PICCOLI SEGNALI

Notizia: la Russia accetta la visita a Zaporizhzhia degli esperti internazionali in materia di centrali nucleari, cosa che fino ad oggi non aveva permesso. Come sempre, nel caso di una guerra, considereremo false a priori le dichiarazioni degli interessati, in questo caso Russia e Ucraina. E tuttavia, quale il significato di questa mossa?
Il comunicato dell’Ansa è scarno e non permette ulteriori riflessioni. Risulta però che da giorni Russia e Ucraina si accusano vicendevolmente di mettere a rischio l’impianto. I russi occupano la centrale, la quale continua a funzionare, ma lamentano attacchi ucraini che potrebbero mettere a rischio la regione – e ben più che la regione – nel caso di un disastro nucleare. Gli Ucraini accusano i russi di utilizzare la centrale stessa come deposito di armi e munizioni e come base di partenza per gli attacchi al territorio ucraino. Inutile chiedersi chi dice la verità.
Tuttavia, a lume di naso, le accuse dei russi sembrano insensate. Non soltanto perché la Centrale appartiene all’Ucraina (ed è la più grande d’Europa) ma perché, in caso di fuga o disastro radioattivo, chi ne soffrirebbe di più è l’Ucraina stessa. Se anche in quella regione i venti prevalenti sono da ovest, Kiev non avrebbe molto da temere, ma moltissimo dovrebbero preoccuparsi gli abitanti Kharkiv e dell’intero Donbass.
Nelle accuse russe potrebbe d’altra parte esserci qualcosa di vero da quando gli ucraini dispongono degli Himars, sistemi di artiglieria molto evoluti che, sparati da vicino, potrebbero avere una precisione di metri. O forse addirittura di decimetri. Molti non avranno dimenticato un filmato di esattamente venti anni fa in cui, durante la guerra in Iraq, un missile sparato da un aereo americano non soltanto colpiva il bersaglio, ma era così accurato da entrare in quella casa da una finestra e scoppiare all’interno. Dunque potrebbe anche darsi che i russi abbiano parcheggiato carri armati in cortile (un po’ scherzo, un po’ parlo sul serio) e se li siano visti distruggere dagli ucraini. E poiché i carri armati russi hanno le munizioni all’interno (insieme all’equipaggio) in caso di esplosione salterebbe anche quella santabarbara. E qui si comprenderebbero le preoccupazioni russe.
Ma se così fosse, mentre gli ucraini sono imprudenti se fanno “saltare” qualche blindato vicino alla centrale, si comprenderebbe anche perché, fino ad oggi, i russi abbiano rifiutato la visita degli esperti internazionali: perché avevano parecchio da nascondere. E se ora hanno cambiato opinione sarà probabilmente perché il pericolo è diventato intollerabile anche per loro. Naturalmente è sicuro che se a fine mese arrivassero gli ispettori, come promesso, non troverebbero traccia di quegli armamenti. E ciò non significherebbe affatto che, prima, gli ucraini calunniassero i russi, ma semplicemente che ora i russi hanno portato altrove gli armamenti pesanti. A questo punto potrebbero perfino accettare le ispezioni “a sorpresa”.
E c’è un secondo fatto degno di considerazione, forse di poco valore ma oggettivo: le esportazioni di grano. Come tutti ricorderanno, per molto tempo Mosca si è dichiarata disposta a lasciar partire le navi cariche di cereali, purché l’Occidente revocasse (o almeno mitigasse?) le sanzioni. L’Occidente non ha nemmeno risposto e la Russia quelle partenze le ha permesse lo stesso. Rimangiandosi il ricatto. Perché?
A mio parere, la ragione non può essere che economica. Avendo disseminato il Mar d’Azov e il Mar Nero di mine antinave, la Russia può benissimo impedire il transito delle navi che trasportano i cereali ucraini. Ma anche gli ucraini possono efficacemente vietare l’esportazione del grano russo, sia con le loro mine, sia con i loro efficaci missili antinave. Ne sanno qualcosa li vascelli da guerra russi. Dunque, per settimane e settimane, nessuna esportazione, a rischio che i cereali marcissero nei sili. Ora tutto si è sbloccato è l’unica ipotesi ragionevole è che la Russia abbia detto di sì alle esportazioni ucraine soltanto per potere anch’essa esportare la propria produzione. E questo corrisponde a dire che ha un disperato bisogno di denaro. Tanto disperato da permettere che anche l’Ucraina venda i propri cereali. L’Ucraina viceversa poteva tenere duro perché ha il sostegno economico degli Occidentali, mentre la Russia è sola.
A questo punto, mettendo insieme l’esportazione di grano, la visita degli esperti nucleari e la lenta avanzata verso sud degli ucraini, si direbbe che in Ucraina i russi non vivano un momento di gloria. Ma i segnali sono troppo scarsi per giungere a conclusioni definitive. Bastano soltanto per tenere ben tese le antenne, in vista di ulteriori, possibili conferme.

PICCOLI SEGNALIultima modifica: 2022-08-17T19:46:28+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo