LA RUSSIA DEL FUTURO

Se già è impossibile dire che cosa accadrà la settimana prossima, figurarsi fra dieci anni o più. Ma fantasticare non è vietato e la crisi ucraìna è, in questo senso, un’ottima occasione.
Alcuni dicono che la Russia vuole espandersi per tenere lontani i nemici che potrebbero tentare di invaderla, altri parlano di ambizioni imperiali, una cosa è certa: la Russia tende ad occupare militarmente i Paesi confinanti. È possibile che ci riesca o che non ci riesca. Ma se ci riuscisse, farebbe un affare? Putin sostiene che la fine dell’Unione Sovietica è stata la più grande catastrofe politica del XX Secolo. Grande sì, politica sì, ma catastrofe?
Se l’Unione Sovietica è potuta vivere tanto a lungo, è perché, alla nascita, avendo suscitato molte speranze, l’adesione all’Unione (delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) è stata facile e volontaria, almeno credo. Certo è che, nella Costituzione di quel Paese, era scritto che qualunque Repubblica avrebbe potuto lasciare l’U.R.S.S., perché l’Unione era volontaria. Una delle infinite bugie comuniste. Infatti, non appena cadde il comunismo, non so quante di quelle Repubbliche “volontariamente sovietiche” si precipitarono a dichiarare la loro indipendenza e, quelle che ci riuscirono, ad aderire addirittura alla Nato.
Comunque, dal 1922, per interminabili decenni, il Paese ha potuto rimanere unito e sopravvivere senza crisi perché ha tenuto in catene tutti i popoli con un pugno di ferro che non esitava a massacrare gli oppositori. E ciò anche nelle colonie dell’Est europeo. In questo sostenuto anche da un’ideologia salvifico-religiosa che non teneva conto della realtà. Il posto in cui si moriva di fame era designato “paradiso dei lavoratori” e il coro degli intellettuali occidentali perdonava tutto.
Ma questo pone un problema. Il fatto che il potere di Mosca sia durata tanto a lungo – dagli Anni Venti alla morte di Stalin (1953) e oltre – sarebbe stato concepibile se la Russia fosse stata una democrazia? Certamente no. In questo senso la tirannia di Stalin è stata incredibilmente crudele ma non insensata. Il despota georgiano sapeva che, soltanto ispirando una paura folle sarebbe morto nel suo letto e all’interno di una grande Unione Sovietica. Ma dalla sua morte in poi, a mano a mano che la paura diminuiva, era fatale che il sistema crollasse. E infatti, appena possibile, tutti i popoli dominati sono scappati e nella stessa Russia è nata una democrazia. Forse non scrupolosa come la concepiscono gli Occidentali ma certo, se comparata al regime comunista, liberale e moderna.
Ora dunque se la Russia, dopo avere concesso un minimo di libertà ai suoi cittadini, senza cambiare il suo mediocre modello produttivo, si allargasse fino a somigliare ad un impero, resisterebbe poi ai sogni di gloria di alcuni invasati?
Oggi Mosca fa paura con le sue centinaia di carri armati, ma chiediamoci: quale e quanta prosperità è stata rubata ai russi, per produrre quei carri? E quanto lo tollereranno i russi, domani, nell’epoca di Internet, quando compareranno il loro tenore di vita e quello degli altri, Cina inclusa? È vero che internet si può anche abolire, ma i russi non potrebbero non accorgersi di essere di nuovo caduti in una tirannia. E allora: di nuovo la dittatura o la fine della tirannia?
Come ha fatto notare Galli Della Loggia, nei negozi occidentali non ci sono prodotti “made in Russia”, mentre siamo inondati di prodotti “made in P.R.C.”, cioè in Cina. Questo significa che in Russia si producono cattive merci che non reggono la concorrenza. E questo è un pessimo segnale, dal punto di vista economico; significa che in quel Paese si vive peggio – molto peggio – che nell’Europa Occidentale. Del resto, quando io stesso sono stato in Russia, vent’anni fa, dieci anni dopo la fine dell’Unione Sovietica, sono rimasto sorpreso dalla miseria imperante, dalla cattiva qualità della vita: non sono un gourmet, e tuttavia la Russia è il Paese in cui ho mangiato peggio. Soprattutto appena si esce dal perimetro imperiale e centrale di Mosca. Le stesse famose “dacie”, viste dal treno San Pietroburgo, Mosca, somigliavano più a slum, catapecchie, che residenze di campagna.
Il potere imperiale dello zar compenserà tutto questo, indefinitamente? Vero che oggi i russi vivono bene, in confronto a come vivevano sotto il comunismo, e addirittura a Mosca circolano automobili, ma vivono come pezzenti in confronto agli olandesi, per dire. In Olanda dove, del resto, andò Pietro il Grande, per sapere come si vive “all’europea”, sempre che io non ricordi male.
I grandi imperi sono fragili proprio perché le loro dimensioni li pongono dinanzi all’alternativa tra la tirannia e la frammentazione. Se gli Stati Uniti sono in una condizione eccezionalmente felice è per due ordini di ragioni. Le frontiere, innanzi tutto. Ad est e ad ovest, due immensi oceani. A nord un Paese amico che, per certi versi, è la replica degli Stati Uniti. E comunque nessuno dei due ha interesse ad invadere l’altro. A sud un Paese, come il Messico, che se fosse annesso agli Stati Uniti gli procurerebbe più guai che vantaggi. E infatti il vecchio progetto è quello di erigere un muro per difendersi dai migranti in partenza da esso, un po’ come la Cina a suo tempo costruì la Grande Muraglia. Dunque le frontiere statunitensi sono stabilite per così dire dalla natura e nessuno le mette in discussione. Inoltre, quel grande Paese, essendo nato come colonia del Regno Unito, non ha simpatia per il sistema delle colonie e non ne ha mai volute. Neanche nell’epoca d’oro del colonialismo.
La seconda ragione della tranquillità statunitense è che, mentre la Russia da sempre soffre dell’alternativa “burro o cannoni” (scegliendo normalmente i cannoni) gli Stati Uniti da sempre, e ancora oggi, hanno sia il burro sia i cannoni. E comunque, se su qualcosa devono risparmiare, non risparmieranno mai sul burro. Non è strano che secondo molti l’implosione dell’U.R.S.S. sia stata dovuta all’impossibilità economica di far fronte agli Stati Uniti d’America. Anche se, secondo me, quell’implosione è stata dovuta piuttosto alla fine del Terrore. In Francia il Termidoro segnò la fine del Terrore, in Russia la fine del Terrore ha provocato il Termidoro.
Tutto questo vuol dire che l’impero russo non significa affatto la felicità dei russi. E la stessa invasione dell’Ucraìna, moralmente e politicamente inqualificabile, è forse anche economicamente un errore. Quel grande Paese (il più grande d’Europa, dopo la Russia) ha un’economia in cattive condizioni, ed è perfino possibile che, una volta che l’avrà invaso, Mosca dovrà spenderci dei soldi piuttosto che prelevarne. Senza dire che potrebbe riuscire ad invadere e conservare senza troppi problemi l’Ucraìna orientale, russofona, ma potrebbe crearsi una spina nel fianco nell’immensa Ucraìna occidentale, che odia i russi, e potrebbe scatenare una guerriglia senza fine contro gli invasori.
Comunque, per me la lezione di questi giorni è semplice: se l’Ucraìna fosse stata bene armata, la Russia non l’avrebbe invasa. Se l’Europa fosse stata unita, armata e risoluta, non avrebbe permesso che uno Stato fosse invaso da un altro. Rifiutarsi di combattere una guerra giusta corrisponde a prepararsi la prossima sconfitta. Ma io ho già pianto tutte le lacrime di cui disponevo sulla decadenza dell’Europa.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
24 febbraio 2022

