Due articoli

Gli avvenimenti corrono tanto veloci che i miei articoli rischiano di essere superati dai fatti. Pubblico dunque l’articolo numero 8, mettendo in coda l’art. 6. Gli articoli 4,5 e 7 saranno pubblicati in seguito, se saranno ancora significativi.

UCRAINA 8

Una sorpresa epocale

Immaginate che un uomo sia capace di capire certi fenomeni che gli altri non capiscono, nemmeno dopo parecchie esperienze. Alla lunga si abituerà all’idea dell’ottusità altrui e, in occasione di un ennesimo caso, dirà: “Gli altri non capiranno”. E invece quella volta capiscono, facendolo passare per un cretino. Scrivo questo per confessare che forse sto facendo la figura dell’imbecille.

Non appena è cominciata l’invasione dell’Ucraìna mi aspettavo che le cose andassero come sempre: che nulla cambiasse; che tutti facessero finta di indignarsi, e in concreto non facessero niente; che, pur constatando che quanto avveniva era conseguenza di errori passati, non per questo vi mettessero rimedio. Insomma che l’Europa si comportasse come si è comportata con gli emigranti che vengono dall’Africa, con la situazione libica (provocata dai francesi, i quali poi se ne sono lavati le mani), con l’esercito comune europeo (mai nato), con il no alle centrali nucleari (almeno in Italia e in Gemania), con la mania dell’ecologia totalmente dimentica dell’economia, con la spensieratezza in materia militare, con cento atti di demenza, di debolezza, di cecità, di irenismo un tanto al chilo, a cominciare dalla certezza che in Europa non ci sarebbero state più guerre. Ho vissuto questa situazione, con poche variazioni, da quando ho pienamente l’età della ragione: cioè da quando è finita la Seconda Guerra Mondiale. La conseguenza è stata che, ogni volta che succedeva qualcosa di nuovo, prevedevo il peggio. Gli Stati europei si sarebbero comportati da imprevidenti, da sciocchi, da imbelli e soprattutto da vili. Troppi eventi simili, lungo troppi decenni, mi davano questa ragionevole certezza. E i fatti davano ragione al mio pessimismo.

David Hume ha detto che se A è sempre stato seguito da B, ciò non dimostra che anche la prossima volta andrà così. Perché quella che abbiamo descritto è una costante cronologica, non causale. E se gli scienziati avessero seguito questo criterio filosoficamente rigorosissimo la scienza non sarebbe nata. Invece hanno ragionato diversamente e si sono detti: “Per quanto ne sappiamo, ogni volta che A→B, dunque scriviamo la legge: ‘Ad A consegue B’. Se un giorno ciò non dovesse avvenire, nessuno scandalo: cambieremo la legge. La verità scientifica è tale fino a prova contraria”.

Quanto sopra un po’ mi consola vedendo che, dopo un primo momento in cui tutto ha giustificato il mio pessimismo, l’Europa si è svegliata. Improvvisamente si è parlato di sanzioni severissime (fino alla “bomba atomica finanziaria” costituita dall’esclusione della Russia dal sistema interbancario Swift), si è parlato di sostenere la resistenza ucraìna con finanziamenti, armi anticarro, missili terra-aria Stinger e poco c’è mancato che qualcuno non mandasse una divisione corazzata. Tutto questo benché tanta parte dell’Europa Occidentale (e in particolare Germania e Italia) dipendessero, per sopravvivere, economicamente dal gas russo. Addirittura la Germania non si è limitata a congelare il progettato gasdotto North Stream 2 (costato undici miliardi, di cui la metà pagata dalla Russia) ma ha annunciato la costruzione sulle rive del Mare del Nord di due degassificatori, in modo da potere importare gas liquido dagli Stati Uniti, facendo a meno dei russi, in futuro. Per completare il quadro ha perfino annunciato che si accinge ad un massiccio riarmo della Bundeswehr, dedicandole addirittura il 2% del pil. E questo mentre molti in Italia hanno cominciato a dire a voce alta ciò che scrivo da decenni, e cioè che il nostra rinuncia all’energia nucleare è stata una bestialità. Infine lo stesso Draghi, parlando della nostra situazione energetica, ha ipotizzato di riattivare le centrali a carbone (sì, le centrali a carbone, che è come parlare di prostitute in minigonna nei palazzi papali) per far fronte all’emergenza. Da non credere alle nostre orecchie.

Tutto questo io non l’ho previsto e se qualcuno l’avesse previsto gli avrei dato torto. Tanto che gli chiedo scusa: “Ho creduto all’ennesima ripetizione del solito fenomeno”.

Ma ora mi rimane da spiegarmi che cosa è successo. Sempre che non mi sbagli anche in questa spiegazione.

Riprendiamo la situazione dall’inizio. In molti, anche dopo che Putin ha ammassato centoottantamila soldati alla frontiera, non abbiamo voluto credere che il freddo Vladimir volesse invadere l’Ucraìna. E questo benché gli esperti dicessero che non si spostano tante truppe e tanti mezzi corazzati soltanto per fare la mossa. Ma l’invasione non si è verificata tanto da farci pensare che forse era allarmismo a fini propagandistici interni dell’America. Invece le richieste di Putin alla Nato e all’Occidente erano pura melina: servivano a farsi dire di “no” (tanto erano inaccettabili) e a creare il pretesto dell’invasione.

Così, dalla contraddanza delle dichiarazioni e delle controdichiarazioni, improvvisamente si è passati all’attacco. Le divisioni corazzate sono entrate in Ucraìna da sud est, da est e da nord, passando attraverso la cosiddetta Bielorussia (che si dovrebbe chiamare “tirapiedi”, nel senso antico del termine) e a quel punto tutti – sempre io compreso – siamo stati convinti che la Russia avrebbe fatto un solo boccone dell’Ucraìna. E ci siamo rassegnati. Ovviamente si è anche visto il solito atteggiamento degli europei, quella della ricerca del perché il nostro nemico ha sempre ragione e noi abbiamo sempre torto. Nel caso specifico, la ricerca dei motivi per i quali Putin aveva ragione di invadere un Paese indipendente, e via dicendo. Il solito sconcio internazionale. 

Ma ecco è accaduto l’impensabile. L’Ucraìna con le pezze sul sedere, l’Ucraìna con un esercito tanto per ridere e senza alcuna speranza, ha deciso di resistere, come un sol uomo, a costo di avere migliaia di morti. E di non concludere niente. Ma di fatto i resistenti hanno rallentato talmente la marcia dello schiacciasassi russo che oggi, a quattro giorni di distanza, si parla nuovamente di negoziati, di Russia “impantanata” (forse in questo c’è qualche esagerazione) e del fatto che la questione può ancora essere discussa. Nel senso che la Russia accetterebbe una vittoria parziale, o di facciata, pur di uscire dal ginepraio in cui s’è cacciata.

E in Europa, vedendo che si era verificato un miracolo, è avvenuto l’impensabile. L’Occidente si è finalmente vergognato del suo comportamento, delle sue ubbie, delle sue infinite viltà ed ha deciso di reagire. Sanzioni corpose con promesse di sanzioni ancora più forti, finanziamenti alla nazione aggredita, accoglienza generosissima dei profughi e tutte le cose inverosimili che ho enumerate da principio. Si sono ribellate le piazze, gli artisti, gli sportivi, nessuno ha più osato prendere sul serio le scuse di Putin e si è organizzata, nel giro di ore, quella resistenza al sopruso che non si era prevista ed organizzata in anni di inerzia. Fino a tutti i fenomeni epocali che ho detto da principio. Non riesco a credere ciò che sento: la Germania, dopo decenni e decenni di complessi, in materia di armamenti, parla espressamente di fornire ai resistenti ucrani armi anticarro tedesche, che è come dire che i tedeschi ancora una volta faranno a pezzi i russi. Io mi guardo in giro e mi chiedo se sono desto o sto sognando. Date qualche giorno perché tutto questo sia reale e i russi in Ucraìna avranno seri problemi.

