MARILYN MONROE ED IO

Immagino che il titolo vi abbia fatto ridere. Lei la supervamp ed io il piccoletto povero, bruttino, e allora, grassottello? “Marilyn con me” è assurdo, vero?
E tuttavia sull’argomento si può e si deve dire molto altro. Che significa “mettersi con una donna”? Quando si tratta di Marilyn Monroe – purtroppo – la prima cosa che si pensa è “andare a letto con lei”. Ma questa è soltanto la leggenda dei superficiali in calore. Perché con una donna – a meno che non sia una prostituta – si ha da fare prima e dopo il sesso. E se il rapporto va oltre la settimana, si passa molto più tempo a “vivere insieme” che a “fare l’amore”. Cosicché, se le due persone sono incompatibili per qualche verso, non c’è sesso che tenga.
Lasciamo stare me e prendiamo una persona come Arthur Miller, il suo terzo marito. Questo spilungone occhialuto era un autentico intellettuale e autore letterario di fama mondiale, mentre la povera Norma Jeane Mortenson non aveva avuto la sua stessa fortuna, da piccola. Da sostanziale orfana visse un’infanzia e un’adolescenza troppo travagliate per fare studi regolari. Diciamo che – senza sua colpa – sapeva leggere e scrivere ma non molto di più. Che dialogo potevano avere, Miller e lei? La fatalona bionda aveva un corpo spettacolare, ma si può conversare con un corpo? Ho letto che da adulta amava la lettura ma, per quanto disastrata possa essere la scuola, un corso di studi regolari non può essere sostituito da successivi sforzi autodidattici.
Nel caso specifico ho letto che è stata lei ad innamorarsi di Miller, e non l’inverso, e proprio per questo, quando decisero di sposarsi, pensai che il drammaturgo commetteva una cattiva azione. Avrebbe dovuto dirle di no: l’unione era sproporzionata, impossibile ed io mi chiedevo se egli non l’avesse accettata per vanità. Una diva come trofeo, quasi una coppa sul bordo del camino.
Così non poteva durare e non durò. Lei del resto, in costanza di matrimonio, ebbe un flirt (understatement) con Yves Montand e questo, per così dire, in perfetta buonafede: cioè innamorandosi ancora una volta perdutamente. E ciò dimostra che era alla disperata ricerca di una salvezza. Una salvezza che credeva di trovare in qualcun altro, e in particolare nel matrimonio, come tutte le sartine. Invece Yves, finite le riprese del film che facevano insieme, la piantò per tornare a casa da sua moglie Simone Signoret. Molto meno bella di Marilyn, ma una gran donna. Tanto che – ma qui invento – era così sicura di sé da non dare importanza al “Seitensprung” (salto di lato, scappatella) del suo famoso tombeur de femmes di marito. E la povera Marilyn a sprofondare sempre più giù.
Ecco perché perfino io, senza essere un famoso drammaturgo, e senza nemmeno avere la presenza di Joe Di Maggio o Arthur Miller, se Marilyn Monroe si fosse perdutamente innamorata di me (pare non sapesse innamorarsi in altro modo) le avrei detto: “Anch’io, da uomo normale, sarei felice di fare l’amore con te, ma questa relazione finirebbe col farti soffrire, ed è cosa che assolutamente voglio impedire. Per questo dobbiamo dirci addio subito, non domani, oggi. Ti auguro di essere più felice di quanto saresti con me”. E preciserei: “Guarda che questo atto di buon senso mi costa. Molto. Perché il resto del mondo, quando lo saprà, mi nominerà cretino universale. E forse lo sono. Ma preferisco passare per cretino che farti del male”.
La società contemporanea è organizzata in modo tale da stravolgere le menti meno informate e meno equilibrate. Soprattutto in materia d’amore, infila degli innocenti e soprattutto delle innocenti nel tritacarne, a milioni. La gioventù è focalizzata sul sesso (gli uomini, o almeno i maschi di una volta) e sull’aspetto (soprattutto le donne). Questi due condizionamenti danneggiano soprattutto le donne. I maschi almeno, anche i più superficiali, per conquistare le ragazze “fanno qualcosa” (gli stambecchi fanno a cornate) mentre le ragazze non fanno niente; o per lo meno, fanno l’impossibile soltanto per essere desiderate. Tutto ciò significa che tanto i maschi quanto le femmine, per opposti motivi, si concentrano sul corpo della donna e dimenticano che la donna è un essere umano. Dimenticano che alla lunga ella è amata o non è amata non per quanto è bella, ma per ciò che è. Qualcuno, nei lontani Anni Trenta, ha scritto che il primo e più efficace cosmetico di una donna è la sua mente. Ma anche senza la grande cultura o la grande intelligenza, bisogna almeno avere il buon senso, l’equilibrio, la buona educazione, la capacità di amare, insomma le qualità sostanziali di un essere umano, al di là dell’aspetto. Per l’aspetto basta la decenza, senza le esagerazioni visive di Marilyn Monroe.
Una donna ricca deve stare attenta a chi la corteggia per i suoi soldi, una donna bella dovrebbe stare attenta a chi la corteggia per i suoi fianchi. E come i soldi non sono l’ereditiera, ma qualcosa che lei ha, i fianchi non sono la donna ma qualcosa che lei ha.
Troppi giovani affrontano il problema della vita di coppia senza avere la minima idea di ciò di cui si tratta. In materia sono fermi alle pubblicità televisive. Col risultato che poi, come Marilyn Monroe, si possono anche suicidare a trentasei anni. Un matrimonio felice è quello che dura molti decenni. Quando di bellezza non si parla più e tuttavia si tiene al proprio compagno e alla propria compagna più o meno quanto alla propria stessa vita.
Ecco qualcosa che la povera Marilyn non ha avuto e forse ne è morta.
giannipardo1@gmail.com

MARILYN MONROE ED IOultima modifica: 2022-08-07T13:55:56+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo