SALVARE IL PD

Il Partito Democratico è attualmente in uno stato pietoso e ciò non può fare piacere a nessuno. In una democrazia l’opposizione è fondamentale e tuttavia, quando in televisione appare Enrico Letta – sempre acido e docente – si pensa: “Ancora lui?” Il Pd è condannato all’insignificanza da un sottile disprezzo. Né le cose vanno meglio quando i suoi esponenti vanno all’estero a dir male degli italiani: “Mentre noi”… “Noi” chi? Si ha perfino la tentazione di considerare più vitale il Partito di Conte. Quello almeno sorprende per il semplice fatto di esistere.
Sappiamo tutti che per il Pd è previsto un congresso nel marzo prossimo e forse allora – finalmente – ci si occuperà di curare il malato. Ma ci arriverà vivo? Invece di occuparsi dei mille riti tribali per preparare il congresso, perché non farlo a rotta di collo, in modo da sapere subito “Chi è” l’erede del Partito Comunista Italiano e “Che cosa vuol essere”?
Una cosa è sicura: è assolutamente sbagliato seguire i vaghi programmi di cui è esponente, per citare un nome, Maurizio Landini. Parliamo di una mentalità veterocomunista per cui bisogna lottare contro i padroni e chiedere più alti salari. Anche se il fondo del barile è già stato così accuratamente raschiato che si è assottigliato persino il legno. Né ci si può limitare a chiedere allo Stato – come fa il Partito di Conte – di spendere, spendere, spendere: ovviamente a debito e come se ciò si potesse fare indefinitamente. Se, pur di conquistarlo come alleato, il Pd si acconciasse a sostenere questi atteggiamenti, la destra rischierebbe di rimanere al governo per sempre. Le strade indicate dai sedicenti duri e puri si chiamano “vicoli ciechi”. O “sentieri verso il burrone”.
Per il Pd non si tratta di ritrovare l’anima del Partito Comunista ma di riconoscere che quell’anima si sbagliava su troppe cose. E che per la parte in cui poteva avere ragione, si è già ottenuto tutto ciò che si poteva ottenere. La sinistra deve rassegnarsi a non essere né rivoluzionaria né “rivendicazionista”. Non c’è più niente da rivendicare. I borghesi di oggi – cui si vorrebbe far pagare il conto – sono gli operai di ieri e infatti un idraulico guadagna più di un professore di liceo classico. Se l’economia del Paese va a rotoli non sono i ricchi che la pagano, sono soprattutto gli operai e gli impiegati. Un tempo essi votavano per il Pci, nella speranza che lo Stato da predatore si trasformasse in assistenziale, oggi al contrario il rischio è che lo Stato, pur di essere assistenziale, si trasformi in predatore.
In che direzione può andare il Pd, se vuole sopravvivere? Non certo dove stanno Articolo 1, Nicola Fratoianni ed anche Giuseppe Conte: in quella direzione non c’è futuro. Il 15% di Conte (che fa tanto gola al Pd) è una polpetta avvelenata. Domani quel partitello potrebbe scindersi, i suoi parlamentari potrebbero passare ad altri gruppi parlamentari, e insomma potrebbe fare qualunque cosa per la buona ragione che esso stesso, non essendo niente, è qualunque cosa. Se l’intero Movimento è stato capace di associarsi con la destra, con la sinistra e con i tecnici, con chi non si assocerebbe un partito che come massimo principio politico ha la protezione del Reddito di Cittadinanza? Quella è soltanto una banda di mercenari. Se il Pd smarrisse la via del proprio futuro pur di fagocitare il partito degli “scappati di casa”, non soltanto venderebbe la sua anima per un piatto di lenticchie ma rischierebbe in capo a qualche tempo di ritrovarsi con un pugno di mosche.
Il Pd deve proporsi come il magnete che attira, non come il ferro che è attirato. Per questo deve pensare a convergere verso il centro, e non perché i moderati gli siano simpatici, semplicemente perché essi hanno imboccato la via del futuro mentre il Pd di Letta stava imboccando la via del passato. E dunque della morte.
Il Pd deve rassegnarsi ad essere un partito di sinistra senza sogni rivoluzionari e senza pretese di superiorità morale: anche perché al riguardo abbiamo riso abbastanza. Quella è la sua collocazione. Ed è lì che gli elettori andranno a cercarlo, quando ne avranno abbastanza del centrodestra. Come è normale che avvenga. Basta che non dica troppe sciocchezze, che critichi senza acrimonia gli errori del governo, e il resto lo farà l’elettorato. È il normale gioco della democrazia.
gpardoitaliaoggi@gmail.com

SALVARE IL PDultima modifica: 2022-10-16T10:56:29+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “SALVARE IL PD

  1. Ragionevolmente il PD dovrebbe compiere (finalmente) la propria “Bad Godesberg” e diventare ufficialmente un moderno partito socialdemocratico europeo, sostanzialmente privo di legami con i cascami del Comunismo (non solo) sovietico…

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