L’ERRORE DI BASE

Gli avvenimenti di questi giorni sono una sorpresa fino ad un certo punto. Son vissuto scontrandomi con coloro che pensavano che la guerra fosse ormai impossibile ed oggi ne abbiamo una sul suolo europeo. Ovviamente non sono contento d’avere avuto ragione, ma non è stata una vittoria mia e neppure dell’intelligenza sulla stupidità: è stata una vittoria della storia sull’ignoranza.
Ha vinto chi, da persona avvertita, ha reputato una necessità quella di essere seriamente armati, anche per essere indipendenti; chi ha ragionato in termini geostrategici, e non irenici; chi ha considerato una follia dipendere dall’estero per le forniture essenziali, per esempio di energia. Insomma chi ha guardato al passato ricavandone alcune banali certezze e in primo luogo che la specie umana è una specie guerriera. Una specie che ha sempre fatto guerre e sempre ne farà. Il progresso tecnologico, civile e perfino sociale non cambiano la natura umana. Crederlo è stato un errore che ha già provocato grandi guasti anche in passato.
A rischio di urtare la sensibilità di parecchia gente ecco due esempi.
Il Cristianesimo è una bella religione a patto che non la si prenda troppo sul serio. Chi vorrebbe essere al posto di Pietro di Bernardone, con un figlio come Francesco d’Assisi che improvvisamente si mette a regalare tutti i beni di casa ai poveri? Lasciamo stare l’esagerazione di Origene, ma ci si rende conto di quanto sia assurdo chiedere allo schiaffeggiato di porgere l’altra guancia? Ovviamente nessuno applica questo principio, e meno male. Perché se porgessimo la seconda guancia l’aggressore ci chiederebbe se ne abbiamo una terza e non trovandola potrebbe rassegnarsi a darci un pugno sul naso. Lo stesso per l’invito ad amare i nemici, per quello di perdonare “settanta volte sette (che non fa 490 volte, ma infinite volte) e per la stramaledizione del piacere. Il Cristianesimo duro e puro è un insieme di principi spesso suggestivi ma totalmente assurdi.
Di fatto la maggior parte dei cristiani non ha seguito i precetti del Cristianesimo e dunque ha vissuto passabilmente bene. Mentre una minoranza ha preso sul serio quei consigli ed ha completamente rovinato la propria esistenza. La dottrina cristiana sarebbe stata una bella norma di vita se fosse stata seriamente adottata dall’intera umanità. Se tutti fossimo altruisti faremmo un affare, perché nel mondo regnerebbe l’amore e ciò che regaleremmo ci tornerebbe indietro sotto forma di regali degli altri. Sarebbe una gara a dare piuttosto che a prendere. Ma se alcuni divengono miti e altri rimangono violenti, se alcuni sono altruisti e gli altri rimangono egoisti, se alcuni dicono la verità ed altri mentono a tutto spiano, i primi saranno sfavoriti. Pesantemente danneggiati da una dottrina che credevano salvifica.
Anche una seconda religione – moderna e atea – non ha compreso l’immodificabile natura dell’umanità. Sto parlando del Marxismo. Tutta l’impalcatura del comunismo si regge su questo principio: i lavoratori sono sfruttati perché il capitalista, pretendendo la rimunerazione del suo capitale, gli sottrae una parte della ricchezza che essi hanno prodotto. A questo punto l’ideale è che il capitale sia fornito dallo Stato e l’impresa sia diretta da qualcuno che agisce soltanto nell’interesse comune, senza profitto personale.
Bellissimo programma, ma purtroppo l’uomo si comporta diversamente secondo che lavori per sé (e la ricchezza ricavata è in proporzione al suo successo) o per la comunità. In questo secondo caso, dal momento che la remunerazione è fissa e spesso scarsa, la produttività scende a livelli bassissimi. E lo stesso vale per il dirigente: divenuto un qualunque funzionario stipendiato è più interessato alla sua comodità (quando non alle mazzette) che alla produttività dell’industria da lui diretta. È per questo che la Russia prima e la Cina poi hanno conosciuto la penuria, la miseria e la fame.
Tutto ciò soltanto perché Marx non ha calcolato che gli uomini non cambieranno mai. Perché non ha pensato che se gli impiegati di Stato sono dei battifiacca scansafatiche, una volta che tutti sono dipendenti dello Stato tutti divengono dei battifiacca scansafatiche. Col conseguente crollo dell’economia.
Il comunismo ha provocato disastri perché ha pensato di poter cambiare la natura umana in modo da trasformare la società dominata dall’egoismo (quella in cui i capitalisti sfruttano gli operai, nella fantasia di Marx) nel paradiso dei lavoratori. Invece di intestardirsi per decenni nei loro errori gli amici comunisti avrebbero dovuto riconoscere che l’uomo non può essere cambiato con una bella predica. Col comunismo, persino nell’operosa Cina si è arrivati a morire di fame. A milioni. Mentre chi è rimunerato secondo il quantum di ricchezza prodotta (cottimo), lavora perfino troppo. Ora non si chiede che il lavoratore si ammazzi di lavoro, ma almeno che non si assenti dalla sua scrivania per mezz’ora (“Il Dottore è fuori stanza”), soltanto perché “è andato a prendere il caffè”. Mentre la gente si spazientisce in sala d’aspetto.
Il Comunismo ha commesso lo stesso errore del Cristianesimo: non ha tenuto conto dell’immodificabilità della natura umana. E miliardi di persone hanno pagato il fio di questo errore.
Tenendo presente questo principio è stato facile non illudersi che la pace fosse una situazione acquisita, eterna e addirittura tanto stabile da non abbisognare nemmeno di una protezione. E questo mi ricorda un vecchio apologo. Due passeggeri in aeroplano si misero a conversare e per caso uno dei due chiese all’altro:
– Lei che mestiere fa?
– Mi occupo della pubblicità della Coca Cola in Europa.
– Ah, quella pubblicità che si vede dappertutto! Ma mi scusi, che bisogno avete di fare tanta pubblicità, se il vostro prodotto lo conoscono tutti ed è consumato a milioni di bottiglie?
L’interlocutore sorrise.
– Secondo lei, a che altezza siamo e a che velocità va questo jet?
– Siamo a novemila metri d’altezza e andiamo a circa ottocento chilometri orari. Perché me lo chiede?
– Mi risponda: andando a questa velocità ed essendo a questa altezza, come mai i piloti tengono lo stesso accesi i motori?
Ecco perché avremmo sempre dovuto occuparci della difesa della pace. A cominciare dall’essere convenientemente armati affinché nessuno ci invada, ci ricatti, ci renda schiavi. Come fa la pacifica Svizzera.
Mentre viviamo gli avvenimenti d’Ucraìna, questo principio sembra finalmente ovvio a molti ma solo per aver detto queste cose per decenni mi sono sentito guardato come uno stravagante guerrafondaio.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
5 marzo 2022

L’ERRORE DI BASEultima modifica: 2022-03-06T12:09:08+01:00da gianni.pardo
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8 pensieri su “L’ERRORE DI BASE

  1. Il VERO credente fa l’esperienza della “nuova nascita”, diventa cioè un uomo nuovo e mette al primo posto Dio, Lui viene prima di tutto. Non ragiona più come prima…..
    Ci sono molte esperienze di questo tipo disponibili in rete,
    persone completamente cambiate, che non hanno più i vizi di prima….
    Ovviamente bisogna ricercare il Signore e sottomettersi a Lui, non accontentarsi di seguire passivamente una religione con i suoi precetti

  2. Ovviamente. Ovviamente bisognerebbe avere un esercito unico europeo. Io porto il lutto di questo errore da quando, un’eternità fa, la Francia bocciò la Communauté Européenne de Défense. Nel 1954.

  3. No, assolutamente non banale. Solo che mi chiedo, in che modo l’Europa potrebbe avere un esercito, non essendo una federazione, come gli USA? Lei dunque parla di eserciti dei singoli stati. Se l’immagina l’Italia, dichiarare guerra alla Russia?
    Solo un esercito comune potrebbe essere stato un deterrente per Putin.

  4. ” Se spengono il motore, l’aereo cade. Se smettono la pubblicita’, la Coca Cola cade”. Se smettono di proteggere la pace (con le armi) la pace si perde. Almeno, questo volevo dire. Forse le è sembrato troppo banale?

  5. P.S.
    OK, l’apologo dell’aereo. D’accordo, il paragone con la pubblicita’ della Coca Cola potrebbe anche reggere. Se spengono il motore, l’aereo cade. Se smettono la pubblicita’, la Coca Cola cade.
    Ma non vedo il paragone con la situazione politica in Europa. Qui non si trattava di tenere “il motore acceso”, perche’ l’aereo non sarebbe caduto. Si trattava di restare armati, pronti ad agire “just in case”. La “protezione” di cui lei parla, giustamente. E purtroppo oggi il mondo e’ in balia di un despota.

  6. Ottimo articolo, che condivido. Solo qualche appunto:

    1) C’e’ stata recentemente una guerra in Europa, in Bosnia, anni ’90. E vi parteciparono anche le Nazioni Unite, seppure pacificamente.

    2) La “stramaledizione del piacere” da parte del Cristianesimo. D’accordo. Eppure secondo me, in fondo ha contribuito ad aumentare il piacere, la voglia del frutto proibito. Oggi fare sesso e’ facile quasi come mangiare un gelato.

    3) L’apologo dell’aereo, sinceramente non l’ho capito. “Andando a questa velocità ed essendo a questa altezza, come mai i piloti tengono lo stesso accesi i motori?”. Ma se spegnessero i motori, l’aereo perderebbe velocita’ e cadrebbe. E allora?

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