IL METAFISICO, IL ROMANTICO E IL RIVOLUZIONARIO

Non ho nessuna simpatia per Alessandro Di Battista. E tuttavia, se lo consideriamo esemplare di una certa inadeguatezza esistenziale, il soggetto è interessante. Parole reboanti? Diciamo che il giovanotto è un perfetto esempio di mancato adattamento alla realtà com’è. Cosicché ora mi corre l’obbligo di precisare che cosa intendo per “realtà com’è”.
Cominciamo con la più tremenda: la morte. Ognuno di noi vede questo fenomeno, ognuno di noi si rende conto che dei nati duecento anni fa non ce n’è nemmeno uno vivo, e tuttavia agli uomini morire dispiace talmente che negano l’evidenza. Moriamo ma non moriamo. Moriamo ma l’anima (la nostra autocoscienza) no. Essa non dà mai nessun segnale, e tuttavia “da qualche parte” sopravvive. Tanto che, in Chiesa, durante il funerale, il prete è capace di “parlare al morto” e nessuno chiama gli infermieri per farlo soccorrere.
Tutto questo perché sul dato evidente prevale il dato immaginario, il nostro desiderio di una realtà diversa in cui noi saremmo immortali. Non solo: si constata che la vita va avanti in modo meccanicistico (quando siamo in grado di comprendere come funziona) o a caso (quando non ne siamo capaci), ma ci piacerebbe pensare che qualcuno sovrintende a questo spettacolo sconclusionato e a volte crudele: e allora inventiamo Dio, la Divina Provvidenza o, per i più sprovveduti, il Destino. Insomma tutto ci appare andare avanti senza senso e senza ragione, ma abbiamo un tale bisogno di senso e di ragione che ci creiamo un Grande Direttore, un Grande Coordinatore, un Grande Potere superiore. Qualcuno che, per fini che non conosciamo , guida gli avvenimenti per il meglio. Per il meglio? Poi a volte la realtà va per il peggio, senza che il Grande Onnipotente intervenga minimamente, neanche ad Auschwitz. Troppo spesso questo Qualcuno appare distratto, forse assente, forse inesistente. Il temperamento metafisico – tutt’altro che raro – preferisce le sue idee e i suoi sogni a quello che osserva ogni giorno, ma non è affatto adeguato alla realtà, e questo gli provoca qualche scomodità mentale, se le sue illusioni non sono a tenuta stagna.
L’uomo “metafisico” si era appoggiato a lungo su una teoria indimostrata chiamata religione o analoghe credenze, finché il Settecento, con l’Illuminismo e con la scienza, non ridicolizzò questo genere di costruzioni mentali. Ma all’uomo ciò non bastò, perché il suo bisogno di salvezza era incompressibile. Così, disorientato se non disperato, decise che quello che vedeva “Non poteva essere tutto”, “Non poteva essere la sola verità”, “Ci doveva essere per forza qualcosa dietro”. E finì col darsi ad un astratto e confuso “Romanticismo”, cioè con l’essere malato di insoddisfazione (“le mal du siècle”). Quando addirittura non tornò al Cristianesimo, come Manzoni o Lamartine.
Il romantico soffre languidamente ma soffre e ciò malgrado è ben risoluto a non guarire accettando la realtà. Perché questo lo farebbe decadere al livello di un mammifero qualunque o, quel ch’è peggio, del suo vicino di casa. Il romantico si sentiva un re decaduto, e rimaneva fedele all’interrogativo di Pascal: “Chi potrebbe sentirsi un re decaduto, se non un re?”
Questa posizione è ovviamente assurda, ma ha il vantaggio di esentare dal dovere di rispondere a qualche domanda scomoda: “Ammesso che la vita vi sembri prosaica, stupida, insignificante e volgare, chi vi dà il diritto di esserne delusi? Chi mai vi ha promesso che essa sarebbe stata diversa? La realtà è quella che è, e non cambierà”. Purtroppo il vero romantico questo scadimento non può accettarlo: come dimostrò Werther.
Ma nella vita c’è posto per posizioni diverse. A fronte di colui che si crogiola nel suo taciuto e tenebroso dolore, c’è colui che, tutto all’opposto, è pronto a combattere per far combaciare la realtà con l’idea che lui ne ha. E che si crede in diritto di imporre agli altri. Per il loro bene, naturalmente. Costui è il rivoluzionario: colui che immagina di essere capace di cambiare la mentalità del prossimo, i rapporti sociali, i modelli di produzione, gli usi e i costumi.
Questo individuo pericoloso rischia costantemente di scontrarsi con l’immutabile natura umana e il risultato finale è spesso la violenza individuale. E naturalmente, al livello statale, la dittatura. Anche il piccolo Di Battista, nella sua mentalità fumosa, vorrebbe cambiare il mondo ma, agli occhi di un vecchio saggio, è patetico. Perché questa della rivoluzione sociale è una panzana eterna e ricorrente che fa più danni di quanti problemi risolva. È una risposta attiva rispetto a quella passiva del romantico, è concreta rispetto a quella astratta del metafisico, ma in totale è sbagliata quanto le altre e per giunta è più dannosa.
Chi è dunque il più vicino alla realtà? Semplicemente colui che non si fa illusioni in nessun campo. Che riconosce la democrazia come il meno cattivo dei regimi. Colui che accetta che morirà, che sarà dimenticato, che non conta oggi e non conterà in futuro, quando nemmeno esisterà. Colui che non prende sul serio perfino il successo: e infatti Kipling, nella (troppo) famosa poesia “If”, chiama il Trionfo e il Disastro “due impostori”. Colui che non dimentica mai che, finita la partita, il re e il pedone vanno nella stessa scatola. Colui che non spera né in Dio, né nel Destino, né nel Caso, né nella benevolenza dell’umanità. Colui che considera sé stesso un fallito, perché ha misurato il vero valore di sé in quanto essere umano, e tuttavia ha imparato ad essere felice di una felicità frugale, privata, delicata. Quasi poetica. Perché ha capito che il massimo che può offrire la vita è star bene in salute, leggere un buon libro e, alzando gli occhi, vedere una nuvoletta bianca nel cielo blu. Facendole silenziosamente una dichiarazione d’amore.
giannipardo1@gmail.com

