FARSI AMARE, FARSI TEMERE

L’attacco della Russia all’Ucraina ha suscitato un unanime sdegno. Unanime? Purtroppo i dati obiettivi dicono altro. Sono molti i Paesi che non hanno applicato le sanzioni ed hanno assunto una posizione neutrale. La Russia è tutt’altro che sola. Tuttavia, se fossi russo, non canterei vittoria.
Per molto tempo parecchie persone, anche in Occidente, hanno guardato con simpatia all’Unione Sovietica perché portatrice di un’ideologia di ambito mondiale e (pretesamente) salvifica. Poi l’Unione Sovietica si è dissolta in una nuvola di fumo e di rancori e la Russia è passata dal ruolo di top dog della Rivoluzione Mondiale a underdog dell’Europa progredita e democratica. Prima la simpatia andava al futuro vincente, ora la simpatia, venata di pietà, va allo sconfitto. E per favorirne la rivincita – nei desideri, quanto meno – si fa il tifo contro gli Stati Uniti. La Russia è la capofila dei frustrati.
Un secondo motivo per andare contro gli Stati Uniti – fortissimo, questo – è l’invidia. Benché in decadenza, e forse in crisi, questa super-nazione è ancora oggi il modello più imitato e vagheggiato del mondo. Perfino in ciò che essa ha di peggiore. Non c’è moda statunitense balorda che non sia imitata. Tutti conoscono i divi di Hollywood e tutti conoscono la “musica” contemporanea che, come tante altre cose deteriori, è prevalentemente statunitense. Il pianeta intero segue la campagna presidenziale come se la cosa lo riguardasse, e in fondo è come se un po’ tutti avessimo due nazionalità. L’Occidente europeo, forse perché decadente, forse perché senza complessi, si è accodato a questa moda demenziale; Mosca invece non sopporta questa primazia statunitense e crede di poterla ribaltare con i carri armati. La Russia è la capofila degli invidiosi.
Ma in questo non è sola. Come detto, la gente è affascinata dagli Stati Uniti, li mitizza, li scimmiotta perfino con Halloween, ma alla fine li odia. Senza un perché. Forse solo perché fanno ombra. Perfino gli statunitensi, che per nulla al mondo andrebbero a vivere in un altro Paese, passano il tempo a dire il peggio del peggio della loro Patria, attribuendole tutte le colpe del mondo. Tanto che, con simili cittadini, Washington non ha bisogno di nemici esterni.
Ma se questo può giustificare l’animosità balorda di tanti ignoranti sconsiderati, la freddezza e il distanziamento di tanti Paesi non si possono spiegare nello stesso modo. I governi sono guidati da uomini maturi, attenti alla “roba”, e guardano al sodo: all’economia, alla sicurezza, alla geopolitica. In una parola, agli interessi del loro Paese. E allora come mai sono così poco amici dell’America?
La risposta l’ha data Niccolò Machiavelli quando ha sancito che è meglio essere temuti che amati. Se nel momento della difficoltà si tradisce il cattivo si sa che, se poi vince, sarà spietato; mentre il buono probabilmente perdonerà: e per questo si è più fedeli al cattivo. Gli Stati Uniti hanno fama di buoni, e dunque con loro si può essere severissimi anche per i peccati veniali. La Russia invece è da sempre cattiva e minacciosa, dunque bisogna trattarla bene e trovarle tutte le scuse possibili. Anche quando sbaglia pesantemente.
E poi c’è l’interesse economico. Per l’India la Russia è innanzi tutto un grande Paese fornitore di materie prime e, che abbia torto o ragione, è meglio non suscitare la sua aggressività. Con gli Stati Uniti si può sempre ricucire, con la Russia no. Ma questa equidistanza, questo neutralismo se li possono permettere i Paesi che sono largamente più forti della Russia, come la Cina. O che ne sono molto lontani, come l’India e il Brasile. Gli altri hanno imparato a loro spese che non c’è neutralismo che tenga.
La Finlandia, per esempio, malgrado la pessima esperienza del 1939-40, e dopo averle concesso la Carelia, ha sperato per molti decenni di poter fare della Russia una buona vicina. Per non irritarla si è perfino contentata dello status di Paese neutrale ed ha cercato la pace col sorriso. Poi la Russia ha invaso a freddo l’Ucraina e la Finlandia ha finalmente capito che non bisogna mai fidarsi del lupo: venuto il momento ascolterà soltanto i morsi della fame. Dunque meglio essere temuti che amati. Mosca agiterà il pugno minaccioso? Niente che un atteggiamento mite avrebbe scongiurato. In materia di “cattiveria” la Russia ha già sparato tutte le sue cartucce. E comunque meglio combattere un’eventuale guerra da alleati della Nato che da soli contro Mosca.
La mossa della Finlandia significa che tutti hanno perso la speranza di poter avere rapporti amichevoli e affidabili con la Russia. Come dividendo politico non è gran che.
giannipardo1@gmail.com
19 aprile 2022

FARSI AMARE, FARSI TEMEREultima modifica: 2022-04-19T09:04:08+02:00da gianni.pardo
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