LA COSA GIUSTA PER IL MOTIVO SBAGLIATO

La conoscenza dell’espressione “eterogenesi dei fini” (in tedesco: Heterogonie der Zwecke”) non richiede particolare cultura: ormai fa parte del linguaggio corrente. L’ha creata il filosofo Wilhelm Wundt secondo il quale – copio da Wikipedia –“ il progresso storico non si realizza in virtù di una provvidenza trascendente o di una finalità intenzionale”. Tralasciando il fatto che non si comprende che cosa sarebbe una “finalità non intenzionale”, sono d’accordo con lui: se non c’è un Dio creatore, non ci può essere uno scopo nel creato. I termini usati mi sembrano sbagliati ma non avendo letto la sua opera lascio perdere e prendo l’espressione nel senso che le attribuiscono i parlanti.
Semplifico tutto con un esempio. Un tizio va a caccia, non prende nemmeno un coniglio ma incontra una donna che diverrà per sempre sua moglie. Lo scopo mancato è il coniglio, il risultato conseguito è la moglie. Dunque è il risultato che è estraneo allo scopo (Zweck) iniziale. Non siamo in presenza dell’“eterogenesi del fine”, cioè di un’origine estranea del fine, ma di un’origine estranea del risultato. L’espressione giusta sarebbe stata Heterogonie des Ergebnis, del risultato: si voleva una cosa e se ne è ottenuta un’altra. Avvenimento tutt’altro che raro. ne sa qualcosa Vladimir Putin. Ma anche in Italia vediamo che il fenomeno si verifica a tutti i livelli. Perfino vedendo nascere la governabilità dall’ingovernabilità.
Il nostro parlamento è stato eletto nel 2018 sull’onda di un totale disprezzo, di una totale sfiducia nelle nostre istituzioni. Molti italiani (oltre il 32%) non hanno votato per avere un nuovo governo ma per gettare giù questo Stato, per azzerare questa politica: ed ecco perché il Movimento 5 Stelle ci teneva tanto a non essere qualificato partito. Insomma il 30% e passa degli italiani ha votato per fare la rivoluzione e purtroppo la rivoluzione non si fa nella cabina elettorale. Così, dopo aver ottenuto la bicicletta, il Movimento si è visto costretto a pedalare e si è accorto di non esserne capace. Sicché nel corso di questi anni si è sfaldato fino a divenire un’opera dei pupi senza futuro.
Ma gli eletti del Movimento sono rimasti al loro posto. E spesso si tratta di persone senza nessuna preparazione specifica, senza nemmeno un mestiere. Oggi con tesserino per la Camera o il Senato, paga regale, vantaggi vari, alcuni addirittura col titolo di ministri, sottosegretari, membri di commissione, e domani senza niente. Infatti queste cose bellissime, dal momento che le loro possibilità di rielezione sono minime, verrebbero meno se la legislatura si interrompesse. E c’è di peggio: se la legislatura si interrompesse prima che sia maturato il diritto alla pensione da parlamentare, questi signori si ritroverebbero senza pensione: da un giorno all’altro in mezzo a una strada. Ecco perché l’imperativo categorico è divenuto questo: “Su ogni singolo provvedimento possiamo essere d’accordo o in disaccordo; possiamo amare oppure odiare chi governa; la nuova normativa può fare cose giuste o rovinose per il Paese, ma una cosa è e deve essere intangibile: la nostra pensione. Se l’alternativa fosse quella di rinunciare alla pensione o di votare Matteo Salvini monarca assoluto, viva il re!”
E questo è il colmo dell’abiezione. Tutti pensano che il massimo scandalo sarebbe se un ministro tradisse il suo dovere per un milione di euro: che dovremmo dire di chi tradirebbe Gesù stesso non per un milione, ma per una pensione di una decina di migliaia di euro al mese?
E vediamo la conseguenza ultima, e imprevista, di questa situazione. Sulla paura del voto si è innestato un governo che ha a cuore gli interessi dell’Italia, incluso quello di comportarsi “con onore” nel consesso occidentale. E il governo può seguire questa linea non perché gli italiani la capiscano o la sostengano, ma perché può sempre porre l’alternativa: “O sì al governo o a casa”. E ovviamente, si è sempre realizzata la prima ipotesi.
Il governo si comporta con onore – e fa fare bella figura all’Italia – perché è sostenuto da una massa di parlamentari senza scrupoli che, per motivi disonorevoli, sosterrebbero qualunque provvedimento dell’esecutivo. Heterogonie des Ergebnis. O più poeticamente, come dicono gli inglesi, “every cloud has a silver lining”, ogni nuvola ha un bordo d’argento (un bordo di luce), e cioè non tutto il male viene per nuocere.
Purtroppo, a partire dalla prossima legislatura, “business as usual”.
giannipardo1@gmail.com

LA COSA GIUSTA PER IL MOTIVO SBAGLIATOultima modifica: 2022-05-22T13:38:53+02:00da gianni.pardo
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6 pensieri su “LA COSA GIUSTA PER IL MOTIVO SBAGLIATO

  1. ” che dovremmo dire di chi tradirebbe Gesù stesso non per un milione, ma per una pensione di una decina di migliaia di euro al mese? ”
    Per i parlamentari di prima nomina l’interruzione della legislatura prima che siano trascorsi quattro anni, sei mesi e un giornio, comporta la perdita dei contributi versati (circa 50.000 euro ) dal computo della loro pensione.
    Dopo tale periodo i contributi versati maturano il diritto a tramutarsi in pensione
    ( ma a 65 anni, non subito) anche nel caso fossero gli unici contributi versati ai fini pensionistici dal soggetto. In ogni caso si tratta di una cifra modesta, quasi di un piatto di lenticchie da consumare a 65 anni. E questo dà la misura del livello morale della maggior parte dei nostri parlamentari.

  2. Caro Nicola,
    scrivo per difendere Sergio Pastore. Nella sua nota è sembrato molto severo, ma non lo è, è un caro amico il quale per giunta (me lo ha scritto) ha stima della mia conoscenza del tedesco. Forse superiore a quella vera. Ripeto, scrivo questo per eliminare l’impressione che abbia giocato al “maestrino”. Proprio non è il tipo.
    Grazie comunque anche a Lei.

  3. “Ick sprich Germqan zu Ohr, parlicchio tedesco a orecchio, per intenderci.”

    Ma se legge Goethe e articoli vari in tedesco! Forse non lo parla come un berlinese, ma capire lo capisce eccome. E puro lo spagnolo, legge Ortega nella sua lingua. E francese e inglese, è proprio poliglotta, La invidio. Non so l’inglese purtroppo, ho studiato a lungo – e inutilmente – il portoghese e trascurato l’inglese, che pirla.

  4. No, caro Sergio, Lei fa proprio male a qualificare questo errore “da matita blu”. Se sapesse quanti errori molto più gravi sono capace di fare, in tedesco, non baderebbe a questo :-). Ick sprich Germqan zu Ohr, parlicchio tedesco a orecchio, per intenderci.

  5. ,,, des Ergebnisses

    Scusi la pignoleria, ma siccome l’ha scritto due volte (des Ergebnis) mi permetto di correggere l’errore (da matita blu). Il genitivo di Ergebnis è proprio l’orribile (des) Ergebnisses. Anche se il genitivo è ritirata nei paesi germanofoni.

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