LA RUSSIA DEL FUTUROultima modifica: 2022-02-24T10:15:36+01:00da gianni.pardo
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8 pensieri su “LA RUSSIA DEL FUTURO

  1. Bertolino: “L’Italia è coinvolta anche da un punto di vista operativo perchè i Global Hawk che volano sull’Ucraina partono da Sigonella … l’Italia è una base militare americana”

  2. l’America spende 700 miliardi di USD all’anno per armamenti e Pentagono, centinaia di basi in giro per il mondo. Interessante il gen MARCO BERTOLINI, ex comandante del vertice interforze, <>. Accipicchia, ma Sigonella è vicina a Catania?

  3. Gianni, per una volta sono in disaccordo. Sono convinto che la Russia, accerchiata sempre piu’ da vicono dalle basi Nato (ora anche la Georgia e’ in fila per entrarci), abbia detto basta. La separazione del Donetsk e del Luhansk significa l’indipendenza di regioni in cui la stragrande maggioranza e’ russa, e per questo hanno sofferto non poco negli ultimi anni. Il regime ukraino e’ fascista, tiene la popolazione di quelle regioni nel terrore, con continue sorveglianze, violenze sulle donne e torture.
    Se la Russia e’ per natura un paese aggressore, che dire degli USA?
    Non credo che Putin pensi ad annettere l’intera Ukraina. Non gli conviene, e’ uno stato poverissimo. Ma la Nato, la’, non ce la vuole. Si ricorda di Kennedy e dei missili a Cuba? Dunque Kennedy aveva ragione e Putin torto?
    E tralasciamo, per cortesia, Galli della Loggia. Ma come si fa a paragonare la Russia alla Cina in tema di esportazioni? Oggi tutto proviene dalla Cina. Il Galli non ha visto prodotti russi sugli scaffali dei negozi italiani! Ha visto per caso un mare di prodotti canadesi? O brasiliani?