Forse la spiegazione di queste straordinarie novità la trovo nella mitologia greca. I greci erano un popolo di figli di puttana, e lo dico da innamorato della Grecia classica. Erano adulteri seriali, bugiardi, traditori, cinici, e all’occasione erano anche estremamente crudeli: si pensi alla sorte degli abitanti dell’isola di Melo. Persino i loro dei erano spesso dei poco di buono, cominciando da Giove e finendo con Apollo, dio dell’arte e della bellezza, che per una scommessa vinta scorticò vivo Marsia. Per dire. Ebbene, questi stessi greci professavano che gli dei erano tolleranti ma una volta o l’altra, quando reputavano che la misura fosse veramente colma, che nel mal fare c’era stato un intollerabile eccesso (chiamato hybris) intervenivano duramente per punire spietatamente il colpevole. E quando dico “spietatamente”, parlando di greci, è bene prendere la parola nel suo pieno significato.

Forse la resistenza ucraìna ha mostrato il comportamento di Putin nella sua totale hybris ed ha permesso, col tempo guadagnato, di dare una speranza alla reazione. In l’Occidente si è addirittura parlato di cittadini inglesi disposti ad andare in Ucraìna per battersi da volontari con la resistenza.

Non so più che cosa dire. Non pensavo che qualcosa potesse smuovere l’ignavia e la viltà europee. Troppe volte ho visto un comportamento opposto. Troppe volte sono stato deluso e mi sono vergognato, io insignificante, per conto di tutti.

Ma chissà che non abbia ancora occasione di vergognarmi, e di essere deluso, prima che questa vicenda sia conclusa.

Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

27 febbraio 2022

UCRAÌNA 6

Gli errori del passato

La situazione è drammatica e ci si potrebbe giustamente chiedere come mai siamo arrivati a questo punto. Purtroppo la risposta non è nemmeno difficile. Se lo fosse avremmo almeno la scusante di non aver visto venire il colpo. Invece era fatale che un giorno o l’altro si tornasse alla logica di sempre, quella che si incontra in tutti i libri di storia, a partire da quel capolavoro che è “La Guerra del Peloponneso”, di Tucidide. Un autentico vangelo della politica internazionale.

In quanto avviene attualmente non c’è nulla che stupisca. Addirittura, accanto al sentimento di disperazione, si può avere un sentimento di soddisfazione intellettuale: la realtà ha dimostrato che chi si è attenuto alla lezione della storia non ha delirato. Hanno delirato milioni e milioni di europei. Infatti il buon senso avrebbe insegnato comportamenti opposti a quelli tenuti dall’Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Il primo, gravissimo errore, riguarda la mentalità imperante. Se ci proclamiamo tutti miti, tutti incapaci di ricorrere alla violenza, tutti disposti a cedere pur di evitare i conflitti, se cioè ci lasciamo andare ad un disarmo morale, anche ad essere possentemente armati le armi saremo incapaci di usarle. E saremo destinati al servaggio.

Questo atteggiamento, pure sbagliato, è umanamente comprensibile. I guasti, le sofferenze, le stragi della Seconda Guerra Mondiale hanno talmente segnato l’anima di un’intera generazione che l’idea che ciò potesse verificarsi di nuovo è sembrata inverosimile. L’umanità – si pensava – non avrebbe mai più commesso lo stesso errore. Dunque la guerra andava espunta dalla storia, considerandola praticamente impossibile. Noi italiani siamo addirittura arrivati a scrivere nella Costituzione che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”(art.11). Come se noi l’avessimo sposata ed ora, ripudiandola, l’avessimo eliminata dalla realtà. E poi, che significa rifiutarla “come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”? Se un altro Paese tentasse di invaderci che cosa gli opporremmo, l’art.11 della Costituzione? Io stesso ho ripetutamente riso di questo articolo, per esempio con le mie “Note alla Costituzione” dell’agosto 2012. Lo ricordo per dimostrare che non invento questo argomento per l’occasione. Ma allora le mie argomentazioni saranno sembrate inverosimili, perché inverosimile è sempre stata considerata la guerra. Oggi – dal momento che ab esse ad posse valet illatio, è lecito passare dall’essere alla possibilità dell’essere – la realtà della guerra è incontestabile per tutti. C.v.d.

Quand’ero giovane e scioccamente discutevo ancora con i comunisti, almeno ai più intelligenti riuscivo a spiegare che la teoria, anche ad essere perfetta, non poteva essere applicata agli uomini quali sono. Forse a degli angeli, non certo a persone quali si sono dimostrate in tutti i millenni passati. Sarebbe stato necessario cambiare la natura umana. E quelli mi dicevano: “È proprio ciò che faremo. Educheremo l’uomo in maniera tale da modificarne la natura”. Dinanzi ad un simile “vaste programme” mi cadevano le braccia e la discussione finiva lì.

Il tempo mi ha dimostrato che le cose stavano peggio di come pensavo. I comunisti, con il loro fanatismo, speravano di poter un giorno cambiare la natura umana, la gente comune, nella sua ignoranza e ottusità, credeva che fosse stata già modificata. Se parlavo della necessità di avere un armamento temibile, o almeno credibile, ero guardato con stupore e contenuto disprezzo: “Ma chi vuoi che ci attacchi? Fai discorsi da XIX Secolo”. E comunque – ecco il sottinteso costante – pensavano che, se proprio qualcuno ci avesse minacciato, gli Stati Uniti (abbastanza selvaggi per essere ancora armatissimi e disposti a combattere) ci avrebbero difesi. Naturalmente nel loro interesse. Tanto che non avremmo dovuto nemmeno dirgli grazie. Ecco con chi dovevo discutere.

Allora non riuscivo a dimostrare che la guerra non uscirà mai dalla storia. Che gli Stati Uniti potevano difenderci per i loro interessi o perché stupidamente idealisti, ma nulla escludeva che i loro interessi cambiassero e perfino che essi rinsavissero. Infatti il loro intervento si verifica sempre più raramente, e l’Afghanistan, proprio in questi mesi, è stato lasciato al suo (infelice) destino. E noi stessi siamo in mutande, perché l’Europa è mentalmente imbelle e militarmente inerme.

Altro punto dolente. Anche ad ammettere che si possa delegare ad altri la propria difesa (risparmiando dunque sulle ingenti spese militari) il prezzo è che si perde la propria indipendenza. E così si passa ad un’altra prova della cecità europea.

Un Paese autonomo militarmente e per la maggior parte delle sue necessità – a cominciare da quelle energetiche ed alimentari – è una nazione indipendente. Come la Francia. Se viceversa per le necessità energetiche si dipende da altri, chi fornisce il petrolio, il gas e l’elettricità ha un potere di ricatto. E dunque il Paese non è più libero.

Ecco perché il buon senso comanda a chi non dispone di risorse naturali o di rendersi autonomo (per esempio con centrali nucleari in quantità, perché con l’elettricità si possono anche far circolare le automobili) o di diversificare tanto le fonti che, se un fornitore cerca di imporre un ricatto, gli si possa dire no ricorrendo ad un altro fornitore.

L’abbiamo fatto? No. E c’è di peggio. La Francia è autonoma. L’Inghilterra, autonoma militarmente, dipende dall’estero per le forniture alimentari ma ha una flotta che l’ha salvata da Hitler e domani potrebbe ancora assicurarle i rifornimenti provenienti dall’oltremare. È la Germania il vero scandalo. Un Paese che ha fatto tremare l’Europa con quel folle di Hitler, ora è tanto folle essa stessa da non capire nemmeno il suo proprio Clausewitz. Infatti si è resa totalmente dipendente dalla Russia per il gas (con cui produce la sua elettricità, avendo perfino chiuso le sue centrali nucleari) e dunque si è consegnata mani e piedi legati a Mosca. Noi almeno abbiamo una gloriosa tradizione di sconfitte militari e da noi ce lo si poteva anche aspettare. Ma la Germania di Sadowa, di Sedan e (purtroppo) della Seconda Guerra Mondiale, è irriconoscibile.

Dinanzi a questo quadro sconsolato ci sarebbe da piangere,. E dire che la soluzione ci sarebbe. Se tutti gli Stati europei avessero avuto il buon senso di unirsi quanto meno per la difesa, con un esercito unico sotto un comando unico, avremmo avuto un non indifferente peso internazionale e oggi non temeremmo un ragazzino con la fionda. Invece abbiamo preferito rimanere separati, “indipendenti” (come se lo fossimo, in queste condizioni) e l’Europa non conta più. Un Paese periferico come la Russia, con un prodotto interno lordo simile a quello dell’Italia, può irridere un Continente e invadere un Paese confinante. Un Paese che avrebbe voluto far parte del concerto dei Paesi dell’Europa Occidentale. E tutto ciò che sappiamo fare è condannare moralmente questa invasione.

Il futuro? Non lo conosco. Ma ripeto un mio detto cui sono affezionato: “Per quanti mali possano in futuro soffrire gli europei (russi inclusi, aggiungo) non ce ne sarà uno che non avranno meritato”.

Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

25 febbraio 2022

Due articoliultima modifica: 2022-02-27T21:44:13+01:00da gianni.pardo
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11 pensieri su “Due articoli

  1. L’aviazione entra sempre in azione per prima, insieme dell’artiglieria pesante ed ai missili tipo cruise, al fine di preparare il terreno per l’avanzata della fanteria e dei carri armati e limitarne le perdite.
    Addirittura la Nato nel 1999 fece la guerra alla Jugoslavia con la sola aviazione.

  2. Per quanto ho sentito -ma chissà se è vero – l’aviazione è già entrata in azione e se la cava meglio l’aviazione ucraina Forse dipenderà dagli aerei di cui dispone.

  3. io credo che prima di rispondere qualcuno dovrebbe documentarsi, basterebbe anche Google immagini. provi a digitare “massacro di Odessa”, vedrà centinaia di foto che testimoniano che cosa hanno fatto quei simpatici ragazzotti agli oppositori del governo di Kiev (nato dal colpo di stato voluto dagli USA). Se uno si sveglia e dice: toh, quel matto di Putin ha invaso l’Ucraina, non merita attenzione; non si può spiegare nulla a chi non vuole sapere.
    Chi invece vuole rinfrescare la memoria può leggere questo articolo
    https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-dovera_loccidente_quando_i_nazisti_bruciavano_i_sindacati/34145_45302/
    ma anche questo
    https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-dove_eravate_voi_pacifisti_quando/40832_45355/
    credo che uscirò dalla polemica, non mi interessa.
    quando i cannoni sparano, la ragione e il torto stanno dalla parte del più forte e, per fortuna, i militari russi non sono distratti da ideologia woke, cancel culture o genere fluido. Tremonti è stato tremendo a ricordarlo, nel G7 e nel G20.
    i militari russi (uomini e donne) sono sani, discendenti della gloriosa Armata Rossa, quella che ha sconfitto i nazisti ed ha occupato Berlino, quella che ancora oggi onora la giornata della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, quando ha liberato l’Europa, sì questa roba qui che adesso gli ha dichiarato guerra.
    Vincerà il più forte.