IL METAFISICO, IL ROMANTICO E IL RIVOLUZIONARIOultima modifica: 2022-08-12T17:20:39+02:00da gianni.pardo
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43 pensieri su “IL METAFISICO, IL ROMANTICO E IL RIVOLUZIONARIO

  1. Per un cristiano la fede è un dono prezioso perché è un dono ricevuto da Dio.
    Non solo. E’ un dono che a sua volta dev’essere donato a chi non l’ha ancora ricevuto e questo per espressa volontà di Gesù :
    ” Marco 16:15-20
    15 Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
    19 Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. 20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.”
    E questo spiega perché a un cristiano sia impossibile accogliere le richieste dell’amico Pardo.

  2. Comprendo il suo invito e lo seguo a metà: quando parlo in generale, dico come la penso. Se parlo con qualcuno in particolare, gli rispondo che preferisco non interferire con la sua Fede, e che la conservi. Perfino senza troppo ragionare, se questo ragionare dovesse mettere in pericolo la sua fede.
    Ma ovviamente lui deve lasciare a me il diritto di NON avere Fede. E perfino di trovare la religione nociva (la pensava così anche un certo Lucrezio).

  3. quanti teisti La seguono, caro Pardo…

    sia più cauto, quindi: dovesse instillare il dubbio in qualcuno di loro, poi ce l’avrà sulla coscienza… MV

  4. x Luca: “che se ne fa dell’intelligenza se poi fa la stessa fine di un cane,
    cioè finito per sempre sottoterra?”.
    Serve allo stesso modo in cui serve avere i fari funzionanti e accesi se si viaggia di notte su una stretta strada di montagna tutta tornanti e strapiombi. Eviterai di sbattere o precipitare e imparerai il percorso. Certo, anche così potresti decidere, fidandoti del tuo istinto e pure del tuo Angelo Custode, di andare a velocità folle, sperabilmente da solo. Ma se succede il “qualcosa” si verrà definiti “imbecille”, essendo notorio che gli Angeli Custodi il più delle volte sono impegnati con la Playstation.
    Certo, “alla fine della fiera” comunque si spengono le luminarie e si sbaracca, ma nel frattempo, applicando l’intelligenza, si evita di spaventarsi per una farfalla o di tentare di accarezzare quel grosso gattone con la criniera che ti osserva muovendo la coda.
    Tutto qua.

