RUSSIA E SOCIOPATIA

Gli sciocchi sono capaci di dire seriamente che: “Tutti i tedeschi sono così, tutti i francesi sono cosà”, e con questa generalizzazione brutale e indiscriminata fanno la figura che meritano. Ma sul carattere dei vari popoli si può anche scherzare. Un eccellente esempio è “Three men on the Bummel” (“Tre uomini a zonzo”) dell’umorista inglese Jerome K.Jerome. Parla delle avventure di tre inglesi in Germania con esiti comici indimenticabili.
Se dunque ci si perdona di trattare con tono leggero i giorni drammatici che viviamo, ci si può chiedere per gioco se la Russia non sia “un ragazzo caratteriale” che, cresciuto, sia diventato “un soggetto sociopatico”. Qui ci si limiterà a descrivere queste due sindromi, poi ognuno deciderà se e in che misura esse si applichino al comportamento di certi governanti russi, del passato e del presente.
Il “caratteriale”, secondo il dizionario Treccani, è un “Soggetto che, specialmente in età evolutiva, presenta un’incompleta e anomala formazione del carattere”. Un bambino caratteriale a scuola non rispetta nessuna regola, non può essere tenuto a freno, disturba tutti e non si vergogna mai. Rende impossibile la normale attività didattica. Un tempo, quando si era razionali, esistevano classi speciali per i caratteriali. Non so se fossero utili per il loro apprendimento, certo lo erano per l’apprendimento nelle altre classi. Poi si è stabilito per legge che i bambini caratteriali non esistono e sono stati inseriti nelle classi normali. Forse il principio era che, se non imparano niente e non fanno imparare niente agli altri, nessuno noterà la differenza con i risultati della Scuola Media.
I caratteriali crescono e alcuni divengono sociopatici. Secondo il sito Newsly.it, “Un sociopatico è colui che, essendo affetto da sociopatia, vive in totale disprezzo di regole e comportamenti sociali ed è guidato quasi esclusivamente dall’impulso”; non ha “assolutamente la capacità di riconoscersi in regole e comportamenti sociali prestabiliti”; “Non prova vergogna nell’assumere comportamenti che normalmente vengono considerati imbarazzanti”. Insomma è un pessimo soggetto. Ma proviamo ad immaginare come il caratteriale e il sociopatico vivano soggettivamente la loro condizione.
Normalmente chi dà fastidio mette in relazione il disturbo arrecato e il rimprovero subito. Il caratteriale invece è convinto di non avere fatto nulla di male e sente immeritato il rimprovero. Se è punito si sente addirittura perseguitato. Newsly.it conferma: il sociopatico non prova empatia e “non riesce ad avere sensi di colpa o rimorsi”. Anzi è “molto irritabile ed aggressivo”.
E tuttavia la sua condizione è oggettivamente tragica. È capace di commettere le peggiori azioni ma, mancando di empatia, non si sente colpevole di nulla. La reazione della società è una suprema ingiustizia. La stessa che soffriva da bambino quando gli adulti lo rimproveravano più di quanto non rimproverassero gli altri e lo punivano più spesso e più severamente degli altri.
Questo individuo si sente una vittima della società. Qualcuno contro cui tutti godono ad accanirsi tanto da trasformarlo, da bambino infelice che era, in una sorta di belva. Un mostro che gode a vedersi considerare cattivo, adora incutere paura e al limite far soffrire gli innocenti. Innocenti? Ma che innocenti. Tutti lo hanno maltrattato. Tutti lo hanno disprezzato. Tutti lo hanno odiato e dunque tutti sono colpevoli.
Il sociopatico è una catastrofe umana. Non soltanto può commettere i crimini più efferati a sangue freddo (famoso “In Cold Blood”, di Truman Capote), ma non riesce nemmeno a capire di che cosa è colpevole. È anche un bugiardo seriale perché, mancando della capacità di sentirsi in colpa, non si vergogna di niente. Per giunta, se qualche colpa sente, supera la difficoltà dicendo che sta soltanto tentando di “pareggiare i conti” con un mondo che è stato troppo ingiusto, con lui.
È insalvabile. Ma proprio perché è insalvabile la sua emarginazione diviene una necessità. Lui sarà soggettivamente innocente dei suoi crimini, ma noi non possiamo essere condannati se ci difendiamo.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
12 marzo 2022

RUSSIA E SOCIOPATIAultima modifica: 2022-03-12T09:16:39+01:00da gianni.pardo
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5 pensieri su “RUSSIA E SOCIOPATIA

  1. ” Una pioggerella di bombe anche da queste parti aiuterebbe a schiarire le idee.” Ne dubito. Anche se posizioni come quelle di Piero Fassino non sono una rarità,
    read://https_www.ilriformista.it/?url=https%3A%2F%2Fwww.ilriformista.it%2Fla-nato-non-minaccia-putin-e-il-contrario-parla-piero-fassino-285646%2F
    la dottrina Breznev è stata talmente interiorizzata dalla coscienza di gran parte dell’opinione pubblica, che una giustificazione la si troverebbe.

  2. Di sicuro non si troverebbe un ucraino oggi che in questa descrizione ci vedrebbe non la Russia ma gli Stati Uniti.
    Una pioggerella di bombe anche da queste parti aiuterebbe a schiarire le idee.

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