  4. Nel linguaggio obbligato di oggi i propri nemici sono da qualificare “nazisti”. Fa eccezione però l’Italia, paese nel quale il termine “nazista” è scarsamente usato. Noi abbiamo “fascista” come termine demonizzante tuttofare. Ed è in fondo una consolazione. Ma purtroppo esiste il termine “nazifascista” che non dà scampo…
    Dove sono i nazisti? Su che fronte operano? I pareri divergono. Putin ha detto di voler “denazificare” il governo ucraino, il cui presidente però, Volodymyr Zelensky, è un ebreo. Per gli ucraini, per i membri della Nato e per il presidente americano Biden, il nuovo Hitler è, invece, proprio lui: Putin.
    Tornano d’attualità gli inni nazionali, che io temevo stessero per essere dichiarati illegali dall’ONU e dalla UE. Tutti infatti esaltano l’egoismo nazionale, la lotta identitaria e la vittoria sui nemici: sentimenti e temi non “politically correct”. Molto attuali sono oggi le strofe dell’inno nazionale ucraino: “Non è ancora morta la gloria dell’Ucraina, né la sua libertà, a noi, giovani fratelli, il destino sorriderà ancora.” “I nostri nemici scompariranno, come rugiada al sole, e anche noi, fratelli, regneremo nel nostro Paese libero.”
    Gli ucraini sono “profughi veri in fuga da una guerra vera”, spero che mi si permetta di citare Salvini senza essere accusato di istigazione all’odio. Ma anch’io giudico che sia ormai tempo di identificare i migranti; che oggi entrano in Italia attraverso una porta spalancata. Occorrerebbe accertandone l’identità anagrafica, il paese di origine con l’indicazione precisa della guerra o della persecuzione da cui il migrante dice di fuggire. E anche i trascorsi penali.
    La democrazia occidentale è un prodotto assai poco indicato per l’esportazione, a destinazione della Russia o di altrove, perché deperibile e anche perché è una pianta poco adatta a certi habitat. La mondializzazione ad oltranza, basata sull’idea di un mercato mondiale unico, con merci ed esseri umani liberi di spostarsi a loro piacimento, ha ricevuto dall’invasione russa dell’Ucraina un duro colpo. Già la pandemia ci aveva avvertiti che per certi articoli, come le mascherine, è meglio non dipendere dagli altri. Il gas naturale usato in Italia rischia oggi di essere bloccato. Esso infatti proviene in gran parte dalla Russia, di cui l’Italia è ormai nemica.
    Le sanzioni economiche, il bando alle importazioni e alle esportazioni, le misure finanziarie e di altro genere, miranti a punire la Russia, mostrano che mondialismo e globalizzazione presuppongono un’armonia tra popoli e nazioni che non esiste, e che, io temo, mai esisterà.

  5. Questa cosa dell’Ucraina nazista è ridicola.
    Stiamo parlando di due battaglioni paramilitari che hanno operato in Donbass e di un partito che alle ultime elezioni ha preso il 2,15% dei voti ed ha un seggio in parlamento.
    Sarebbe come parlare di Italia fascista e governo italiano fascista perché esistono Forza Nuova e Casapound.
    E come se non bastasse, Zelensky è pure ebreo.
    Che Putin parli di banda di “drogati e neonazisti al potere in Ucraina” e nel 2022 ci siano ancora persone che si bevono questo genere di propaganda in stile URSS è francamente imbarazzante.

  6. Una breve nota di risposta a un lettore: “e i suoi avversari, gli ucraini, difendono la propria identità”.
    già, è su questo principio che i “veri” ucraini ci stanno provando a fare una bella pulizia etnica (è dalla rivoluzione arancione che ci provano): i russi che abitano in Ucraina non sono ucraini. “fratelli”? ma quando mai!
    Che poi lo dicano i neonazisti di Svoboda, Pravi Sector, Battaglione Azov e mammolette consimili, non importa.
    Si tratta solo di accordarsi in che modo fare le pulizie: espulsione o morte?

