e Kwang, sorridendo e inchinandosi a tutti, riempì i bicchieri.
– Freddy offre l’amore, a Silva, e detto così sembra una cosa bellissima. Ma cos’è l’amore, in realtà? Una merce avariata. Si presenta come una bella mela gialla e rossa e dentro ha il verme. Nel senso che costui, che a momenti mi rompereb­be il muso, che scalcia e minaccia per la sua bella, in fondo offre alla ragazza il suo desiderio di lei: un desiderio che il tempo smorzerà, eccome. Quel giorno lui, un laureato in filosofia, si sentirà sminuito, stando accanto a una che è solo una commessa dei grandi magazzini. Silva sarà ancora bella come oggi, ovviamente, i suoi seni saranno ancora sodi, ma lui noterà soltanto che non sa chi è Averroè, non sa chi ha scritto la Critica della Ragion Pura o il Dialogo sui Massimi Sistemi. Per giunta, oggi come oggi, lui non può neppure sposarla: è povero e le offrirebbe la sua miseria. Che bella prospetti­va! Nei primi tempi dovreste vivere con lo stipendio di lei, vero?
– Che colpa ne ho, se sono povero? Mio padre era forse uno sceicco?
– Non è una colpa, ha ragione: ma è un inconve­niente. Lei ha sbagliato padre. Mi lasci andare avanti, tuttavia. Yves, qui, non è ricco neppure lui, non è giovane e non è innamorato. Non promette neppure un sesso fiammeggiante – spero non ti offenda, caro Yves – ma ha almeno di che vivere e offre uno status. Silva, da oggetto di desiderio qual è, diverrebbe la signora Carhaix. Carhaix chi, lo sculto­re? Sì, proprio lui. La moglie dello scultore Carhaix. Si rende conto di quante ragazze si sposano con la persona sbagliata, per così dire, solo perché offre uno status appetibile? Lei fra qualche anno potrebbe sposa­re Silva ma che cosa sarebbe, lei, frattanto? Solo l’amante di uno spiantato. E se il vostro rapporto d’amore, chiamiamolo così, dovesse finire prima che arriviate al matrimo­nio? Fra qualche anno lei sarebbe una donna con un passato, alla ricerca di un marito o almeno di un uomo appena appena decente, mentre lavora nel reparto vasellame del supermercato. Bella prospettiva, ancora una volta!
Carhaix volle essere generoso ed intervenne:
– Questa è solo l’ipotesi negati­va.
– Giusto, è una delle due. Però esiste, ed è abbastanza inquietante perché se ne tenga conto, insistette lo sceicco. Infine ci sono io. A me piace, Silva. Mi piace come bacia, mi piace la consistenza dei suoi seni, la forma delle sue gambe, il suo pube mi fa l’effetto del centro di una raggiera: dovunque sia il mio sguardo, uno dei raggi mi riconduce a quel monticello, a quella collina di piacere. Mi piace proprio e son disposto a pagarmi questo ca­priccio. Freddy offre solo il suo sentimento ma esso è forse incostante. Domani tutto potrebbe sgonfiarsi senza lasciar tracce. Inoltre, economicamente, è più in condizione di dover chiedere che di poter dare. Yves offre la tran­quillità borghese e non è poco. Certo, bisogna mettere in conto la monotonia del matrimonio, una situazione patrimoniale mediocre, la vita accanto ad una persona anziana che la considera un po’ come un soprammobile. Come quel pupaz­zo snodato che usano gli artisti. Non è affatto male, tutta­via: il signor Carhaix è una degnissi­ma persona, Silva, mi puoi credere.
Ma il concorrente più serio rimango io. Io che ho solo azzeccato padre, come dice Freddy. Io che offro una vita dedita ai piaceri, a bordo di un yacht, nuotando nel lusso e serviti di tutto punto dai domestici. Domani partiremo per Barcellona, poi andremo a Malaga e infine passeremo le colonne d’Ercole per andare… dove? Non l’ho ancora deciso. Forse potrebbe decider­lo Silva.
