L’UCRAINA NEL SILENZIO DEI MEDIA

Annegati come siamo nella campagna elettorale, quasi dimentichiamo la guerra in Ucraina. Ma l’abisso coperto con un cartone non è per questo meno profondo e meno pericoloso. Purtroppo le notizie che riceviamo sono poco credibili e poco significative ed anche questo concorre alla nostra ignoranza. E tuttavia. Tuttavia alcuni dati incontrovertibili gettano un po’ di luce su questo buco nero.
La prima certezza è che, dopo cinque mesi e mezzo di scontri, di distruzioni e di morti, neanche la Russia può dubitare dell’esistenza dell’Ucraina. Se insistesse su questo punto, ammetterebbe che Mosca non è capace di vincere una guerra contro un fantasma. E il fatto stesso che incontestabilmente essa combatte una guerra contro l’Ucraina costituisce una dura sconfitta. Infatti l’inesistenza dell’Ucraina – considerata soltanto una regione della Russia, momentaneamente ribelle – stava alla base dell’“operazione militare speciale” e ne costituiva la giustificazione. La Russia avrebbe voluto imporre al mondo l’idea che quell’intervento militare fosse un’operazione di polizia, una questione di politica interna. Ma una guerra che dura da mesi, che coinvolge mezzi blindati, navi da guerra, aerei, missili e decine di migliaia di morti, la si può chiamare “operazione militare speciale, “Scontro fra i Capuleti e i Montecchi”, “Contesa della Secchia Rapita”, sempre guerra è.
Se domani la Russia riuscisse a vincere sul terreno, potrebbe conquistare l’Ucraina, ma si tratterebbe dell’annessione di un Paese straniero, non di una propria regione ribelle. E molti russi giunti all’età della ragione (chissà quanti sono?) si chiederebbero se valeva la pena di spendere tanto, e tante vite, perdendo anche la faccia agli occhi del mondo (libero), per allargare un Paese che è già il più esteso della Terra.
Una seconda considerazione riguarda per così dire le retrovie, almeno tanto importanti quanto la prima linea. Immaginiamo che un Paese butti nella mischia tutto ciò che ha per conseguire una strepitosa vittoria, e immaginiamo pure che lo scontro non porti ad un risultato netto. L’impressione di tutti è che quel Paese è vicino alla vittoria, visto che già ora l’ha mancata per un pelo ma in realtà, se è stato vero che quel Paese ha gettato nella mischia tutto ciò che aveva, quella vittoria incompleta è il preludio della sconfitta. Un po’ come la controffensiva delle Ardenne, mentre il Reich di Hitler tramontava. Infatti se, con le carte che aveva, la Russia non l’ha conseguita ora, non può nemmeno tentare una seconda volta, perché ha già giocato tutte le sue carte. In questo senso la situazione di Mosca è tutt’altro che rosea. Basti dire che essa era sicura della propria superiorità sul mare, ed oggi ha paura di mandare in giro una sua nave nel Mar d’Azov o in vista di Odessa. Ed ora, a quanto pare, le hanno perfino distrutto aerei al suolo.
Non dimentichiamo che la Russia ha un prodotto interno lordo inferiore non solo a quello dell’Italia, ma anche a quello della Spagna. Se poi ricordiamo che già ora ha fatto il massimo sforzo, spendendo senza risparmio i suoi costosi missili (il cui numero non può essere infinito), perdendo centinaia di carri armati e decine di migliaia di uomini, il futuro è problematico.
È vero che l’Ucraina è anche più povera della Russia ma il suo futuro è più roseo per un’altra ragione. Se veramente l’America continua a pensare che “non si può permettere che Putin vinca questa guerra”, le risorse dell’Ucraina divengono per così dire infinite. Ricordiamo che solo per gli armamenti gli Stati Uniti spendono una somma dieci volte superiore a quella della Russia. Se dunque regalano armi all’Ucraina da un lato se lo possono permettere, dall’altro non ne risentiranno né il loro bilancio né i loro armamenti. E mentre la Russia può desiderare vivamente la fine di questa guerra, perché ha già ottenuto quello che poteva desiderare (secondo il piano B, avendo rin rinunciato all’annessione dell’Ucraina, piano A) l’ Ucraina non ha nessuna ragione di accontentarsi di avere “fermato” i russi. I suoi soldati sono motivati, pronti a difendere il loro Paese e persino, se necessario, a morire. L’ Ucraina combatte per la propria esistenza e questo la rende indomita.
Quali le prospettive? Ogni volta che si parla di futuro si cammina su un terreno minato, ma in questo caso non si può fare diversamente. Il primo elemento da tenere presente è che attualmente si parla più di una controffensiva ucraina in direzione di Khersov che di lenta, quasi inesistente avanzata russa nell’est. Se la controffensiva riesce, col rischio di isolare le truppe russe ad est del Dnepr, mettendo al sicuro Mykolaïv e Odessa, e preludendo a una avanzata in direzione di Mariupol, per la Russia si porrà il problema di limitare i danni, tenendosi almeno il Donbass, che in fondo “aveva” già prima di cominciare la guerra. E che per giunta ora, dopo averlo distrutto, essa dovrebbe ricostruire.
Gli ucraini potrebbero non essere felici di perdere il Donbass, dopo avere perso la Crimea, ma una prospettiva di pace, dopo le sofferenze e le distruzioni subite, potrebbe allettarli e indurli a qualche dolorosa concessione. Insomma, nei prossimi mesi lo sviluppo della guerra sul terreno dovrebbe darci preziose indicazioni. In fondo tutto dipende da quanto gli Stati Uniti sono disposti a spendere per armare l’Ucraina: non è più difficile di così. E il fatto che proprio recentemente abbiano deciso di inviare aiuti all’Ucraina per un miliardo di dollari dovrebbe suscitare qualche riflessione, sulla Moscova.
giannipardo1@gmail.com

L’UCRAINA NEL SILENZIO DEI MEDIAultima modifica: 2022-08-11T07:15:04+02:00da gianni.pardo
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