IL FUTURO DI GIUSEPPE CONTE

Conte è un personaggio rinascimentale. Un Capitano di Ventura per cui conta il soldo e una bandiera vale l’altra: professionalmente privo di scrupoli, di dignità, di coerenza, di lealtà. Malgrado il suo aspetto curato, non che essere un intellettuale, è un selvatico predatore meritevole di studio. Oggi molto più di quanto lo sarebbe stato nel Cinquecento di Machiavelli. In molti ovviamente non suscita simpatia, in altri suscita disprezzo, e tuttavia nel campo in cui si è impegnato ha raggiunto risultati tali che merita tutto il nostro “rispetto settoriale”: un rispetto simile a quello che si ha per un perfetto cretino che sia però un grande calciatore.
Giuseppe Conte è stato al servizio di Di Maio e della Lega di Matteo Renzi; poi, quando cadde il governo giallo-verde, agli ordini di Di Maio e Zingaretti; poi è rimasto nel Movimento 5 Stelle durante il tempo in cui esso ha partecipato alla maggioranza del governo Draghi. Infine, anche se personalmente spernacchiato come politico e come leader dallo stesso fondatore Beppe Grillo, quando il Movimento è virtualmente scoppiato ne ha raccolto i cocci e, con una politica demenziale, demagogica, degna del fratello minore di Masaniello, ha ottenuto nientemeno che il 15% dei voti alle ultime elezioni. Così è entrato in Parlamento con un partito sostanzialmente suo e con quasi il doppio dei seggi di Forza Italia. Da trasecolare, ma anche da levarsi il cappello.
Volendo considerare Conte un politico ci si può chiedere: quali sono le sue idee, quali sono i suoi programmi? Le risposte sono desolanti. È come aprire una grande, costosa cassaforte, e trovarla vuota. In passato egli è stato capace di appiattirsi sulla destra, sulla sinistra, sul sopra, sul sotto e perfino sulla non-politica di un governo tecnico. Infine, quando è stato sicuro che i “grillini” non perdevano la pensione da parlamentare, ha fatto cadere il governo. Poi, in vista delle elezioni, ha battuto il Sud agitando esclusivamente bandiere demagogiche, soprattutto quella del Reddito di Cittadinanza indiscriminato e quella del pacifismo irenico, se non del confessato putinismo. Ha comunque dato voce ai pagnottisti e agli scontenti di ogni pelame, proponendo soluzioni immaginarie con una sfacciataggine e un apparente entusiasmo da lasciare interdetti. Letta non si è dimostrato capace di assicurare una buona salute ad un partito nato cent’anni fa, lui ha detto a un cadavere “Lazare, veni foras” e quello è uscito dalla tomba.
Considerando questi risultati, ho dovuto mio malgrado coprirlo di lodi. Si può essere scoraggiati considerando che gli elettori del Sud sono a questo livello mentale, ma bisogna ammirare Conte che li ha capiti molto meglio di Berlusconi o di Letta. Tuttavia – se questi sono il passato e il presente di Conte – è lecito chiedersi quale può essere il futuro.
Come abbiamo visto con Tommaso Aniello, con Guglielmo Giannini, con Beppe Grillo ed altri, le fiammate storiche a base di demagogia hanno vita breve. Le soluzioni “semplici” sono entusiasmanti ma non resistono alla verifica del tempo. Conte ad esempio ha promesso di difendere a spada tratta il Reddito di Cittadinanza ma è un impegno che non può mantenere. Non ha un sufficiente peso parlamentare in proprio né sufficienti alleati. Non soltanto tutti i partiti vogliono come minimo riformarlo in senso restrittivo, ma la maggioranza, se volesse, quel sussidio potrebbe abolirlo con un tratto di penna. Esattamente come, in questi giorni, ha licenziato gli inutili e costosi “navigator”. Quanto al pacifismo della piazza – infantile, ottusa, cieca e sostanzialmente filorussa – è senza logica e senza domani. E, tolti questi programmi, che altro può escogitare, Conte?
Quando si prende una posizione fanatica e sbagliata, si ha la posizione del Fatto Quotidiano: vita stentata, un nocciolo duro di sostenitori, ma nell’ambito nazionale un’influenza pari a zero. Dovendo confrontarsi con la realtà il partito di Conte rischia di essere più afasico dell’attuale Partito Democratico. La realtà è spietata. Economicamente siamo in pieno dramma e dal punto di vista internazionale l’Italia è inserita in un sistema di alleanze e di trattati che ci lasciano ben poco spazio di manovra. Lo stesso Conte, Presidente del Consiglio di ben due governi, nulla ha cambiato in materia ed è andato anzi fierissimo della simpatia di Trump.
Il Partito di Conte è un’entità politica priva di senso. Quanto a lui personalmente, quand’anche il giudizio morale e umano fosse molto severo, nulla ciò aggiungerebbe o toglierebbe al giudizio politico. Si può sentire una sorta di schifo etico vedendo Conte attaccare ed insultare in Parlamento Matteo Salvini appena caduto, ma non ci se ne deve meravigliare: forse Shakespeare ha esagerato quando ha rappresentato Riccardo III capace di corteggiare una donna dopo avere ucciso i suoi figli, ma sugli uomini politici ci ha impartito una lezione che non dovremmo mai dimenticare.
grifpardo@gmail.com

IL FUTURO DI GIUSEPPE CONTEultima modifica: 2022-11-10T07:48:13+01:00da gianni.pardo
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7 pensieri su “IL FUTURO DI GIUSEPPE CONTE

  1. Come è stato scritto durante la campagna elettorale, Conte è un camaleonte la cui efficacia è direttamente proporzionale alla credulità del suo uditorio. Io userei parole diverse rispetto a credulità, ad ogni modo lì è la chiave di lettura del sostegno di cui può godere un personaggio di questo genere, talmente inverosimile che ha reso Cetto La Qualunque e gli imbonitori televisivi dei dilettanti in materia.

  2. Caro Luca, se l’astio (risentimento personale che non ci può essere, non avendo mai io avuto rapporti personali con Conte) ci fosse, e se tale astio mi accecasse, non gli avrei riconosciuto nell’articolo tanti meriti, da suscitare l’ammirazione e la scappellata..
    Ciò che danneggia al massimo Giuseppe Conte è il giudizio obiettivo sul suo comportamento. più che disinvolto e privo di scrupoli.

  3. No, Gianni. Sulla sua lucidità mentale lo scorrere del tempo ha agito in modo molto diverso rispetto a quella di Berlusconi. Meno potere e meno donne che le hanno ronzullato attorno

  4. Caro Fabrizio, stavo per dirle che quando si supera una certa età si straparla, poi mi sono ricordato di essere un po’ più vecchio di Berlusconi, e mi sono francamente preoccupato.

  5. “ma bisogna ammirare Conte che li ha capiti molto meglio di Berlusconi o di Letta”: in realtà Berlusconi ci aveva provato a seguire Conte dicendo che bisognava aumentare il reddito di cittadinanza. Ma non lo hanno ascoltato.

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