  5. Se io ho un’anima, come minimo deve averla anche il mio cane.
    Chi la pensa diversamente, molto probabilmente non ha mai guardato un cane negli occhi.

  6. Sergio, la sua domanda non sussiste. Quando Gesu’ venne sulla terra, e proclamo’ di essere figlio di Dio, l’uomo di Neanderthal era gia’ scomparso da un pezzo. Quindi, tapino, niente anima.
    Mi chiedo piuttosto se non sarebbe il caso (per il Papa, forse?) di concedere l’anima ai gorilla. Koko, la gorilla morta da qualche anno, usando il linguaggio dei segni aveva un vocabolario ricchissimo, piu’ di un migliaio di segni per poter comunicare con gli umani. Un linguaggio probabilmente’ piu’ complesso di quello dei Neanderthal.
    E che dire del robot Sophia, tanto intelligente da essere stata recentemente dichiarata cittadina dall’Arabia Saudita? E quelli che verranno dopo di lei, che saranno in tutto e per tutto superiori agli esseri umani, coscienza e senso di colpa inclusi? Perche’ negargli l’anima?

  7. Forse Luca non sa che il cervello del Neanderthaler era più grande di quello dell’h. sapiens sapiens. Il sapiens sapiens ha probabilmente una corteccia più evoluta che gli ha permesso di avere la meglio sul cugino. Quando scomparve il Neanderthaler e quando apparve il sapiens sapiens? Ci sono delle ipotesi fondate sulle date. Si tratta comunque di cose avvenute decine e decine di migliaia di anni fa, come minimo 50’000 anni. Adesso faccio una domanda che Luca e i credenti considereranno irriguardosa se non blasfema (i sentimenti dei religiosi vanno rispettati, i nostri sentimenti di non credenti invece non contano un accidente).
    Mi piacerebbe sapere da Luca o forse da una persona più competente – diciamo il “genio” Ravasi – se Gesù ha redento solo il sapiens sapiens o anche il Neanderthaler (e perché no, magari anche gli altri ominidi – tutte creature di Dio in fondo). Magari mi diranno che l’anima immortale ce l’ha solo il sapiens sapiens. Una simile risposta offenderebbe i miei sentimenti di essere razionale.

  8. visto che vi piace tanto la parola “cretino”,
    per me un po’ lo è chi crede che una creatura così complessa (basta pensare a come è fatto il cervello umano) possa essere frutto del puro caso

  9. ” …la radice etimologica di cretino, inteso in entrambe le accezioni, è effettivamente cristiano, come suggeriva già il Pianigiani.

    I dizionari etimologici oggi accreditati concordano nel riconoscere a cretino la derivazione da cristiano, e a essi si associano dizionari dell’uso quali GRADIT, Sabatini-Coletti, ZINGARELLI 2012, Devoto-Oli 2012. ”
    https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/la-complessa-storia-del-termine-cretino/705
    In effetti è il termine cretino che deriva da cristiano.

  10. Pardo, e che se ne fa dell’intelligenza se poi fa la stessa fine di un cane,
    cioè finito per sempre sottoterra??

  11. No no, un momento. “Cristiano” deriva ovviamente da Cristo, e quella e’ la sua etimologia.
    Il fatto che poi i provenzali abbiano fatto derivare crétin da chrétien (cristiano) sono affari loro.

  12. Accidenti, Carlo, lei sì ha fiducia nel prossimo! Quanti crede siano in grado di decodificare la sua battuta? Ecco perché parlava di imbarazzo, cari amici: perché l’etimologia di ateo significa “senza Dio”, mentre l’etimologia di cristiano è la stessa di cretino.

  13. che vita terribile quella di voi non credenti….
    ne’ più ne’ meno degli animali,
    e il senso quale sarebbe??

