LE IMPOSSIBILI PROPOSTE DI NORDIO

Abbiamo tutti letto le linee guida che il nuovo ministro della Giustizia Carlo Nordio propone per una riforma del sistema giudiziario. E le conoscevamo da decenni perché da decenni sono note, urgenti e necessarie. Dunque il problema non è: “Quale riforma?” ma: “Sarà realizzata?” La risposta più probabile è: “No”.
Come mai non arriva in porto una riforma che ha il plauso della stragrande maggioranza delle persone di buon senso? La risposta è semplice: perché le persone informate e di buon senso non sono maggioranza nel Paese. Dunque Nordio sarà pure un carro armato (gli somiglia perfino fisicamente) ma anche un carro armato va in pezzi se urta contro una roccia. Da noi l’ignoranza, la stupidità, l’invidia sono montagne di basalto.
La prima forza che si oppone alla riforma è la magistratura ma non è la prima colpevole. Sarà vero che tende ad abusare del proprio potere, della propria discrezionalità, della sua preconcetta impunità, e sarà pure vero che una parte di essa tende a fare politica aggressiva, ma questi difetti non possono esserle rimproverati: perché sono fisiologici.
Come la fisica insegna riguardo ai gas, qualunque potere tende ad espandersi all’infinito e, per così dire, a “conquistare nuovi territori”. Non ha forse abusato della sua forza, la Chiesa di Roma, quando questa forza è stata immensa e pressoché incontrastata? E perché lo ha fatto? Semplicemente perché poteva farlo. O anche, per riprendere le famose parole di Lord Acton, perché “il potere tende a corrompere e il potere assoluto tende a corrompere assolutamente”. È per questo che da sempre la garanzia della libertà non sta nella auto-moderazione del potere, ma nella sua suddivisione, in modo che ogni potere sia limitato dagli altri due. Anche se tutti citano soltanto Montesquieu, il principio risale addirittura alla Grecia classica. Ecco ciò che l’Italia non ha capito. Ecco ciò che – soprattutto – non ha capito il nostro Parlamento, quando nel 1993 ha rinunciato all’immunità parlamentare. Da allora la magistratura tiene sotto schiaffo la politica, le impedisce ogni riforma che possa limitare il suo potere, e di quel potere alcuni magistrati abusano con imputazioni, intercettazioni, carcerazioni e arbitrio nell’esercizio dell’azione penale.
Questo disastro è reso possibile da alcune caratteristiche negative della massa dei cittadini. E per cominciare dall’ignoranza. La gente non capisce che la separazione dei tre poteri e il contenimento della magistratura non sono nell’interesse di alcuni; non servono a coprire e legittimare la tendenza a delinquere dei politici: servono alla libertà della politica e a quella dei cittadini. Se i Pm possono arrestare dei deputati o dei senatori, senza doverne rispondere a nessuno, figurarsi se non possono arrestare e tenere a lungo in carcere un cittadino che – per difendersi – non ha né gli appoggi dei politici né i soldi di un Berlusconi. La gente ha creduto che l’immunità dei parlamentari fosse un “privilegio”, senza capire che quel privilegio nacque per proteggere i rivoluzionari francesi dalla connivenza fra monarca, nobili, clero e magistratura.
L’ignoranza si estende inoltre al pregiudizio inaugurato da Jean-Jacques Rousseau secondo cui il primitivo, l’ignorante, il povero sono virtuosi, mentre i nobili, i ricchi e persino gli intellettuali sono corrotti. Da ciò è derivata l’idea che la magistratura ha sempre ragione quando persegue l’upper class (per definizione corrotta) e l’illusione che il cittadino normale non avrà mai nulla da temere, perché la magistratura non avrà mai nulla da rimproverargli. Stupidaggine colossale. Ognuno commette i peccati che può permettersi, nessuno può scagliare la prima pietra e nessuno può scommettere che mai avrà bisogno di un penalista. Per questo la separazione dei poteri protegge tutti. Se pensa al proprio passato, il più specchiato dei galantuomini troverà qualcosa da rimproverarsi e tale che, pubblicizzata, avrebbe potuto rovinarlo. Tutti siamo stati giovani, tutti abbiamo commesso qualche sciocchezza. Nei Vangeli apocrifi si legge che Gesù bambino uccise un compagno di giochi che si era permesso di vincere, anche se, dopo, Giuseppe lo costrinse a resuscitarlo. Il sistema delle guarentigie deve salvarci tutti perché siamo tutti peccatori. Il popolo non è affatto santo e vox populi non è vox Dei, diversamente Dio sarebbe un fanatico ignorante.
In grande misura l’ostilità del popolo nei confronti della riforma della giustizia nasce dall’eccesso di fiducia nella magistratura. E nasce anche da una colpevole mancanza di empatia. Tutti parliamo a ruota libera con gli amici, anche per telefono, e diciamo cose che, se fossero rese note e noi fossimo personaggi pubblici, ci rovinerebbero. Ma il quisque de populo pensa che lui non sarà mai intercettato e comunque si auto-assolve. Se invece un personaggio pubblico si trova nello stesso guaio, “se lo merita” perché è in alto. “Io dico delle volgarità e delle enormità, ma che le dica un ministro, un capo d’industria, un riccastro, come perdonarlo?” Come se quell’altro non fosse umano quanto lui. Empatia zero. Molti ragionano ancora come se ci fosse da una parte il popolo (casto e puro) e dall’altra i nobili che se la spassano, a tavola e nell’alcova, a Versailles.

LE IMPOSSIBILI PROPOSTE DI NORDIOultima modifica: 2022-12-07T18:26:27+01:00da gianni.pardo
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