  4. Caro professore, come dimenticare Klemens von Metternich e la sua alta opinione riguardo a noi italiani? Italien ist ein geographischer Begriff. Allora l’Italia era un’espressione geografica, oggi probabilmente lo è l’Europa.

    La Russia destina annualmente agli armamenti l’11% del Pil (61,7 miliardi di dollari). Quanti sono i carri armati dell’Europa? E chi li comanda?
    Ripudiamo la guerra e vogliamo mettere sanzioni? Bene, chi guida l’economia comune europea? E su quali basi, di fatto e di diritto?
    Più che Metternich, allora, dovremmo parafrasare Totò con un: “Ma ci facciano il piacere!”.

    Putin è un autocrate, ma assai difficilmente andrà oltre il paradiso carbonifero del Donbass. È assai più probabile che intenda “sparigliare le carte“ più e più volte come leva per portare al futuro tavolo i propri interessi da una posizione di forza. Perché l’obiettivo di tutti i presidenti Usa è sempre stato lo stesso: portare l’Ucraina nella Nato e così piazzare i propri missili atomici a ridosso del confine russo; esattamente come voleva fare l’Urss a Cuba nel 1962. E questo a Putin – chiamiamola deformazione professionale – proprio non va giù.

    La decadenza dell’Europa però è assai meno segnata di quella degli USA, il cui impero, già spaccato in due al suo interno fra woke e non woke, si sta sgretolando, e nemmeno se ne accorge.

    La speranza è che tutto questo serva all’Europa per darsi la sveglia e capire che per diventare Stati Uniti d’Europa servono parecchi passi in più che non normare le varie & eventuali, dalla lunghezza della banana che non può essere inferiore ai 14 centimetri ma con un diametro di almeno 27 millimetri, alla freschezza e turgore dei cavolfiori e dei carciofi, passando per la lunghezza del gambo dei carciofi che non può essere inferiore ai 10 centimetri, fino a definire la durata della vita del cappone, che non può essere inferiore a 77 giorni… Se continuiamo così, i russi arriveranno non solo a Kiev ma pure a Lisbona, sempreché l’Africa non vi si sia riversata tutta prima.

  5. Quante chiacchiere basate sul nulla. Basterebbe fare un piccolo sforzo e andare sul sito della Presidenza della Federazione russa per leggere le motivazioni di questa “operazione speciale” che ha il compito circoscritto di difendere i russi di Ucraina dai fascisti di Kiev, quelli messi lì dall’amministrazione DEM (Obama-Biden).
    Nel medio lungo periodo per difendere la stessa sopravvivenza della Russia.

    Poi uno potrà scegliere da che parte stare ma almeno provi a conoscere per decidere. Da quello che scrive, lei va a braccio, a simpatia, strano per un razionalista illuminista.

    La Russia fa in grande quello che Israele fa da più di 70 per sopravvivere (fatte le opportune proporzioni): cerca di negoziare, se l’avversario non risponde e attacca, si difende. Per quale motivo IDF bombarda preventivamente le colonne militari iraniane in Siria? ed io sono d’accordo, sia chiaro (per quanto possa interessare).
    In Donbass la guerra c’è da otto anni ma lei forse guardava da un’altra parte.
    Gli stessi dannati media che condannano Israele quando si difende, oggi si strappano i capelli per l’Ucraina. Cagnolini ammaestrati altro che “watchdog journalism”.
    Shalom
    http://en.kremlin.ru/
    buona lettura

  6. Fa una certa impressione vedere come permanga Il retaggio sovietico di disprezzo di ogni evidenza della realtà. In queste settimane abbiamo sentito i più alti esponenti del governo russo dire che:

    “l’occidente ha smania militarista”
    “occidentali, ragionate: perché mai la Russia dovrebbe invadere l’Ucraina?”
    “le nostre truppe si stanno ritirando come previsto”
    “la Russia nella sua storia non ha mai invaso nessuno”

    Alla faccia, l’ultima frase, di Polonia, Finlandia, Ungheria, Cecoslovacchia, Afghanistan…tutti aggressori, evidentemente.

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