  14. “Non posso immaginarmi un Dio che ricompensa e che punisce l’oggetto della sua creazione, un Dio che soprattutto esercita la sua volontà nello stesso modo con cui l’esercitiamo noi stessi. Non voglio e non posso figurarmi un individuo che sopravvive alla sua morte corporale: quante anime deboli, per paura e per egoismo ridicolo, si nutrono di simili idee!” (Albert Einstein)
    E ancora:
    “La religiosità cosmica non può essere pienamente compresa da chi non la sente poiché non vi corrisponde nessuna idea di un Dio antropomorfo.” (…)
    “I geni religiosi di tutti i tempi risentono di questa religiosità cosmica che non conosce né dogmi né Dei concepiti secondo l’immagine dell’uomo. Non vi è perciò alcuna Chiesa che basi il suo insegnamento fondamentale sulla religione cosmica. Accade di conseguenza che è precisamente fra gli eretici di tutti i tempi che troviamo uomini penetrati di questa religiosità superiore e che furono considerati dai loro contemporanei più spesso come atei, ma sovente anche come santi.
    “Sotto questo aspetto uomini come Democrito, Francesco d’Assisi e Spinoza possono stare l’uno vicino all’altro.” (Albert Einstein)

  15. X Luca: Che poi per “Lui” si intende la figura, il personaggio (reale o immaginario o mitico, ma può anche essere plurale) che riassume, “impersona”, coagula intorno a sé un “bignami” di principi etici ritenuti utili, necessari, da perseguire ed attuare per il bene ed il progresso – elevandola dalla barbarie e dalla pura animalità e consentendole di primeggiare- di una certa società, in presenza di un determinato contesto sociale, culturale, parentale, economico, ambientale, segnato da tradizioni dimostratesi “funzionanti” contro le “dannose”. Principi che si traducono, tangibilmente, in prescrizioni “significanti” su abbigliamento, cibo, sesso, riti, parole, oltre che su comportamenti sociali. Principi che implicano sforzi, sacrifici, tradimenti di “istinti”; sopportabili in quanto provenienti da un Lui (Loro) che sta “lassù” (in certe culture, “Laggiù” nella Madre Terra), quindi potente, esigente, giudicante. E gratificante per chi li osserva, con la promessa della “vita oltre la morte”, che cessa di essere fonte di terrore, e riconoscimento della preziosa “individualità del singolo” (assente negli animali). Principi che poi, ovviamente, sono violati, rivisti e corretti nella vita pratica secondo le circostanze.
    Ecco, alla de qua – personcina certamente di animo dolce e contemplativo – probabilmente sfugge questa complessità del Lui (Loro) e quindi teme ed aborre chi sfiora la “bolla”.

  16. Vorrei solo aggiungere un breve commento.
    L’ateismo e’ una posizione, di cui magari si soffre, ma a cui, una volta arrivatici, non si puo’ rinunciare, pena la fiducia in se’ stessi. Se il nostro ragionamento, la nostra visione della vita, ci hanno portato a questo, come ci si puo’ forzare ad ammettere altre possibilita’? Io ci provo ogni giorno, nella disperazione che l’ateismo porta con se’. Ma non riesco a trovare alternative possibili.
    Bene, un ateo puo’ solo ragionare da ateo, cosi’ come un religioso ragiona da religioso. Non ci sono punti di contatto. Forse entrambi possono amare la squadra del Milan, o la parmigiana di melanzane, ma tutto qui.
    Questo articolo di Gianni Pardo e’ un articolo da ateo, d’accordo. Ma in nessun modo si scaglia contro i credenti. L’articolo puo’ risultare offensivo per un credente solo se, leggendolo, comincia a dubitare. Se la sua logica stringente porta il credente ad un: “E se…?”. Allora cominciano i guai.

  17. un grosso problema è che si scambi la fede con la religione.
    La seconda non salva, quella che salva è la fede, il confidare in Lui senza bisogno di alcun intermediario (come propone la religione)
    e lasciarsi trasformare da Lui

  18. Vedo che mi ha tagliato il commento, rimetto la parte finale

    Non sono obiezioni commentabili.
    Tutto questo è normale per loro. Se invece uno sconosciuto si permette di dire che non vede nessuna evidenza dell’esistenza di Dio e della vita eterna, ecco che si tratta di una violenza fatta a loro, i poveri e tolleranti credenti.

