LA POSSIBILE SCONFITTA RUSSA

Ammettiamo, come pura possibilità, che la Russia perda la guerra in Ucraina. Quali sarebbero le cause di un simile fenomeno? Ecco alcune ipotesi.
Dal 1917 la Russia è stata vista come il motore dell’inevitabile rivoluzione marxista. Stalin ha mirato al “comunismo in un solo Paese” (piuttosto che alla rivoluzione mondiale) ma in materia il suo contrasto con Trockij riguardava gli strumenti, non i fini. Secondo Karl Marx, la Rivoluzione Proletaria era un punto di arrivo storicamente inevitabile. I proletari erano l’ultima classe che doveva riscattarsi tanto che, con la loro vittoria, avrebbero superato la rivoluzione borghese del 1789 e concluso la lotta delle classi. La Russia era dunque il centro del mondo di domani e il suo esempio di “socialismo reale” sarebbe stato il modello di tutti i Paesi. Mosca era la Casa Madre di questa nuova Fede e per farla trionfare nessun sacrificio (neanche di vite umane innocenti) era troppo grande. Quando poi, dal 1945, la già enorme U.R.S.S. poté estendere il suo dominio ai Paesi in cui era entrata l’Armata Rossa, sembrò che – seppure “manu militari” – il sogno di quella Rivoluzione mondiale si stesse realizzando.
Purtroppo tanto bello era il progetto (almeno, visto dal Cremlino) quanto miserabile era la realtà: e questa alla fine prevalse. L’Unione si sciolse e si resero indipendenti sia gli Stati europei assoggettati sia molte delle Repubbliche dell’Unione Sovietica. Ma questa nuova realtà non fu pienamente percepita dalla Russia e soprattutto non cambiò l’immagine che essa aveva di sé. Per i cittadini infatti non si trattò di un normale ridimensionamento ma di un tradimento e di un’intollerabile mutilazione: per questo odiarono Gorbaciov. Per il loro sentimento quella non poteva essere la fine della vicenda: un giorno o l’altro, non si sa per quale via, la Russia avrebbe ritrovato il suo ruolo di superpotenza politica e militare. Il suo destino di faro di civiltà, con Mosca divenuta finalmente la Terza Roma, dopo Roma e Costantinopoli, non poteva cambiare.
Questa discrepanza tra la prosaica realtà e l’epico “io” russo è alla base della mentalità di Vladimir Putin. L’Impero si è dissolto ma i valori e la funzione della Madre Russia nella storia non ne sono usciti intaccati. Un uomo forte può farli rivivere. Per Vladimir come per Kirill – Patriarca della Chiesa Ortodossa di tutte le Russie, e si noti questo plurale – si tratta di riunire tutti gli slavi sotto la guida russa, ottenendo così un’adeguata base politica, militare e territoriale. Il panslavismo è un fenomeno simile a quello dello Stato Islamico che, su base religiosa (il califfato) avrebbe voluto riunire sotto la sua guida e il suo dominio tutti i maomettani.
La Russia ai russi “sta stretta”. Così, quando Putin parla come se fosse il padrone dell’Unione Sovietica e disponesse della sua potenza, i cittadini lo applaudono perché hanno il suo stesso sentimento: infatti hanno “rimosso” tutto quanto è avvenuto dalla caduta del Muro di Berlino. Loro non ne vedono nemmeno le macerie. Soltanto per questo hanno potuto credere che uno Stato indipendente come l’Ucraina – avendo dimenticato l’Holodomor, la morte per fame di milioni di suoi cittadini voluta da Stalin, e dopo aver assaggiato la libertà per trent’anni – si sarebbe buttata fra le braccia della Russia, per farne ancora parte. E soltanto per questa spropositata considerazione di sé i militari hanno potuto pensare che, se Kiev avesse tentato di resistere, sarebbe bastata a domarla un’armata approssimativa, poco numerosa e composta in prevalenza di ragazzini. L’“io” russo è decisamente fuori misura e si vede anche nella quantità di apocalittiche minacce scagliate a getto continuo contro un Occidente piuttosto scettico. E a poco a poco l’“operazione militare speciale” si trasforma in un’“operazione militare catastrofica”.
La Russia allo specchio si vede come una superpotenza che potrebbe condividere il dominio del mondo con gli Stati Uniti e la Cina. Ma farebbe bene a cambiare specchio e occhiali, perché la realtà rende risibili le sue pretese.
giannipardo1@gmail.com
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LA POSSIBILE SCONFITTA RUSSAultima modifica: 2022-09-14T07:54:56+02:00da gianni.pardo
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12 pensieri su “LA POSSIBILE SCONFITTA RUSSA

