NON RIPETERE L’ERRORE DI VERSAILLES

Ogni volta che si ipotizza una vittoria dell’Ucraìna sulla Russia si sente ripetere un consiglio : non bisogna ripetere “l’errore di Versailles”. Ed ecco la storia, per come la ricordo.
La Prima Guerra Mondiale fu un massacro di proporzioni inimmaginabili. Credo che le sofferenze e le morti che provocò siano state perfino superiori a quelle della Seconda Guerra Mondiale. Le grandi potenze, sicure di vincere in poco tempo, si erano avviate a quel conflitto ridendo e cantando e invece la guerra durò quattro anni. Non soltanto alcune di quelle nazioni – ovviamente – non vinsero, ma lo shock fu tale che anche i vincitori ne uscirono con le ossa rotte. Tanto da avere, in particolare la Francia, una selvaggia voglia di vendetta nei confronti della Germania.
Questa animosità si tradusse in una richiesta di riparazioni di guerra tanto esose, che nessuno Stato mai avrebbe potuto pagarle; in penose condizioni di pace (per esempio la clausola del diritto francese di rioccupare se Berlino avesse osato riarmarsi) e – per farla breve – un complesso di norme che umiliarono e incattivirono la Germania. Ora – si dice – nel caso in cui l’Occidente vincesse su Putin, non bisogna esacerbarlo, né lui né il suo Paese. Proprio per evitare di mettere il seme di una futura guerra, come dalla Prima Guerra Mondiale nacque la Seconda.
Così, ecco il mantra: “In caso di vittoria, non ripetete l’errore di Versailles. Non umiliate la Russia. Non siate esosi. Non suscitate un nuovo Hitler”. E sembrerebbe un consiglio di buon senso. Ma “on second thought”, come si dice, a ripensarci, non è detto che quel consiglio sia d’oro. Quanto meno, va accettato cum grano salis.
Nessuno dice che veramente Hitler sia stato la conseguenza di Versailles. È vero che egli aveva una grande volontà di rivincita: e infatti nel 1940 impose che la resa della Francia fosse firmata nello stesso vagone ferroviario in cui ventidue anni prima la Germania aveva firmato la sua. Ma i suoi piani, quali risultavano da Mein Kampf, non includevano una tremenda vendetta nei confronti della Francia o la sua annessione al Reich. Prova ne sia che i francesi credettero, col governo Pétain, di potersela cavare a buon mercato, malgrado la sconfitta. Solo De Gaulle fu sin da principio implacabile e deciso a combattere, partendo dall’Impero e addirittura dal Tchad. A parere di Hitler, il Lebensraum, lo spazio vitale di cui la Germania aveva bisogno, avrebbe dovuto trovarlo ad est, colonizzando la Polonia e la Russia.
Il dittatore disprezzava gli ebrei e gli slavi ma addirittura, per quanto riguarda ad esempio gli inglesi, quasi gli dispiacque trovarsi in guerra contro di loro: bianchi, ariani, occidentali e di lingua germanica, avrebbero dovuto essere almeno neutrali. E questo spiega fra l’altro la sconsiderata iniziativa di Rudolf Hess. Comunque, anche ammettendo che il Trattato di Versailles sia stato un errore, non si vede perché, avendone commesso uno, bisognasse commetterne un secondo. E il secondo errore fu commesso quando la Germania cominciò a riarmarsi e la Francia non ebbe il coraggio di farsi forte di quel trattato occupando la Ruhr, in modo da porre un freno alla costituzione di quell’esercito con cui Hitler scatenò la Seconda Guerra Mondiale.
Nei confronti della Russia – nel caso fosse sconfitta – non bisognerebbe esagerare, perché esagerare è sempre sbagliato. Ma un Paese sconfitto e aggressivo lo si può e lo si deve “tener buono” con la forza, anche per decenni. In questi giorni, in conseguenza dell’aggressione russa all’Ucraina, si parla anche del riarmo del Giappone. Ma guardiamo al passato: ci si rende conto che questo autentico fulmine di guerra è stato senza un serio esercito per settantasette anni? È diventato tanto pacifico che non mi stupirei se si riarmasse su invito degli Stati Uniti, stanchi di farsi carico della sua difesa.
Nessuna stupida brutalità, nessuna gratuita umiliazione, dunque. Ma se riuscissimo a battere la Russia dovremmo renderle molto chiaro, anzi chiarissimo, che ha perso la guerra ed è bene che non ci provi più almeno per mezzo secolo.
Questo Paese è da troppo tempo una minaccia per la pace. Una minaccia che è divenuta una realtà in Georgia, nell’Abcasia, nell’Ossezia del Nord, in Crimea nel 2014 e in Ucraina nel 2022. Storicamente non ho memoria di un’immensa coalizione che va dal Canada alla Finlandia e dagli Stati Uniti alla Turchia, soltanto per “difendersi” da un singolo Paese, abbastanza povero per giunta. A questa anomalia sarebbe bene porre rimedio.
giannipardo1@gmail.com

NON RIPETERE L’ERRORE DI VERSAILLESultima modifica: 2022-05-18T17:23:46+02:00da gianni.pardo
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