DIRITTO E POLITICA RIGUARDO AGLI IMMIGRATI

I problemi dell’immigrazione dall’Africa sembrano insolubili da molti anni, in particolare quelli riguardanti le navi delle organizzazioni non governative. Secondo molti la difficoltà nasce dall’incertezza delle norme nazionali e internazionali, sfocate e soggette a interpretazioni. In realtà, esaminando il fenomeno più approfonditamente, si vede che il punto di vista giuridico è secondario rispetto alla volontà politica.
Per quanto ci riguarda, salvo il tempo in cui Salvini è stato Ministro dell’Interno, da anni l’Italia ha detto ai migranti: “Prego, s’accomodino” ed oggi invece dice: “Non venite qui”. E poiché nulla è cambiato – né nella legislazione nazionale né in quella internazionale – è chiaro che si tratta di interpretazioni divergenti delle stesse norme. Cioè di una volontà politica. Infatti siamo sicuri che né Matteo Salvini né Luciana Lamorgese hanno commesso dei reati.
L’attuale incertezza del diritto probabilmente dipende da molti fattori. Ogni Paese segue le proprie norme e non sempre queste concordano. La nostra normativa è imprecisa e generica. Infine riguardo al dovere generale di salvataggio dei naufraghi (veri naufraghi, non gente che si è volontariamente messa a rischio) la cosiddetta “legge del mare” non è una vera legge. E su questo bisogna essere chiari.
Il diritto internazionale, di cui tanti parlano senza sapere che cos’è, non è mai stato codificato: cioè non esiste un codice di diritto internazionale. Inoltre per sua natura quand’anche fosse stato codificato (qualcosa c’è nella Carta dell’Onu) questo preteso “diritto” non si impone a nessuno, cioè non è “cogente”. Non soltanto non è un diritto superiore a quello dei singoli Stati, ma è un diritto inferiore, per dire, al nostro Codice della Strada. Questo almeno si impone agli utenti della strada italiani, mentre la norma del diritto internazionale vale finché il singolo Stato decide di seguirla. E se decide di non seguirla, quand’anche prima l’avesse accettata, nessuno può dirgli niente. Può soltanto muovergli guerra.
Il diritto internazionale è costituito da una sola norma (dottrinaria) che così suona: pacta sunt servanda, bisogna rispettare i patti. Bisogna. Insomma è fondamentalmente un consiglio. La gente immagina ad esempio che la legge del mare sia una legge che è parte del diritto internazionale e invece non soltanto non è una legge ma, se lo fosse, non potrebbe imporre nulla a nessuno. È una legge in senso morale, non giuridico, e si riassume nel dovere umano di non lasciar morire i naufraghi: le modalità precise con cui bisogna assolvere questo dovere rimangono opinabili. Inoltre il fatto che si tratti di un dovere morale inquina il problema giuridico. Quando ci si mette sul piano etico ognuno diviene intollerante e reputa inderogabili le proprie (immaginarie) regole.
Il comportamento nei confronti dell’immigrazione dipende soltanto dalla volontà politica. Prima – forse per buonismo a spese altrui – si è voluto dire di sì e si è detto sì; oggi si vogliono chiudere le porte e si dice no. Né c’è da stupirsene, perché la maggioranza silenziosa è risolutamente per il “no” e sulle “ong” aleggiano gravi sospetti.
Comunque, se vogliamo cercare dei colpevoli di “inumanità”, fra i primi ci sono i Paesi di cui le navi “ong” battono bandiera. Fanno le pulci all’Italia e poi non vogliono neppure accettare la loro quota di migranti. La Norvegia addirittura non fa neppure la mossa. Se è una competizione, non è certo a chi è più generoso.
Andando ai fatti concreti, il porto più vicino, per i naufraghi fra virgolette, è Tunisi, Paese decente dove certo non impera Stalin e al quale infatti rimpatriamo i tunisini che riusciamo a rimpatriate. Spesso il più vicino fra i porti dei Paesi dell’Unione Europea è Malta, ma Malta dice di no. L’Europa si era impegnata a ricollocare se non ricordo male ottomila profughi e ne ha ricollocati 147 in tutto, di cui 38 in Francia. Insomma la Francia ha visto più profughi via mare oggi, con l’arrivo dei 230 migranti della Ocean Viking, che in tutti i mesi precedenti: ed osa attaccare noi? Da troppo tempo troppi sono convinti che Il Bel Paese è il ventre molle dell’Europa. L’Italia è piena di porti, è sdraiata per quanto è lunga nel Mediterraneo e di solito è guidata da molluschi.
Qui mi viene in mente un’esperienza di quando ero bambino. Se due ragazzi creavano un problema e non si riusciva a risolverlo, l’adulto si rivolgeva ad uno dicendogli a parte: “Lo so che hai ragione, ma lo vedi com’è? Tu che sei più intelligente e più maturo dovresti cedere, così la facciamo finita. Conosci il detto, cu avi cchiù sali conza a minestra”, chi ha più sale condisce la minestra”. E questo sale dialettale era il sal sapientiae di cui parlava la Chiesa. Ma io avevo già un caratteraccio. Se quel discorso era fatto a me andavo in bestia: “Che diamine significa che, avendo ragione, devo cedere a chi ha torto? È questo il sal sapientiae? Nessuno si deve servire delle mie pretese buone qualità per danneggiarmi. Se le cose stanno così, iscrivete anche me nella lista dei cretini”.
Lo stesso per l’immigrazione. Gli altri Stati non vogliono nessuno e sono buoni. L’Italia ne vorrebbe di meno, ed è cattiva. Forse sulla lavagna dovrebbe avere il coraggio di farsi iscrivere nella lista dei cattivi.
grifpardo@gmail.com