  1. Nicola, nessuno nega il diritto di avere le proprie opinioni. Non aveva e non ha nessun obbligo di commentare questo articolo nello specifico anche perché come dici tu è stata chiamata in causa da altri (io non lo avrei fatto).
    Ma se uno compare periodicamente in un blog unicamente per esprimere il suo disprezzo verso il padrone di casa, tra l’altro in un modo sempre più offensivo, che senso ha questo? O non lo leggi neppure in coerenza col disprezzo che esterni, oppure se lo leggi ed intervieni lo fai provando a confutare quello che dice. Così magari illumini anche gli altri ignoranti, se l’immagine e la causa della Russia sono importanti.
    Detto questo, sono pienamente d’accordo con lei sul livello di dignità medio del popolo italiano.

  2. il sig Pardo si attiene paro paro
    al mainstream mediatico che divide nettamente tra buoni e cattivi (i buoni sarebbero gli Usa,
    segue risata chilometrica)
    Molto deludente
    da una persona intelligente come lui

  3. @Nicola De Veredicis per osservare il livello di bassezza raggiunto dalla propaganda occidentalista.
    Ma tanto gli italiani sono così. Prima del 1945 tutti fascisti, dopo il 1945 tutti antifascisti. E quindi, quando la Russia avrà spazzato via l’Ucraina (perché così finirà) allora diventeranno tutti filorussi. Il livello di dignità medio del popolo italiano (e lo dico da persona di madre italiana, ma mia madre la pensa come me) è bassissimo.
    Comunque ben vengano i toni sprezzanti. Preferisco quelli ai toni fintamente flautati e modesti di Pardo. Il quale, quando viene punto sul vivo, rispolvera tutta la sua arroganza.

  4. Mi sembra che Ida Verova qui venga trattata poco gentilmente, tutti contro di lei. Mi ricorda di quando una volta feci un commento “di destra” in un covo di comunisti, apriti cielo. Vorrei far presente che la signora, in questi commenti e’ stata chiamata in causa da altri. Non aveva nessun dovere di commentare o confutare l’articolo, e non l’ha fatto. Certo si e’ espressa in maniera sprezzante, forse offensiva, ma lei a quanto pare non usa mezzi termini. Anche se le mie idee differiscono dalle sue, penso che ognuno abbia diritto alle proprie opinioni.
    Cio’ che mi incuriosisce, peraltro, e’ il fatto che nonostante lei a parole consideri Gianni un vecchio imbecille, in realta’ continua a seguire i suoi post….

  5. Come previsto, l’accurato articolo di Gianni in risposta alla signora non è servito a niente.
    Torna alla mente Nietzsche, quando scriveva che difendere una tesi in modo sbagliato danneggia la stessa tesi più delle argomentazioni contrarie: la signora decisamente non rende un buon servizio all’immagine dei russi.
    Potrebbe replicare punto per punto alle argomentazioni di Gianni, ma sa solo offendere o dire banalità come “non tutti i russi sono come Putin”.
    Potrebbe almeno essere coerente con se stessa ed il suo asserito disprezzo, evitando di visitare il blog un “uomo vecchio” letto da ignoranti.

  6. Ma cosa vuole che io scriva?
    Quando leggo i post di Pardo, ormai nemmeno mi arrabbio più. Sorrido.
    Semplicemente sono i post di un uomo molto vecchio, che ragiona con tutto il peso dei suoi ormai quasi novant’anni, cioè senza guardare i cambiamenti (del resto non invecchia solo il corpo ma anche la mente) e che quando parla di Russia, confondendola con l’URSS, credendo acriticamente alle balle d’Occidente, non sa minimamente di cosa parla. Sarebbe come se io andassi nella sua Sicilia e dicessi “Eh però quanto è brutta la Sicilia, tutta quella neve, e poi quei siciliani che ancora mangiano la bagnacauda”.
    Purtroppo, della libertà di parola – che, sia detto per inciso, non discuto minimamente, ogni altro regime sarebbe peggiore – questo è il grande limite: in troppi hanno la possibilità di parlare di cose che non sanno, profittando di tanti ignoranti che pendono dalle loro labbra, fino a dire sesquipedali scemenze.

  7. Mi pare la più azzeccata diagnosi di “perché sta succedendo questo”.
    Però… chissà cosa ne pensa la nostra amata Ida Verova…
    Ecco, lo confesso, mi manca la Ida Verova; rappresentava, con la sua sua “durezza” ed impermeabilità di pensiero, la “pietra di paragone” dei Suoi articoli. Ogni indignazione e disprezzo veroviano era la certezza che sopra di lei era scorsa una punta d’oro a 24k.
    Se ne ha modo, la contatti, per dirle che la aspettiamo (beh, almeno io…) di nuovo qui.

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