  7. Accipicchia, tutti con l’elmetto, anche Gianni Pardo, come Letta e la Meloni!?
    Ci sono dei neonazisti a Kiev? non importa. La Germania, che è uscita annientata dalla WWII, arma gli ucraini invece di cercare soluzioni diplomatiche? quando mai! anche l’ex sessantottino Scholz, marxista, antiNato in gioventù, oggi ha messo l’elmetto. tutti alla guerra … lo chiede il patto atlantico!
    Putin è spacciato
    Eppure, per evitare tutto questo rumore di armi, bastava rispondere in modo serio alle richieste di garanzie di sicurezza della Russia sulla innegabile espansione della Nato, che non è una organizzazione pacifica. Troppo banale. Lei crede che questa volta le armate europee prenderanno Mosca? è probabile, con Borrell alla guida … “più armi all’Ucraina” dice, leggeremo i bollettini militari
    Sono vecchio, egoisticamente io ho già vissuto una bella vita, che si fottano.
    Starò a vedere, dalla finestra/monitor del mio PC: la realtà è più interessante della fantasia
    Con la TV satellitare (NON europea) e una linea VPN me ne frego del diktat della Ursula VDL, che vuole tagliare le comunicazioni dei canali russi e imporre il pensiero unico, insieme a 40 associazioni della stampa europee.
    si sa, nel branco si sta sicuri.
    Anche i tedeschi che partecipavano alle adunate oceaniche ne erano certi e il regista Goebbles ha insegnato come si fa agli attuali MSMedia, quelli che Trump dice che “Suck”, fanno schifo (quando vanno contro di lui)
    Con Telegram (che non censura come le Big Tech) ho tutte le informazioni di parte russa in inglese che mi servono, riesco ad aggirare la censura militare dell’EU.
    Mi sbaglierò, ma io continuo a puntare su Putin

  8. L’attuale sconvolgimento delle regole del gioco e delle verità consacrate è un invito ai politici, intellettuali, ideologi europei ad abbandonare le “astrattezze ideologiche” (Galli della Loggia), le utopie, il buonismo, e a divenire un po’ più realisti.
    Ricordate gli sberleffi alla “sovranità” e ai “sovranisti” difensori delle frontiere nazionali? Oggi tutti noi inorridiamo di fronte alla violazione armata della sovranità e delle frontiere dell’Ucraina ad opera della Russia.
    “La guerra è inutile” proclamano moltissimi nel Belpaese, gran campioni di moralismo e amanti della predica. Quanto sta succedendo in Ucraina prova invece “l’inutilità dei discorsi sull’inutilità delle guerre”.
    Esce a pezzi dall’invasione dell’Ucraina il buonismo dei nostri “cittadini del mondo”, aperti al favoloso “Diverso”; e nemici dei muri, delle frontiere e di tutto ciò che si oppone alla mescolanza di esseri umani, di mercanzie, di passati e di identità nazionali. Oggi il glorioso Diverso è rappresentato da un Putin, che più diverso da noi non si potrebbe… E i suoi avversari, gli ucraini, difendono la propria identità.

  9. In questo periodo ci sono molti autoproclamati esperti di geopolitica che emettono giudizi apodittici senza essere in grado di individuare il Donbass su una carta geografica e probabilmente neppure la stessa Ucraina.
    Più modestamente, nel vedere le file interminabili delle macchine in coda per 15 e passe ore per lasciare l’Ucraina, mi sono domandato: e se tutte quelle macchine fossero state elettriche, come vuole e prescrive la religione di questo secolo? Come avrebbero fatto con autonomia limitata, tempi di ricarica e relative code?
    Che questo conflitto diventi l’occasione per tornare alla ragione anche su questo?

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