DIRITTO E POLITICA RIGUARDO AGLI IMMIGRATIultima modifica: 2022-11-13T09:15:04+01:00da gianni.pardo
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7 pensieri su “DIRITTO E POLITICA RIGUARDO AGLI IMMIGRATI

  1. Immigrazionismo a gogò
    Siete favorevoli o contrari all’immigrazione? Tale domanda viene spesso rivolta nella penisola. Ma è un quesito a carattere tendenzioso. Chi può essere veramente contro il migrare, che esiste da sempre e sempre esisterà? Nessuno che abbia un cervello.
    Io sono favorevole a un’immigrazione che sia però sottoposta a regole precise, le quali facciano entrare in linea di conto l’interesse legittimo della società ospitante. Infatti, le autorità canadesi fanno una cernita tra i candidati all’immigrazione, e in seguito sono pronte a rispedire a casa chi si riveli, ben presto, un criminale. Evento raro, comunque. Noi, immigrati del Canada, prima di partire abbiamo dovuto seguire la rigorosa procedura emigratoria, e arrivati qui abbiamo dovuto rispettare senza indugi gli usi e costumi locali; talvolta anche retrogradi e ridicoli, quali ad esempio le proibizioni puritane in materia di alcol, allora vigenti.
    Noi espatriati siamo contro un travaso di popoli. I popoli non sono interscambiabili. Noi riteniamo che il ricatto morale diretto contro un popolo che desidera controllare le proprie frontiere sia un sopruso. Secondo me, la possibilità offerta ai migranti di violare le frontiere dell’Europa è una causa diretta delle morti che avvengono in questi naufragi “programmati”. Noi siamo contro l’abolizione delle frontiere. Pertanto siamo contrari all’abusivismo immigratorio in atto da anni in Italia. Abusivismo che snatura il concetto stesso di diritto d’asilo, cui oggi ricorrono masse indifferenziate d’individui attratti dall’immagine di un paradiso consumistico occidentale in gran parte illusorio. E infatti molti di questi migranti, tra cui i veri rifugiati sono un’esigua percentuale, giunti in Italia chiedono l’elemosina o vendono cianfrusaglie per strada. Importunandovi con fare non di rado aggressivo.
    L’immigrazione clandestina, abusiva, irregolare, illegale, è generatrice di violenze a danno della società d’accoglimento. Infatti in Italia i nuovi arrivati danno un contributo sproporzionato a crimini e infrazioni. Inoltre, essa è una minaccia, se supera certi limiti, per la coesione sociale. Inutile illudersi: in un’Italia terreno fertile di odi intestini si stanno spargendo i semi di futuri conflitti razziali.Questo immigrazionismo a gogò è oltretuttoscarsamente giustificato dall’obbligo morale di riparare gli abusi di un colonialismo di cui l’Italia si rese sì, autrice, ma in maniera ridotta e tardiva; al contrario di paesi come Spagna, Portogallo, Inghilterra, Francia, Olanda, Belgio…
    La sinistra italiana è contro la sovranità nazionale, e brandisce, insieme con le Ong che fiancheggiano i passatori criminali, l’arma del ricatto umanitario che sfrutta il pentitismo cronico dell’uomo bianco, afflitto da un costante singhiozzo e disposto ad accettare, in accordo col contrappasso cristiano, questo colonialismo alla rovescia.
    L’abusivismo immigratorio è un grave problema per gli stessi aspiranti naufraghi. Questi rischiano la morte per annegamento. Le navi delle Ong si tengono però pronte al salvataggio nel Mediterraneo, e imbarcano e trasportano i disperati in un “porto sicuro”. Esse danno cosìmanforte agli scafisti traghettatori, genia criminale che si arricchisce sui clandestini. La garanzia di questo soccorso in mare, con il trasporto in un “porto sicuro”, attrae masse di futuri naufraghi e aumenta il business degli scafisti.
    Un’altra assurdità: secondo il giudizio di Bruxelles, la Tunisia, dove approdano navi di crociera cariche di turisti occidentali, non offrirebbe alcun “porto sicuro” per le navi delle Ong cariche di migranti illegali. Il porto sicuro lo offrono invece da anni i governi italiani.
    Ma oggi le cose stanno cambiando, e molti di noi se ne rallegrano.

