MELONI E IL DIMORFISMO OBSOLETO

In questi giorni, come era prevedibile, abbiamo fatto un’indigestione di commenti perché abbiamo una donna come Presidente del Consiglio. Per la maggior parte nemmeno pessimi anche se, prudentemente, non ho letto la stampa di sinistra. E la loro quantità dimostra che siamo all’uomo che morde cane.
Per qualche ragazzo che non conoscesse quel luogo comune, lo spiego. Nelle redazioni dei giornali un tempo si insegnava che “cane che morde uomo” non è notizia, e non val la pena di pubblicarla; “uomo che morde cane” è notizia. Ebbene, il fatto che stavolta chi siede sulla poltrona più importante di Palazzo Chigi è una donna, deve essere stramaledettamente notizia, se tutti ne parlano. E questo merita un tentativo di spiegazione.
Chi veda un cavallo o un cane da lontano (od anche una tigre, un coccodrillo o una giraffa) non potrebbe dire se si tratta di un maschio o di una femmina. Questo perché il dimorfismo sessuale di quelle specie è pressoché insignificante: tanto il maschio quanto la femmina hanno il medesimo aspetto e le medesime prestazioni. Ecco perché, se mai quegli animali possedessero le facoltà mentali di noi umani, fra loro non ci sarebbero né maschilismo né femminismo.
Se invece guardiamo un essere umano da lontano, anche da duecento metri, siamo in grado di dire se è un uomo o una donna. Perché fra i due sessi ci sono notevoli differenze. L’uomo è più alto, ha la barba, ha le spalle più larghe e il bacino più stretto. Inoltre sono diverse le prestazioni: l’uomo è più veloce e più agile della donna tanto che, nello sport, si ritiene “unfair” far gareggiare insieme uomini e donne. Ricordo una tennista di fama mondiale, Martina Navratilova, la quale disse, sorprendendomi, che la migliore delle donne non avrebbe mai potuto battere il numero cento della classifica tennistica maschile. Ma sarebbe lo stesso in un torneo di scacchi, dove i muscoli non valgono niente? Certo che no. E infatti in un concorso per entrare in magistratura, vincono più donne che uomini. E ciò perché nel mondo di oggi i muscoli non contano niente. Un’escavatrice è infinitamente più forte di un uomo, ma chi direbbe che è più intelligente di un uomo?
Nell’umanità il dimorfismo primigenio ha perduto il suo significato ma continua ad ingannarci. Per centinaia di migliaia di anni l’uomo è stato superiore alla donna perché si viveva in un mondo in cui, per sopravvivere, contavano i muscoli: e allora è comprensibile che sia molto difficile sradicare una mentalità che risale tanto indietro nel tempo. I molti che considererebbero inaccettabile essere giudicati da una donna, oppure operati da una chirurga, non si rendono conto che il loro mondo mentale è perento, almeno da tre secoli. Od anche – se proprio si vuole stabilire una data – dal momento in cui l’umanità ha inventato la macchina a vapore ed ha potuto delegare ad essa la fatica più onerosa. Da quel momento il vincitore non è più stato Ercole: i vincitori sono stati Denis Papin, Stevenson, Watt e i fratelli Wright. L’intelligenza è divenuta l’unico vero valore. E così è come se avessimo azzerato il dimorfismo e Aspasia non è più stata un’eccezione. Si può essere donne, celebri, bellissime, e nel frattempo essere dei geni matematici (anche se sul momento misconosciuti): Hedy Lamarr.
Se una donna è più intelligente, più colta, comunque intellettualmente più capace di un uomo, gli è evidentemente superiore. È giusto che comandi lei ed obbedisca lui. Invece ci sono uomini che si considerano superiori alle donne “in quanto tali”. E non si accorgono di essere antiquati più o meno come gli uomini di Neanderthal. Oggi la discriminazione contro le donne è assurda perché fondata su un dato sparito da secoli. Anche se la società non lo ha ancora del tutto “digerito”. Per questo è nei costumi che deve essere vinta la battaglia. Una battaglia che le donne potrebbero combattere nel loro interesse e gli uomini nell’interesse della verità e della giustizia.
Il giudizio sul singolo deve sempre dipendere dal singolo, prescindendo dal suo sesso. Ed ecco perché – anche se la società è ancora immatura per una vera parità fra uomo e donna – sono contrario alle quote rosa. Perché con esse è come se si dicesse: “È intelligente, per essere una donna”. Per essere una donna? Che fa, è tanto abile da stare ritta sulle zampe posteriori? Ma smettiamola. Limitiamoci a dichiararla vincitrice perché migliore, quando lo merita, e bocciamola quando merita di essere bocciata. E soprattutto assolutamente mai si dovrebbe farle passare davanti un imbecille solo perché uomo.
Una volta io dissi ad un cieco che i ciechi hanno diritto ad una considerazione in più, tenendo conto della difficoltà da cui sono afflitti. E lui mi rispose che la vera ambizione di un cieco è quella di essere considerato come gli altri, né più né meno. Per i ciechi rimango del mio parere, ma per le donne sarei lieto di veder cessare questa millenaria e oggi infondata diatriba. Uomo, donna? Vinca il migliore.
Per tutte queste ragioni mi piacerebbe tanto che la nomina di un Primo Ministro donna non facesse notizia. O forse soltanto per notare che spesso, una volta al potere, le donne sono più dure e risolute degli uomini. Perché sono tutte veterani di guerra.
gpardoitaliaoggi@gmail.com

MELONI E IL DIMORFISMO OBSOLETOultima modifica: 2022-10-23T15:19:53+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo

4 pensieri su “MELONI E IL DIMORFISMO OBSOLETO

  1. Probabilmente ha ragione lei. Thomas Jefferson disse “I’m a great believer in luck, and I find the harder I work the more I have of it.” (Credo molto nella fortuna, e trovo che più duramente lavoro, più ne ho).

  2. Caro Nicola,
    non sono d’accordo. Credo sia stato Tucidide a dire che “nessun vincitore crede mai alla fortuna”. È più Giorgia Meloni che ha fatto il successo della destra, di quanto la destra abbia fatto il successo di Meloni.

  3. C’e’ da dire che il fatto che l’Italia, patria del dimorfismo, abbia eletto un presidente di sesso femminile, fa capire che la sinistra aveva rotto a tal punto che gli italiani avrebbero eletto anche un marziano, purche’ di destra.

  4. “Il giudizio sul singolo deve sempre dipendere dal singolo, prescindendo dal suo sesso.”
    Parole sacrosante, purtroppo completamente sconosciute alle (odierne) fanatiche dei Gender studies, della Cancel culture e del Politically correct, secondo le quali essere maschio (peggio ancora se bianco e occidentale) costituisce una sorta di Peccato originale incancellabile & irredimibile…

I commenti sono chiusi.