  19. Va di moda dare dell’ignorante, serve per darsi un tono. Sui social è tipico nelle discussioni che uno dica all’altro: ” informati”. E il più delle volte quello che dice così è proprio quello piu disinformato.
    La signora rappresenta una mentalità totalitaria, per così dire, comune a molti credenti. Se c’è qualcuno che storicamente ha limitato e limita tuttora le libertà altrui sono proprio i credenti: certo, oggi i cristiani non mettono più al rogo nessuno (più che altro perché non gli è più consentito farlo), però un malato terminale di SLA non può scegliere di andarsene perché loro (beninteso loro, i credenti) credono che la vita sua un dono di Dio e quindi ben vengano le sofferenze di quel povero disgraziato. E sono forse liberi di scegliere i bambini che ricevono il battesimo, la comunione e la cresima? Ancora fino a tempi recenti in Italia non c’era il divorzio perché loro, sempre loro, ritengono che si tratti di una promessa fatta a Dio.
    Immagino già l’obiezione che le leggi dello Stato italiano non c’entrano con il Vaticano e la Chiesa (informati, direbbe qualuno

  20. Ma suvvìa Pardo, sia comprensivo. E’ tipico di chi vive in una zona di comfort (direi, “bolla di conforto”), in cui vengono spente le ansie e le paure, protestare e “piangere” quando gli si dice che è una SUA creazione. Pensi al bambino di 3 – 4 anni che trova piacevolissimo e confortante che ci sia un “essere superiore” misterioso e potente” (Babbo Natale; la Befana, che se porta carbone è dolce e poco traumatizzante) che puntualmente gli porta i regali attesi come premio per la sua “bontà”, la cui venuta – sempre nascosta, invisibile – è preparata in un’atmosfera “rituale”. Se un amichetto più grande gli svela che i “potenti misteriosi” sono mamma e papà, sono pianti, “non è verooo!”, cercherà da loro le rassicurazioni (che gli verranno fornite senza indugio, raccomandandogli di non dare ascolto “a quello lì” e protestando con i suoi genitori); finché, diventato un po’ più adulto, non capirà quella verità. ma poi si creerà altre “bolle” (nella famiglia, nella vita sociale, nella poltica, nella sua stessa personalità). E bucare o sgonfiare queste nuove bolle produrrà altri “pianti” e proteste e recriminazioni e – se il senso di privazione è molto forte – insulti e “violenze”.
    E la religione, tutte le religioni, servono proprio come “bolla”.
    Che poi, a ben vedere, che la Trinità esiste è confermato dalla Scienza: si tratta della “materia oscura”, che pervade proprio TUTTO l’Universo (veda Wikipedia, per una rapida sintesi). Che cosa sia e come “funzioni” non si è ancora capito, secondo gli scienziati potrebbe “essere fatta” in 2 – 3 modi diversi (e su questo si accapigliano le varie “religioni”), ma che esista pare che sia sicuro. Ma ci (li, gli scienziati) rassicura sul fatto che spiega certe “anomalie” della fisica dei corpi celesti.
    E quindi, viva la “Materia Oscura!

  21. E poi che c’entra l’ignoranza? Siamo sicuri che in materia di religione questa (poco gentile) signora Castaldo ne sappia più di me?
    Ha mai sentito parlare dell’eresia ofita? Certo, ora può informarsi e dirmi che sì’, sa di che si tratta. Ma prima d’informarsi?

  22. Lei mostra un’assoluta intolleranza nei confronti del sentimento religioso e questo è inaccettabile.
    Si tenga la sua miscredenza, ma lasci le persone libere di credere.

  23. Pardo, “l’Inkiesta l’ha ascoltato, io no”: ma vuole scherzare? E’ IMPERDIBILE!
    Non dico la versione integrale (che pare sia di … 17 minuti, ovviamente su Facebook del soggetto), ma i momenti clou, i più drammatici, “cor core in mano”, quelli rimarranno nella storia (di che, ad libitum).
    Sono in
    https://youtu.be/L49k3JwXVzY
    e in
    https://youtu.be/0uG1xxRQg18 ,
    dai quali, l’articolo della Soncini.

  24. I.l punto è che ciò che diceva Di Battista l’Inkiesta l’ha ascoltato, io no. Ho già qualche difficoltà a capire le cose logiche…

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