CONTROFFENSIVE

Sono mesi che parliamo, con qualche cautela, della possibile controffensiva ucraina. Personalmente mi aspettavo che le famose “armi americane” arrivassero in giugno e che alla fine di quel mese ne vedessimo l’effetto. In realtà, due mesi dopo, nulla era cambiato, salvo una cosa: la spinta propulsiva della Russia sembrava spenta. I casi erano due: o Mosca aveva già fatto il massimo sforzo e doveva riprendere fiato oppure aveva conquistato tutto ciò che desiderava conquistare. Anche se a questa ipotesi si opponeva la mancata presa di Odessa.
Per la controffensiva ucraina le perplessità erano altre. Gli americani (e in sottordine gli europei occidentali) avevano mandato armi e munizioni a sufficienza, per renderla possibile? Le truppe ucraine avevano avuto il tempo di imparare a servirsene? E soprattutto, l’esercito ucraino aveva le necessarie dimensioni e il necessario training, per fronteggiare un grande esercito come quello russo? A queste domande soltanto i risultati sul campo potevano dare risposta. Fino a quel momento, per prudenza, i proclami bellicosi di Volodymyr Zelensky non andavano presi sul serio, come non abbiamo preso sul serio le innumerevoli minacce di Vladimir Putin.
Ora la controffensiva è in corso e i fatti dicono che sembra efficace. Innanzi tutto è sorprendente che gli ucraini abbiano attaccato in due punti invece di uno. I russi li attendevano a Kherson, perché la conquista di Kherson – chiudendo in una sacca le truppe degli invasori a ovest del Dnepr – corrisponderebbe alla riconquista di quel territorio. E infatti in quella direzione gli ucraini stanno attualmente attaccando: in particolare anche a Nova Kakhovka, la cui diga sul Dnepr, dopo la distruzione dei ponti di Kherson, costituisce uno degli ultimi collegamenti est-ovest su quel grande fiume. E una diga non può essere distrutta, pena un’immane catastrofe. Ma ciò che ha sorpreso i soldati di Mosca, i quali infatti sono in rotta, è l’attacco ucraino ad est di Kharkiv, con la conquista di Kupiansk (importante per l’arrivo dei rifornimenti alle truppe nel Donbass) e di Izyum. Come dire che gli ucraini minacciano l’Oblast di Luhansk, che i russi davano per acquisito. Soprattutto perché questo attacco dimostra che gli ucraini sono capaci non di una sola ma di due controffensive, una a sud ed una a est. In altri termini, queste operazioni sono più forti e meglio preparate di quanto si pensava.
Nulla ci dice come andranno le cose in futuro; è certo però che non si tratta di scaramucce, ma di qualcosa che risponde ad un disegno strategico. Val la pena di stare alla finestra per vedere la fine di questa storia. Ma già ora questi fatti dimostrano quanto demenziali siano le posizioni di personaggi politicamente inconsistenti come Giuseppe Conte, che non vorrebbe inviare altre armi e munizioni all’Ucraina, o Matteo Salvini, convinto che la Russia stia già vincendo e tanto varrebbe arrendersi.
Di fatto, contro l’ipotesi che Mosca stia vincendo (anche dopo che ha chiuso il flusso del gas lungo il NordStream), c’è il comportamento di Putin, che sembra disperato. Un giorno dice che le sanzioni gli fanno un baffo e il suo Paese sta meglio di prima e un altro giorno dice che o l’Occidente toglie le sanzioni o lui cessa la fornitura di tutte le materie prime, incluso il carbone e il grano. E l’Occidente, invece di piangere, parla seriamente di mettere un limite al prezzo di quella “commodity”, minacciando così, a sua volta, di non comprarla più dalla Russia.
Avere tanto minacciato di lasciare l’Europa al freddo (mentre oggi essa importa dall’Est soltanto il 9% del suo fabbisogno) e avere addirittura chiuso il NordStream, è stato un tremendo azzardo. E Mosca ha un disperato bisogno di venderlo, il gas. E purtroppo è probabile che dovrà rinunciarci a tempo indefinito, perfino se la guerra finisse domani. Mosca si è dimostrata un fornitore non affidabile e la sua materia prima non potrà venderla a nessuno, per mancanza di gasdotti. Infatti per costruirli ci vogliono anni ed anni. E questo è ormai un guaio senza rimedio.
Tutto ciò si aggiunge al fardello delle sanzioni economiche, che mordono crudelmente. La Russia è già in crisi economica e c’è di peggio: essa non ha un numero sufficiente di uomini al fronte. Prova ne sia che cerca di allettarli, come ho letto, con paghe da nababbi, per i loro standard, come quattromila dollari al mese. Noi siamo sempre stati abituati al fatto che Mosca poteva sacrificare senza esitare decine di migliaia di fanti, come ha fatto nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale, e ora che cosa avviene? Avviene che con la leva obbligatoria i soldati non mancherebbero certo, ma Putin l’ha accuratamente evitata: sia perché essi non sono addestrati, sia perché se cominciassero a morire coloro che non volevano andare in guerra (al fronte sono in maggioranza volontari) il malcontento salirebbe forse a livelli intollerabili.
Non basta. Putin ha di fatto assunto i poteri di un dittatore e li utilizza senza scrupoli, ma questa medaglia ha il suo rovescio. Mentre in democrazia basta un voto di sfiducia per mandare a casa anche un drago come Boris Johnson, l’antidoto contro gli errori commessi dal dittatore è il tirannicidio. Putin non soltanto rischia il posto ma anche la pelle.
I russi combattono per la gloria, gli ucraini per necessità. L’America li sostiene per i suoi interessi geopolitici, per togliere dalla testa degli oligarchi moscoviti le illusioni che si fanno sul proprio conto, e forse potrà rassegnarsi a condividere la leadership mondiale con la Cina, un vero gigante. Ma non si rassegnerà a farlo con la Russia che è un aggressivo gigante di cartapesta.
giannipardo1@gmail.com
Situazione a domenica pomeriggio.

CONTROFFENSIVEultima modifica: 2022-09-11T14:15:46+02:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “CONTROFFENSIVE

  1. Anche dal fatto che le sanzioni che abbiamo applicato – ed applichiamo – alla Russia, secondo lui fanno più male a noi che ad essa. E allora smettiamola e lasciamo vincere Putin.
    Quanto al fatto di essere inconsistente, un politico che non ha il senso del reale non può essere un vero politico. E quando Salvini ha sognato di andare in Russia a parlare con Putin ed ottenere la pace per il mondo, secondo lei ha avuto il senso del reale?
    Mi ha proprio deluso.

  2. Caro Professore, sarebbe così cortese da dove ha tratto la convinzione che “il politico inconsistente [sic] Matteo Salvini” si sia dichiarato “convinto che la Russia stia già vincendo e tanto varrebbe arrendersi.” ?

    La ringrazio.

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