Non le offro l’amore, l’ammetto. Ma è proprio necessario? Io ho una sorella che da anni si paga un ballerino di flamenco ed è felice: che male c’è? E poi guardatemi: non sono bello, non son capace di suonare la chitarra come il mio quasi cognato, non so parlare come Cyrano, perché non dovrei aggrapparmi a ciò di cui di­spongo? A Silva offro sesso – un sesso di buona qualità, credetemi – e tanto, tanto denaro. Come volete che lo spenda, sullo yacht? Finisco col risparmiare, rispetto a un buon albergo. E anche ammesso che mi stanchi di lei, nel frattempo lei si sarà costituito un capitale col quale lanciarsi nella vita, per conto pro­prio. Credo volesse aprire un suo negozietto, a Grasse. Fra l’altro, se sarà veramente carina con me, le darò anche più di tre milioni al mese. Che m’importa del denaro?
– Ma è una forma di prostituzione, si lamentò Freddy.
– Che paroloni! Una donna si accop­pia con un uomo per i motivi che preferisce. Una si dà per denaro e per una sola sera, e lì siamo d’accordo, è una prostituta. Un’altra si dà a tempo indeterminato per una fede d’oro, e senza altro motivo che la fede d’oro. Non so se sia migliore. Un’altra ancora si mette con un uomo perché è innamorato di lei e dunque si dà per narcisismo, per ottenere complimenti e omaggi, come se questi potessero durare per sempre. C’è chi sposa un uomo per la vanità di essere la moglie di una celebrità e chi per ottenere la sinergia di due patrimoni. Insomma, caro amico, alla fin dei conti la ragione più seria di darsi, per una donna, è l’interesse. Può mettersi con un uomo perché la sposa, perché la fa ammettere nell’alta società, perché teme di restare zitella e soprattutto, mi creda, può farlo per il denaro. Il denaro è qualcosa di tangibile, che non tradisce, che si può mettere in banca e che si può ritrovare quando il rappor­to umano è morto e sepolto. Io offro a Silva anche di più, visto che oltre al denaro le offro un buon sesso: chi dice che sia una proposta da poco? Nei suoi panni direi di sì prima che l’offerta sia ritirata. Vediamo dunque che cosa decide.
La ragazza si torse sulla poltrona, sorrise con i suoi trentadue bellissi­mi denti bianchi, inarcò un po’ la schiena facendo trattenere il fiato allo sceicco e concluse con una risata. Chiaramente non sapeva che cosa dire.
– Allora?, fece calmo lo sceicco.
– Allora, allora? l’incalzarono Yves e Freddy.
– Non potremmo andare a letto? Ne parliamo domani.

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TRE MILIONI, VITTO E ALLOGGIOultima modifica: 2022-12-15T20:19:55+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “TRE MILIONI, VITTO E ALLOGGIO

  1. Nicola De Veredicis “Penso che nessun sceicco potrebbe aver voglia di corrompere Michela Murgia”: uh uh, è body shaming, vergognaaaa! Ah, no, giusto, si stava parlando del carattere, della personalità della de qua. Tutto bene.
    A proposito di prostituzione: ma cos’è più riprovevole e “brutto”, vendere il corpo (che può essere roba che dura una volta sola, o che magari qualche gioia dei sensi reciproca la dà) o vendere “il cervello”, sostenendo con il suo prodotto il tiranno, il criminale, il corruttore, ben conoscendone la “bruttezza” ed anzi impegnandosi a spremere il proprio cervello sempre più e meglio per dargli un più efficace sostegno, anche se ciò produrrà dolori e danni a un numero indeterminato di persone?
    Viva le oneste e sincere prostitute che “vendono il corpo” e grazie a quello fanno fessi i maschi, piuttosto che prostitute/i del secondo tipo!

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