PERDERE LA FACCIA

L’argomento del giorno è la difficoltà di applicare le nuove sanzioni alla Russia in materia di gas e petrolio, perché manca l’unanimità. Ma i “pacifisti” non hanno di che gioire. È vero che nessuna guerra mai – che io sappia – è stata vinta con le sanzioni, ma la Russia soffre già abbastanza delle sanzioni già varate. Se così non fosse non protesterebbe e non minaccerebbe ritorsioni. E comunque il caso attuale è speciale e drammatico per altro verso.
Nel commercio è come nel matrimonio o nei grandi rapporti di amicizia: se si verifica un fatto che fa venir meno la fiducia, il rapporto o muore o è asfittico. In passato alcuni Paesi si sono consegnati mani e piedi legati alla Russia, dipendendo da essa per gas e petrolio, ma in futuro si guarderanno bene dal commettere lo stesso errore. Mosca dovrà cercarsi altri sbocchi. E difficilmente avrà le posizioni di privilegio che ha avuto in passato. Dunque per essa il danno non cesserà quando la guerra sarà finita e le sanzioni tolte, ma continuerà per anni ed anni. La Russia ha impartito al mondo una lezione di buon senso che non sarà dimenticata. Ma nessuno la ringrazierà.
Se male potrebbe andare alla Russia nel campo energetico, non meglio potrebbe andarle dal punto di vista politico. Teoricamente, dal punto di vista giuridico, chi ha scontato gli anni di carcere cui è stato condannato può dire: “Ho pagato il mio debito alla giustizia”. Ma la gente la pensa diversamente: lo “stigma” è eterno, crudelmente. Quale padre, sapendo che la propria figlia frequenta uno uomo che “ha pagato il suo debito alla giustizia” per uno stupro, sarebbe contento di quella relazione?
Anche la memoria degli Stati è lunga e certi fatti imprimono sulla fronte del colpevole una sentenza ineliminabile. Forse è vero che la Russia, più che aggredire a freddo un Paese vicino, intendeva annetterselo fra baci e abbracci. Ma di fatto poi lo ha aggredito con innumerevoli atti di brutalità, con immani distruzioni e con mille atrocità. Da oggi la memoria del mondo dirà che la Russia attacca i propri vicini senza giustificazione e si comporta selvaggiamente. Chi lo dimenticherà? E quanto a lungo il popolo russo pagherà per questa brutta fama?
Chi non teme di dire la verità sa che l’Armata Rossa si è comportata nello stesso modo in tutti i Paesi conquistati durante la Seconda Guerra Mondiale e in particolare nel territorio della Germania. Infatti i tedeschi sono fuggiti a milioni prima dell’arrivo dell’Armata Rossa, tale era la sua brutta fama. Una brutta fama che non si fecero gli Alleati, ad Ovest, e in particolare gli inglesi, benché il loro esercito fosse composito e multicolore. Allora si pensò che la Russia aveva una disperata voglia di vendetta per le molte crudeltà subite dai nazisti e comunque si tende a non rivedere le bucce dei vincitori. Ma ora?
Ora che sono passati quasi ottant’anni e si pensava che qualcosa fosse cambiato. E invece con questo comportamento la Russia non solo rischia di non annettersi l’Ucraina, ma rischia di “perdere la faccia”. Di non essere considerata uno Stato “occidentale come gli altri”. Come ha scritto Kundera. In Europa, dal 1945, è il primo Stato che ne invade un altro con i carri armati. Questo è un danno irreparabile, anche perché non si viene da un’epoca di guerre, ma da un’epoca di pace tanto lunga – settantasette anni – da far considerare l’impresa ucraina assurda, criminale e semplicemente imperdonabile.
I conflitti possono avere sviluppi imprevisti e indesiderati. Basti pensare alla spedizione ateniese contro Siracusa, o ancora meglio all’attacco globale che Cartagine sferrò contro Roma, conclusosi con la città incendiata, rasa al suolo e cancellata dalla storia. E anche questo resterà nei libri di storia come una delle iniziative più sconsiderate.
La sconfitta della Russia, quale che sia l’esito sul terreno, sarà innanzi tutto una sconfitta di immagine. Voleva inglobare l’Ucraina nella Federazione e non ce l’ha fatta. Neanche comportandosi come un Paese selvaggio. Dunque ha perso la guerra. Ora si accontenterebbe di una fetta di Ucraina e “alzerebbe il trofeo”, come avrebbe detto Tucidide, proclamando di avere vinto. Ma quanti ci crederebbero? Le guerre non si vincono con la propaganda. Alla lunga la verità, come l’acqua, si rivela incompressibile.
Putin ama la Russia, non c’è motivo di dubitarne, ma a momenti le ha fatto più danno di quanto Otello ne abbia fatto a Desdemona.
giannipardo1@gmail.com

PERDERE LA FACCIAultima modifica: 2022-05-09T08:13:52+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “PERDERE LA FACCIA

  1. E infatti, quel por’omo di Putin, per avere un po’ di considerazione è costretto a volgersi verso la Cina, che è di bocca buona e non le pare vero di legare a sé una Russia che industrialmente vale ben poco ma ha risorse minerarie e agricole interessanti ed è logisticamente vicina: avercela “in famiglia” e necessariamente “solidale” è una grande comodità. Con buona pace dei “valori occidentali” (illuministici e della rivoluzione francese, convenzionalmente), di cui l’unico salvabile per entrambi è quello relativo al profitto e al denaro, ovviamente non più inteso come “dollaro” né tantomeno come “euro” (di cui noi stessi, “eh, signora mia, siamo schiavi”). E nel circolo dei famigliari con piacere ci si scambia doni con la Corea del Nord, Paese ameno e felice.
    E di ciò i russi non potranno che essere felici: gli stessi bambini (i bambini! tesori!) saranno vieppiù felici: travestiti da “figli della lupa” o da carrarmati o da missili, garruli con le loro gambette si sforzeranno al “passo dell’oca”, in fila per sei col resto di due.
    E ciò sarà la giusta punizione per la nostra marcia società, in cui noi stessi continuamente ci accusiamo per essere stati schiavisti, per aver fatto crociate, per usare la parola “negro” invece della codifica Pantone, per continuare a dar valore alla nomazione genotipica XX e XY, per non usare lo schwa sempre (più sopra ho scritto “bambini”…), per basarci sul “denaro”, per non amare a sufficienza i gattini e i tafani e perfino mangiando frittate. Traiamone le conseguenze: meritiamo di essere “cancellati”, siamo indegni di vivere su questo pianeta.
    E basta con ‘sti “valori occidentali” (illuministi eccetera, pure riguardo all’ambiente e ai cinghiali, a far buon peso)! Quanta ipocrisia nel sostenerli a parole e tradirli nei fatti, come giustamente, in certi “nodi” storici, hanno con clamore evidenziato giornalisti, pensatori, artisti, semplici cittadini che si sono “mobilitati in massa”, lasciati liberi di esprimersi ma solo per fomentare l’imitazione in traditori di quei lontani Paesi felici.
    Viva Putin, viva la Russia, viva anche la Cina! Vivano i vostri amici, periscano i vostri nemici e anche quelli che non capiscono la vostra missione purificatrice consegnatavi dalle benedicenti mani di Kiril. Il futuro è vostro!

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