LA TERZA FASE

In Ucraina la guerra è al suo 48° giorno e ancora oggi non sappiamo per quale scopo la Russia l’abbia provocata. L’opinione prevalente è che Vladimir Putin, considerando l’Occidente discorde, infrollito, debosciato e spiritualmente inerme, ha pensato fosse il momento di riconquistare lo spazio vitale dell’Unione Sovietica. L’annessione della Crimea è stata il primo passo di questo progetto.
L’ipotesi non è inverosimile. Per Putin l’Occidente è in una crisi irreversibile e il suo spazio concreto e culturale è destinato ad essere occupato dalla Russia. Questa è moralmente sana, vitale, combattiva e il tutto rientra in una concezione mistico-religiosa: mentre le democrazie sono viziose, corrotte e deboli, la Russia è il campione del mondo slavo e il suo regime è il modello del futuro. L’espansionismo russo non è soltanto una necessità per la sicurezza del Paese, è anche il rimedio ai mali fondamentali dell’Eurasia.
In questa visione, l’Ucraina è soltanto una provincia della Russia. Vi si parla russo. È stata Sovietica dall’inizio. Ha combattuto con la Russia contro i nazisti. È è Russia in tutto e per tutto e la sua volontà di divenire occidentale è un tradimento. Essa rappresenta un pericolo di contagio e una “regressione della storia”. Anche gli Stati Baltici, per il bene della Russia e per il loro stesso bene, dovrebbero rientrare nel grande progetto russo. Non è ammissibile che, a un tiro di schioppo da San Pietroburgo, si puntino i missili della Nato contro i fratelli slavi. La Bielorussia non presenta problemi ma si può tollerare una Polonia libera, ferocemente occidentale e anti-russa? E appunto: come liberarsi della Nato?
Nella visione di Putin i carri armati, avviandosi verso Kiev, davano all’Ucraina l’occasione di riscattarsi, di tornare indietro sui suoi passi, di ripudiare i suoi errori e riprendere la strada dell’avvenire. Al governo c’erano alcuni traditori nazisti, mentre i più, i veri patrioti, erano in attesa di essere liberati dai fratelli russi e la guerra era sostanzialmente simbolica. Alla vista dell’Armata Rossa il governo si sarebbe dovuto dimettere e l’Ucraina dissolversi nella Russia come la Crimea.
Questi sogni si sono infranti contro la realtà e Putin si è sbagliato su tutta la linea. Il piano era quello del pacifico, entusiastico abbraccio fraterno. Poi è divenuto quello dell’annessione con la forza. Ma neanche questo secondo piano è andato a buon fine. I russi (male armati, poco addestrati, poco motivati e insufficientemente numerosi) non sono nemmeno riusciti a conquistare Kiev. E si è visto quanto la popolazione li odiasse.
Ora siamo alla terza fase, caratterizzata da un ridimensionamento dello scopo del conflitto. L’Ucraina si è dimostrata un boccone troppo grosso per essere ingoiato e la ferrea volontà di combattere degli ucraini è stata un’autentica sorpresa. Come anche la risoluta volontà occidentale di aiutare militarmente l’Ucraina. Il tempo ha cominciato a “girare al contrario”. Dapprima si pensava che per l’Ucraina fosse inutile resistere, poi che potesse resistere solo per qualche tempo, ora si è insinuato il dubbio che l’Ucraina possa addirittura vincere. E l’aiuto, prima esitante, è divenuto torrenziale. Prima essa ha combattuto per sopravvivere, ora combatte per una parte del suo territorio, e molti si chiedono: “Se quattro gatti affamati hanno potuto resistere a Mariupol, perché non potremmo resistere in una sola regione con l’intero esercito? Continuando l’aiuto occidentale la cosa è alla nostra portata”.
Al riguardo è esemplare il caso di Odessa. A tutti è sembrato evidente che il modo più semplice di conquistarla fosse attaccarla dal mare, dal momento che soltanto la flotta russa ha l’esclusiva del Mar d’Azov. Ma essa non ha attaccato e l’esercito non ha tentato lo sbarco. Non basta. Ora Londra ha promesso dei possenti missili antinave e questo significa che, in caso di sbarco, i russi dovranno mettere in conto qualche perdita clamorosa.
La terza fase presenta inoltre un problema di ordine generale. Se i russi conquistassero le due “autoproclamate” piccole repubbliche la Russia con questa guerra che cosa avrebbe ottenuto che già non avesse? E Putin come potrebbe raccontare ai sudditi di aver vinto sul campo? E se anche conquistasse il fronte mare (Odessa inclusa o esclusa?) il guadagno sarebbe piccolo in confronto ai costi della guerra. E soprattutto sarebbe capace, la Russia, di tenere quel territorio? Essa non appare più un gigante invincibile e l’Ucraina non cesserebbe di tormentarla con una guerriglia implacabile. Putin potrebbe dire di ritirarsi dopo aver vinto? Una cosa è sicura: avrebbe fatto bene a non dare inizio alla guerra.
giannipardo1@gmail.com

LA TERZA FASEultima modifica: 2022-04-12T10:39:38+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “LA TERZA FASE

  1. Eh, ma anche se così fosse, quello NON VUOLE capirlo, e comunque ha in mano il potere anche per un lungo futuro. Certo, un Piazzale Loreto è, astrattamente, possibile, ma dipende anche da quello che farà la Cina.
    Insomma, è una partita a poker.

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