  2. Però bisogna tenere conto del fatto che quelli che sbarcano sulle nostre coste sono solo una minoranza dei migranti che entrano in Europa e che inoltre molti di questi, una volta sbarcati, lasciano la penisola per entrare negli altri paesi.
    Pare che Francia, Germania, Austria e Spagna accolgano ogni anno più migranti dell’Italia e conseguentemente la redistribuzione dei migranti che si invoca, per noi significherebbe in realtà prenderne di più.

  3. Non sono naufraghi. Sono migranti economici, quasi tutti maschi e di giovane età, che s’imbarcano a pagamento su imbarcazioni fornite da organizzazioni criminali per immigrare illegalmente in Italia. Le ong favoriscono questo traffico perché intercettano e trasbordano i migranti ( non sono naufraghi ) sulle loro navi per sbarcarli in Italia. La legge del mare non c’entra nulla.

  4. Ma lo vogliamo finalmente capire che è in corso una sostituzione etnica? Non ci sarà una autentica Unione Europea senza la cancellazione degli Stati nazionali europei e l’innesto di individui di ogni parte del mondo nel tessuto umano europeo. Il meticciato è ufficialmente invocato dalla sinistra e da personaggi come Bergoglio e Scalfari e da tanti altri alti papaveri. Questo non è complottismo, basta leggere le dichiarazioni di dignitari europei.

    Il diritto internazionale (“Völkerrecht” in tedesco) lo conoscono solo gli esperti, i docenti universitari e pochi altri. Nemmeno Mattarella conosce bene il diritto internazionale, ma può all’occasione rivolgersi agli esperti.

    Circa cento anni fa il conte Kalergi pubblicò “Praktischer Idealismus” (1925), in cui prefigurava una nuova Europa abitata da un’etnia negroide e asiatica. Kalergi è stato uno dei propugnatori dell’Unione Europea, un altro è stato Altiero Spinelli col suo Manifesto di Ventotene.

    Bergoglio, asceso al soglio con l’aiuto della “mafia di San Gallo” (accolita di chierici progressisti) e dei poteri forti, massoneria inclusa, dice che “dobbiamo accogliere tutti”. Tutti quanti? Là fuori ci sono non milioni, non centinaia di milioni, ma miliardi di esseri umani che vorrebbero vivere all’europea. Senza dimenticare che anche in Italia ci sono milioni di persone che non se la passano bene.
    Ma quale legge del mare d’Egitto!

  5. Fatto sta, che in questo momento, a Radio Classique, stanno trasmettendo un lungo programma sulla musica italiana, da Verdi a Ponchielli, a Rossini, Pavarotti, Cecilia Bartoli, giu’ fino a Serge Reggiani, Celentano e Peppino di Capri. E, udite udite! dichiarando la superiorita’ della melodia italiana su quella francese. E poi, dichiarazioni mielose sui “nostri geniali vicini”. Pazzesco, mai sentito prima dai francesi. Non so se sia un caso……

  6. In questa vicenda, io che mi sento mezzo francese, do interamente torto alla Francia. Ma su una cosa dissento da Nicola. È vero, i francesi non amano affatto gli “arabes”, ma la colpa è anzitutto dei “beurs”, come li chiamano loro. Non soltanto (quando c’è stata l’indipendenza dell’Algeria) sono stati accolti a braccia aperte, ma in generale i francesi sono meno xenofobi di quel che si potrebbe pensare. I francesi che si chiamano Rossi, Russo, Esposito o Coppola, sono francesi come gli altri, a partire dalla seconda generazione. E lo stesso vale per i Fernandez, Delgado etcc. Sono soltanto i maghrebini che rimangono un corpo estraneo anche alla quarta generazione. Sicché ormai il solco è tracciato e sembra invalicabile.
    I francesi con me, per l’esperienza che ho avuto, sono stati straordinariamente positivi. Magari ho avuto fortuna, chissà. E comunque non ero in quella giungla che chiamano Parigi.

  7. Parlando della Francia, e in particolare di Macron, credo di capire il suo atteggiamento. Non e’ facile servire due padroni, i francesi e George Soros. I francesi sono stanchi degli africani, sono pieni di marocchini e algerini, che odiano di tutto cuore. Non dimentichiamo che i francesi sono piuttosto razzisti per natura. George Soros, d’altra parte, preme per la globalizzazione, per la mescolanza. E, avendogli fornito soldi in abbondanza durante la recente sfida con Marine le Pen, per Macron non e’ persona da scontentare. A questo punto arriva questa fastidiosa Meloni, capo di una nazione insignificante e di bassa lega, l’Italia, che pretende questo e quello. E Macron si indispone. “I patti sui migranti con l’Italia? Quali patti? Ma andate al diavolo, e tenetevi quei puzzolenti africani. George Soros, lo so, hai ragione, l’emigrazione africana in Europa deve continuare e andare a compimento. Ma io ho la mia reputazione da difendere con il mio popolo, i francesi. E loro i neri non li vogliono. E io intendo restare in sella.”

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